Una Storia Vera
Una Storia Vera è il film di Lynch che si colloca fra le opere più modeste girate dal grande maestro, ma solo all’apparenza, poiché magari molto meno tortuoso nella trama narrativa. Una narrazione di sicuro lineare che offre una storia scarna (all’apparenza), raccontata con ritmi non tanto stretti. Solo uno spettatore attento ne apprezza le sfumature che rendono il film tutt’altro che piatto, sebbene aldilà degli schemi a cui ci ha abituati David Lynch, ovvero alla sua struttura narrativa ricca di canoni estetici intrinseci e freudiani. Lynch sa bene come raccontare la storia vera di Alvin Straight (Richard Farnsworth), una storia che sarebbe stata facilmente ridotta a semplice antefatto per altri registi, avendo il coraggio ad un certo punto di troncare il racconto, lasciando allo stesso spettatore di immaginare e dare la propria personale visione, su di un finale, inno al cinema dei sentimenti, evitando di scadere nel buonismo e nel moralismo. Il film è un inno alla vita ed ai valori veri che la contraddistinguono o che dovrebbero farlo veramente, ma il tocco è quello di un autore di livello che può permettersi di evitare spettacolarizzazioni, tanto da scegliere il garbo di un attore come Richard Farnsworth che incarna alla perfezione un personaggio dalla profonda identità. Due scene in particolare, sono da citare: il pianto nel bar con un reduce di guerra, dove Alvin lascia trasparire il passato doloroso che lo spettatore fino ad allora aveva solo potuto immaginare, e la chiacchierata con la ragazza autostoppista, redenta dai cattivi pensieri in nome di un sentimento, quello della famiglia, rappresentato da Alvin con la meravigliosa metafora del bastoncino che si spezza! Pura poesia (cinematografica) che dedico a chi osa denigrare un maestro della settima arte e non solo, come David Lynch.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Una storia vera è un film del 1999 diretto da David Lynch. Laurens, Iowa, anno 1994. Alvin Straight (Richard Farnsworth) ha settantatré anni e uno stato di salute piuttosto precario: fatica a camminare, è diabetico, ha un enfisema polmonare dopo anni di sigarette e non ci vede bene. L’uomo vive con la figlia Rose (Sissy Spacek), la quale soffre di un lieve ritardo mentale. Un giorno Alvin scopre che suo fratello Lyle (Harry Dean Stanton) ha avuto un infarto. Sebbene i due non si vedono da dieci anni a causa di vecchi rancori, Alvin decide di andarlo a trovare per fare pace prima che sia troppo tardi per entrambi. Ciò significa partire dal tranquillo paesino di Laurens e arrivare fino a Mount Zion, nel Wisconsin, dove vive Lyle. A causa della sua povera vista, Alvin non ha più la patente per guidare, così decide di percorrere i quattrocento chilometri che lo separano dal fratello a bordo di un vecchio tosaerba. Durante il tragitto, l’uomo ha l’occasione di conoscere molte persone che lo accompagneranno nel lungo viaggio. Ma la sua speranza è di arrivare a destinazione prima che lui, suo fratello o il tosaerba siano messi fuori gioco per sempre.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne una candidatura ai Premi Oscar del 2000:
- Nomination Miglior attore a Richard Farnsworth
Curiosità – fonte: www.notizie247.it
1. Questo film è basato su fatti realmente accaduti, non a caso è intitolato “Una storia vera“. Il nome del protagonista è il medesimo della realtà: si chiamava Alvis Straight ed era un contadino americano che viaggiò su un tosaerba pur di vedere il fratello malato.
2. Richard Farnsworth (Alvis), inizialmente, non voleva accettare il suo ruolo per via della volgarità di un altro film di Lynch “Velluto blu“. Il regista lo convinse del contrario e infatti fu un successo.
3. Il film ha ricevuto molte candidature e ha vinto il premio come miglior film straniero ai British Independent Film Awards.
4. Sissy Spacek è nota anche per aver interpretato “Carrie“, la protagonista del film “Carrie – Lo sguardo di Satana“.
5. È l’ultimo film interpretato da Richard e nel 2000 ricevette anche una nomination agli Oscar come miglior attore protagonista. Si trattava dell’attore più anziano ad aver ricevuto una nomina a quei tempi.
6. Secondo la rivista francese “Cahiers du Cinema“, è uno dei 10 migliori film del 1999.