Traffic

Traffic

2000 ‧ Thriller/Giallo ‧ 2h 27m

Traffic, diretto da Steven Soderbergh nel 2000, è un’opera cinematografica complessa e multilayered che esplora il mondo del narcotraffico attraverso una narrazione interconnessa e visivamente distintiva. La pellicola si distingue per la sua audace scelta stilistica e l’approccio frammentato alla narrazione. Uno degli aspetti tecnici più notevoli del film è l’uso innovativo che Soderbergh ne fa della cinematografia: egli stesso ha operato come proprio direttore della fotografia sotto lo pseudonimo di Peter Andrews, utilizzando differenti palette cromatiche per le diverse storyline. Infatti, possiamo facilmente notare il segmento che segue il giudice Robert Wakefield, interpretato da Michael Douglas, che è dominato da tonalità fredde e bluastre, sottolineando la sua posizione nel governo e la sua visione iniziale rigida e formale del problema della droga. Al contrario, le sequenze ambientate in Messico, che seguono il personaggio di Javier Rodriguez (Benicio del Toro), sono invece caratterizzate da un filtro giallo ocra, conferendo una sensazione di calore e desolazione, e rappresentando il caos e la corruzione pervasiva. Il montaggio di Stephen Mirrione è un altro punto di forza cruciale del film. La sua capacità di intercalare le storie in modo fluido mantiene il ritmo narrativo dinamico, nonostante la complessità delle trame. Le transizioni tra le varie sottotrame sono gestite con abilità, evitando che lo spettatore si senta disorientato. Questa abilità nel montaggio è stata giustamente riconosciuta con l’Oscar per il miglior montaggio. La sceneggiatura a firma di Stephen Gaghan, basata sulla miniserie britannica Traffik, è altrettanto meritevole di elogio. Gaghan riesce a bilanciare le diverse narrative, offrendo una visione sfaccettata del problema del narcotraffico senza cadere nel moralismo. Ogni personaggio è tratteggiato con cura, e le loro storie si intrecciano in modo credibile ed avvincente. Le interpretazioni degli attori sono impeccabili: Benicio del Toro, in particolare, offre una performance straordinaria che gli è valsa l’Oscar come miglior attore non protagonista. La sua rappresentazione di un agente di polizia messicano intrappolato tra la corruzione e la propria morale è tanto sfumata quanto potente. Anche Michael Douglas, Catherine Zeta-Jones e Don Cheadle forniscono interpretazioni degne di nota, aggiungendo profondità ai loro ruoli e contribuendo alla complessità emotiva del film. In sostanza, Traffic è un tour de force tecnico e narrativo. Steven Soderbergh dimostra una maestria nel gestire una narrazione non lineare e visivamente diversificata, creando un film che è tanto un’analisi sociale quanto un avvincente dramma umano. La combinazione di una regia ispirata, una fotografia distintiva, un montaggio esperto ed interpretazioni di alto livello rende Traffic un indiscusso capolavoro del cinema contemporaneo.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Traffic è un film del 2000 diretto da Steven Soderbergh, che guarda al traffico di droga da prospettive diverse. Sono tre le storie che si intrecciano: una al confine messicano, una a Washington e una a San Diego. Trafficanti, forze dell’ordine, politici e tossicodipendenti con le loro famiglie s’incrociano casualmente, gli uni nelle storie degli altri, ma le loro vicende non si uniscono mai in un unico racconto. In Messico, Javier Rodriguez (Benicio del Toro) e Manolo Sanchez (Jacob Vargas) sono due poliziotti che combattono il traffico lungo la frontiera. Dopo aver effettuato un ingente sequestro di droga, i due vengono fermati dal generale dell’esercito Arturo Salazar (Tomas Milian) che incarica Javier di arrestare Francisco Flores, un sicario del cartello di Tijuana, guidato dai fratelli Obregón. Dopo aver portato a compimento la missione, Javier scopre che Salazar è al soldo del cartello di Juárez, rivale di Tijuana. Decide, quindi, di coinvolgere la DEA. A Washington, il giudice Robert Wakefield (Michael Douglas) viene nominato a capo della National Drug Control Policy, un plenipotenziario nella lotta alla droga. Intanto la figlia Caroline, che il padre crede una studentessa modello, fa uso di cocaina, metanfetamina ed eroina, coinvolta nel giro dal fidanzato Seth Abrahams. Quando la ragazza viene arrestata per aver abbandonato un amico in overdose, il giudice si rende conto della gravità della situazione. Si ritrova quindi a lottare contro la droga su due fronti: come politico e come padre. A San Diego, Eduardo Ruiz è un pesce grosso dello spaccio. Arrestato a seguito di un’indagine della DEA, negozia l’immunità denunciando il proprio capo: Carlos Ayala, il più grande distributore per i fratelli Obregón negli Stati Uniti. Solo allora, la moglie Helena (Catherine Zeta-Jones) scopre la verità sugli affari del marito e decide di assumere il sicario Francisco Flores per assassinare Ruiz e salvare la famiglia.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben cinque nomination ai Premi Oscar del 2001, aggiudicandosi quattro statuette:

