Wes Anderson

HOUSTON, TEXAS, Stati Uniti, 1 maggio 1969


Carriera – fonte: it.wikipedia.org

Wesley Wales Anderson, mediano di tre fratelli, nacque a Houston, in Texas, nel 1969. Il padre, Melver Leonard Anderson, lavorava come pubblicitario; la madre, Theresa “Texas” Anderson, era un’archeologa e agente immobiliare. I due divorziarono quando Wes aveva otto anni. Già da bambino, Wes cominciò a utilizzare la cinepresa super 8 del padre per realizzare film muti. La sua ambizione principale, comunque, era quella di diventare uno scrittore. A Houston Anderson studiò prima alla Westchester High School e successivamente alla St. John’s School, un istituto privato che poi utilizzò come location per alcune scene del suo secondo lungometraggio, Rushmore. Come il protagonista del film, Max Fischer, Anderson partecipò alle attività del teatro della scuola (l’Hoodwink Theatre, oggi demolito), per le quali scrisse e diresse alcune opere. Anderson si dedicò poi allo studio della filosofia all’Università del Texas, dove incontrò i suoi futuri amici e collaboratori, i fratelli Wilson (Owen, Luke e Andrew).Leggi tutto...
1996-2004
Dopo aver prodotto un cortometraggio intitolato Bottle Rocket, Anderson e i Wilson vennero notati dal produttore James L. Brooks, che li aiutò a presentare il corto al Sundance Film Festival. Grazie a questo i tre si assicurarono i fondi per produrre una versione evoluta a lungometraggio, uscita nel 1996 (in Italia con il titolo Un colpo da dilettanti). Ottenne una soddisfacente reazione della critica, ma non si assicurò un successo commerciale. Il film successivo fu Rushmore, una commedia con protagonisti Bill Murray e Jason Schwartzman. La pellicola – il cui argomento era l’amore di uno studente delle superiori per una maestra elementare – fu un successo di critica, tanto che in seguito Martin Scorsese lodò entrambi i film di Anderson fino a quel momento prodotti. Nel 2001, Anderson dà vita al lungometraggio intitolato I Tenenbaum, storia di un padre di famiglia (interpretato da Gene Hackman) che, ormai anziano, tenta di riconquistare gli altri membri del bizzarro, colorito e nostalgico nucleo familiare. Il film ebbe un enorme successo, sia di critica sia di pubblico, tanto da essere nominato all’Oscar nell’anno successivo. A questo primo successo segue nel 2004 Le avventure acquatiche di Steve Zissou, storia quasi favolesca che vede Bill Murray nelle vesti del capitano Zissou, eroe per i bambini che, in seguito a molte insoddisfazioni e delusioni personali, cerca di trovare un senso alla sua lunga carriera andando a caccia di un leggendario mostro marino. Al contrario della precedente opera di Anderson, questo film non ebbe il successo sperato, secondo alcuni poiché seguiva dei cliché già consolidati nei film precedenti.
2007-2012
Nel 2007 fu la volta de Il treno per il Darjeeling, film che segue le vicende di tre fratelli segnati dalla morte del padre, e che tentano di rintracciare la madre partita per una missione in India. Il film vide, nei panni dei tre interpreti principali, Owen Wilson, già nel cast de I Tenenbaum, Jason Schwartzman e Adrien Brody. Anderson dichiarò di essersi principalmente ispirato ai film di Satyajit Ray. Messo da parte per un periodo il cinema con attori in carne e ossa, Anderson si dedicò