Wes Anderson
HOUSTON, TEXAS, Stati Uniti, 1 maggio 1969
Carriera – fonte: it.wikipedia.org
Wesley Wales Anderson, mediano di tre fratelli, nacque a Houston, in Texas, nel 1969. Il padre, Melver Leonard Anderson, lavorava come pubblicitario; la madre, Theresa “Texas” Anderson, era un’archeologa e agente immobiliare. I due divorziarono quando Wes aveva otto anni. Già da bambino, Wes cominciò a utilizzare la cinepresa super 8 del padre per realizzare film muti. La sua ambizione principale, comunque, era quella di diventare uno scrittore. A Houston Anderson studiò prima alla Westchester High School e successivamente alla St. John’s School, un istituto privato che poi utilizzò come location per alcune scene del suo secondo lungometraggio, Rushmore. Come il protagonista del film, Max Fischer, Anderson partecipò alle attività del teatro della scuola (l’Hoodwink Theatre, oggi demolito), per le quali scrisse e diresse alcune opere. Anderson si dedicò poi allo studio della filosofia all’Università del Texas, dove incontrò i suoi futuri amici e collaboratori, i fratelli Wilson (Owen, Luke e Andrew).Leggi tutto...
Gallery
Curiosità – fonte: www.wired.it
1 – La scenografia.
I mondi di Wes Anderson sono costruiti su misura per i suoi personaggi: a ciascuno le sue miniature, le sue stanze, i suoi oggetti, le sue forme. Ogni luogo e ogni scenario diventano funzione della psicologia dei protagonisti: così la casa dei Tenenbaum non è un semplice maniero, ma lo specchio (decadente, composito) dell’identità delle persone che vi abitano. Così l’isola in cui si muovono i giovani protagonisti di Moonrise Kingdom diventa condizione esistenziale, riflesso di un universo chiuso che accoglie e respinge.
2 – La fotografia.
Ogni campo di Wes Anderson è un quadro. Nessun dettaglio è lasciato al caso: dai colori (c’è anche un tumblr dedicato alle palette del regista), alla disposizione degli oggetti, alla posizione delle persone. Si può tranquillamente dire che i suoi film siano composti da una sequenza di dipinti curatissimi, ognuno dotato di tavolozza precisa e schema intrinseco. Estetizzante? Potete scommetterci.
3 – I personaggi
Margot Tenenabaum, Steve Zissou, Mr. Fox, Monsieur Gustave e tutti gli altri: Anderson, di film in film, ha creato una cifra psicologica nella quale far rientrare i suoi protagonisti. Ognuno è distinto da una caratteristica specifica interiore che si riflette in un vezzo esteriore (un cappello, un taglio di capelli, una voglia a forma di Messico sulla guancia) e ognuno costruisce la realtà attorno a sé servendosi di mezzi come il teatro, la poesia, il tennis e quant’altro. Pensate a un personaggio a caso dei suoi film e saprete cosa intendiamo.
4 – L’empatia.
Anderson non giudica le piccole pazzie dei suoi personaggi, anzi: vuole che così come le ama e apprezza lui, le apprezziamo e amiamo anche noi. La forza dei suoi ritratti sta nella sua compassione ed empatia, nell’assenza di una morale prestabilita a favore di una costruita ad hoc di film in film e relativamente a persone, uniche nel loro genere. Persone a cui i metri di paragone non si addicono.
5 – L’insoddisfazione.
Dicevamo che Anderson non emette giudizi di valore sulle sue creature. Questo è possibile perché sono loro stesse a farlo: i peggiori nemici dei suoi personaggi sono loro stessi. Perennemente insoddisfatti, duri fino all’autolesionismo (a volte), raminghi e poco indulgenti con i loro stessi vizi, la severità è la molla che li isola e allo stesso tempo li porta a entrare in contatto con qualcuno che – invece – perdoni i loro difetti.
6 – Le musiche.
I film di Anderson hanno sempre delle colonne sonore eccezionali: partendo dai Tenenbaum e dal lavoro di Seu Jorge (che reinterpreta David Bowie in portoghese) in Le avventure acquatiche di Steve Zissou, arriviamo velocemente agli OST di Moonrise Kingdom e Grand Budapest Hotel del grande Alexandre Desplat. Uno dei compositori cinematografici più affascinanti del panorama attuale. Come le scenografie e la fotografia, la musica si salda sempre alla narrazione, generando una specie di lunga sinfonia.
7 – La coralità (apparente).
I film di Wes Anderson possono generare, a prima vista, l’ “effetto circo” tipico di pellicole come X-Men: troppi personaggi, alcuni dei quali poco sviluppati, storie complesse che non è sempre facile declinare attraverso più punti di vista, frammentazione della trama. Eppure la coralità dei suoi lavori è solo apparente: a ogni personaggio viene delegato uno spazio e una funzione che, spesso, è di sfondo rispetto alla vicenda principale (che di solito è a due, o a tre).
8 – I cast.
Come tutti i registi che si rispettino, Anderson ha degli attori-feticcio. Su tutti ci sono l’immenso Owen Wilson, Jason Schwartzman (fin dai tempi di Rushmore) e naturalmente Bill Murray. A loro si accompagnano sempre schiere di campioni del grande schermo ed è facile presumere che Anderson sia uno dei cineasti più “desiderati” di Hollywood. Se foste un attore, non vorreste essere diretti da lui? Forse è questa la ragione per cui nelle sue scene sfilano Natalie Portman, Bruce Willis, Gwyneth Paltrow, Willem Dafoe, Ralph Fiennes e gli altri.
Filmografia – fonte: www.cinematografo.it
2023 – Asteroid City – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2021 – The French Dispatch – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2020 – Fantastic Mr. Fellini – Attore – Se Stesso
2018 – L’Isola dei Cani – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2018 – Friedkin Uncut – Un diavolo di regista – Attore – se stesso
2015 – Hitchcock/Truffaut – Attore – Se stesso
2014 – Grand Budapest Hotel – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2013 – Trespassing Bergman – Attore – Se stesso
2012 – Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore – Regia e Sceneggiatura
2009 – Fantastic Mr. Fox – Regia e Sceneggiatura
2007 – Hotel Chevalier – Regia e Sceneggiatura
2007 – Il treno per il Darjeeling – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
2004 – Le avventure acquatiche di Steve Zissou – Regia e Soggetto
2001 – I Tenenbaum – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
1998 – Rushmore – Regia, Soggetto e Sceneggiatura
1996 – Un Colpo da Dilettanti – Regia, Soggetto e Sceneggiatura