  • Miglior regia a Steven Soderbergh
  • Miglior attore non protagonista a Benicio Del Toro
  • Miglior sceneggiatura non originale a Stephen Gaghan
  • Miglior montaggio a Stephen Mirrione

Le altre candidature furono:

  • Nomination Miglior film

Curiosità – fonte: storiedicinema.com

1. Traffic vinse 4 statuette agli oscar del 2001. Furono premiati il regista Steven Soderbergh per la miglior regia, Benicio del Toro come miglior attore non protagonista, Stephen Gaghan per la sceneggiatura non originale e Stephen Mirrione per il miglior montaggio.

2. Allo sceneggiatore, durante un’anteprima, un critico fece notare che era irreale che la figlia di Wakefield potesse ottenere grandi risultati a scuola con i problemi di droga che aveva. E magari che ciò era pure diseducativo. Stephen Gaghan rispose che la pagella era esattamente come la sua al tempo del college, e che lui stesso all’epoca faceva largo uso di droghe.

3. Benicio del Toro è uno dei cinque attori ad aver vinto l’oscar interpretando un ruolo che prevedeva principalmente l’uso di una lingua straniera (i suoi dialoghi sono per lo più in lingua spagnola). Oltre al portoricano, ci sono riusciti Robert De Niro, Marion Cotillard, Sophia Loren e Roberto Benigni.

4. La scena in cui Michael Douglas è in viaggio verso la frontiera della California è stata effettivamente girata al valico di Tijuana. La qualità video e soprattutto audio è molto bassa perché non era prevista nel film. Douglas, in quel momento fuori dalle riprese, fece alcune domande a Rudy Camacho circa il traffico di droga al confine. Camacho all’epoca era effettivamente un responsabile della dogana di frontiera. Soderbergh decise di riprendere il dialogo con la camera in mano, pregando che il funzionario non si rivolgesse all’attore chiamandolo “Mr. Douglas”.

5. La targa della vettura di Helena Ayala (Catherine Zeta-Jones) è 2GAT123. La stessa targa della California la troviamo in decine di altre pellicole, ad esempio Beverly Hills Cop II, Mulholland Drive, Un sogno per domani, Due Uomini e mezzo, Swat, ed altri ancora.

6. Michael Douglas aveva inizialmente rifiutato la parte, che fu quindi offerta ad Harrison Ford che, insieme a Soderbergh, si mise a lavorare sul personaggio per adattarlo a se stesso. Ford però decise di tirarsi indietro. Il regista allora tornò da Douglas, dandogli carta bianca per caratterizzare il personaggio come meglio credeva. Catherine Zeta-Jones fu ingaggiata nonostante fosse incinta. Pur di averla nel cast il suo personaggio fu completamente rivisto: da madre di due figli a donna in gravidanza. I due attori avevano cominciato la loro relazione da poco tempo.

7. Il film è un remake della serie Traffik (1989), prodotta e trasmessa da Channel Four. Il militare Salazar è interpretato dal grande Tomas Milian.


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