alla scrittura e realizzazione di Fantastic Mr. Fox, film di animazione in stop-motion che uscì nel 2009, tratto da un racconto di Roald Dahl. Il ricorso all’animazione aumentò ancor di più la tendenza al controllo maniacale che il regista era ormai abituato a esercitare. Con questa pellicola inizia quella che può essere vista come la seconda fase della filmografia di Anderson, nella quale i colori assumono una centralità ancora maggiore, l’inquadratura diviene perfettamente e maniacalmente simmetrica e centrata, il regista inizia a scegliere un attore noto e non suo attore-feticcio diverso per ogni pellicola come protagonista (George Clooney per Fantastic mr. Fox, Bruce Willis per Moonrise Kingdom, Ralph Fiennes per Grand Budapest Hotel, Bryan Cranston per L’isola dei cani, Benicio Del Toro per The French Dispatch, Scarlett Johansson per Asteroid City e Benedict Cumberbatch per La meravigliosa storia di Henry Sugar) e la composizione delle colonne sonore passa da Mark Mothersbaugh ad Alexandre Desplat. Nel 2012 Anderson realizzò un nuovo lungometraggio: una favola nostalgica, ambientata su un’isola apparentemente fuori dal mondo “civilizzato”. Moonrise Kingdom segue le vicissitudini di due ragazzi all’inizio dell’adolescenza: lui uno scout, orfano e indisciplinato, lei unica figlia femmina di due genitori in crisi. I due, follemente innamorati, decidono di fuggire insieme.
Dal 2014 a oggi
Nel 2014 Anderson ha diretto il lungometraggio Grand Budapest Hotel, una storia a scatole cinesi che si svolge nella cornice di un esclusivo hotel montano delle Alpi carpatiche, in un minuscolo stato di fantasia dell’Europa centro-orientale. Il film segue le avventure di Monsieur Gustave, concierge dell’hotel, e il suo giovane assistente Zero, e ruota attorno al caso del furto di un dipinto rinascimentale nel periodo precedente alla Seconda Guerra Mondiale. Il film è stato uno dei maggiori successi di critica e pubblico del regista, guadagnando quasi 175 milioni di dollari in tutto il mondo, e vincendo moltissimi premi fra cui quattro Oscar (su nove nomination). Nel 2015 ha progettato il Bar Luce della Fondazione Prada a Milano, in Largo Isarco 2, con gli arredi che ricordano la cultura popolare e l’estetica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta. Nel 2018 Anderson è ritornato alla tecnica dello stop-motion per il film L’isola dei cani, il suo secondo film d’animazione. Subito dopo, è iniziata la lavorazione per il nuovo film di Anderson, The French Dispatch, la cui uscita era programmata per il 24 luglio 2020 ma è stata posticipata al 16 ottobre 2020 e infine all’11 novembre 2021, a causa della pandemia di Covid-19. Al momento, sono in produzione due nuovi film del regista, il primo sarà intitolato Asteroid City e uscirà negli Stati Uniti nel giugno 2023, con un cast corale che vedrà la partecipazione di Scarlett Johansson, Bryan Cranston, Tom Hanks e Maya Hawke, oltre ai classici attori-feticcio che da anni collaborano con Anderson. Il secondo film, invece, è una trasposizione del racconto La meravigliosa storia di Henry Sugar, tratto dalla raccolta Un gioco da ragazzi e altre storie, di Roald Dahl; il lungometraggio dovrebbe essere prodotto da Netflix e avere Benedict Cumberbatch, Ralph Fiennes e Ben Kingsley come protagonisti.


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Curiosità – fonte: www.wired.it

1 – La scenografia.
I mondi di Wes Anderson sono costruiti su misura per i suoi personaggi: a ciascuno le sue miniature, le sue stanze, i suoi oggetti, le sue forme. Ogni luogo e ogni scenario diventano funzione della psicologia dei protagonisti: così la casa dei Tenenbaum non è un semplice maniero, ma lo specchio (decadente, composito) dell’identità delle persone che vi abitano. Così l’isola in cui si muovono i giovani protagonisti di Moonrise Kingdom diventa condizione esistenziale, riflesso di un universo chiuso che accoglie e respinge.

2 – La fotografia.
Ogni campo di Wes Anderson è un quadro. Nessun dettaglio è lasciato al caso: dai colori (c’è anche un tumblr dedicato alle palette del regista), alla disposizione degli oggetti, alla posizione delle persone. Si può tranquillamente dire che i suoi film siano composti da una sequenza di dipinti curatissimi, ognuno dotato di tavolozza precisa e schema intrinseco. Estetizzante? Potete scommetterci.

3 – I personaggi
Margot Tenenabaum, Steve Zissou, Mr. Fox, Monsieur Gustave e tutti gli altri: Anderson, di film in film, ha creato una cifra psicologica nella quale far rientrare i suoi protagonisti. Ognuno è distinto da una caratteristica specifica interiore che si riflette in un vezzo esteriore (un cappello, un taglio di capelli, una voglia a forma di Messico sulla guancia) e ognuno costruisce la realtà attorno a sé servendosi di mezzi come il teatro, la poesia, il tennis e quant’altro. Pensate a un personaggio a caso dei suoi film e saprete cosa intendiamo.

4 – L’empatia.
Anderson non giudica le piccole pazzie dei suoi personaggi, anzi: vuole che così come le ama e apprezza lui, le apprezziamo e amiamo anche noi. La forza dei suoi ritratti sta nella sua compassione ed empatia, nell’assenza di una morale prestabilita a favore di una costruita ad hoc di film in film e relativamente a persone, uniche nel loro genere. Persone a cui i metri di paragone non si addicono.

5 – L’insoddisfazione.
Dicevamo che Anderson non emette giudizi di valore sulle sue creature. Questo è possibile perché sono loro stesse a farlo: i peggiori nemici dei suoi personaggi sono loro stessi. Perennemente insoddisfatti, duri fino all’autolesionismo (a volte), raminghi e poco indulgenti con i loro stessi vizi, la severità è la molla che li isola e allo stesso tempo li porta a entrare in contatto con qualcuno che – invece – perdoni i loro difetti.

6 – Le musiche.
I film di Anderson hanno sempre delle colonne sonore eccezionali: partendo dai Tenenbaum e dal lavoro di Seu Jorge (che reinterpreta David Bowie in portoghese) in Le avventure acquatiche di Steve Zissou, arriviamo velocemente agli OST di Moonrise Kingdom e Grand Budapest Hotel del grande Alexandre Desplat. Uno dei compositori cinematografici più affascinanti del panorama attuale. Come le scenografie e la fotografia, la musica si salda sempre alla narrazione, generando una specie di lunga sinfonia.

7 – La coralità (apparente).
I film di Wes Anderson possono generare, a prima vista, l’ “effetto circo” tipico di pellicole come X-Men: troppi personaggi, alcuni dei quali poco sviluppati, storie complesse che non è sempre facile declinare attraverso più punti di vista, frammentazione della trama. Eppure la coralità dei suoi lavori è solo apparente: a ogni personaggio viene delegato uno spazio e una funzione che, spesso, è di sfondo rispetto alla vicenda principale (che di solito è a due, o a tre).

8 – I cast.
Come tutti i registi che si rispettino, Anderson ha degli attori-feticcio. Su tutti ci sono l’immenso Owen Wilson, Jason Schwartzman (fin dai tempi di Rushmore) e naturalmente Bill Murray. A loro si accompagnano sempre schiere di campioni del grande schermo ed è facile presumere che Anderson sia uno dei cineasti più “desiderati” di Hollywood. Se foste un attore, non vorreste essere diretti da lui? Forse è questa la ragione per cui nelle sue scene sfilano Natalie Portman, Bruce Willis, Gwyneth Paltrow, Willem Dafoe, Ralph Fiennes e gli altri.


Filmografia – fonte: www.cinematografo.it

2023 – Asteroid City – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2021 – The French Dispatch – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2020 – Fantastic Mr. Fellini – Attore – Se Stesso
2018 – L’Isola dei Cani – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2018 – Friedkin Uncut – Un diavolo di regista – Attore – se stesso
2015 – Hitchcock/Truffaut – Attore – Se stesso
2014 – Grand Budapest Hotel – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2013 – Trespassing Bergman – Attore – Se stesso
2012 – Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore – Regia e Sceneggiatura
2009 – Fantastic Mr. Fox – Regia e Sceneggiatura
2007 – Hotel Chevalier – Regia e Sceneggiatura
2007 – Il treno per il Darjeeling – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2004 – Le avventure acquatiche di Steve Zissou – Regia e Soggetto
2001 – I Tenenbaum – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
1998 – Rushmore – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
1996 – Un Colpo da Dilettanti – Regia, Soggetto e Sceneggiatura

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