Toro scatenato
Martin Scorsese e Robert De Niro, ormai alla loro terza collaborazione, portano sul grande schermo il pugile italoamericano Jake LaMotta, campione degli anni ’40. Aspre le critiche all’uscita del film, così come esigui gli incassi al botteghino, ma negli anni è stato molto apprezzato tanto da divenire un film culto per i cinefili di tutto il mondo ed una pietra miliare della filmografia di Scorsese. In un quartiere difficile come il Bronx di quegli anni, nessuno poteva pensare che Jake potesse scalare la vetta e raggiungere il ring da campione mondiale dei pesi medi, ma, chi conosce Jake, sa che è un carattere difficile, irrequieto, paranoico e violento. Tra la rivalità con Ray Sugar Robinson, la violenza in casa verso la moglie (Cathy Moriarty) e il fratello (Joe Pesci), LaMotta esplode in tutta la sua rabbia di toro (letteralmente) scatenato. Scorsese e Paul Schrader, sceneggiatore e amico di Martin, caratterizzano la storia ed i personaggi in maniera realistica, portando il vero Jake La Motta sotto i riflettori, descrivendo minuziosamente la gloria ottenuta nel mondo dello sport e le sconfitte ottenute dall’uomo nella vita. Il risultato è un film sincero che lascia alle immagini l’ardua descrizione della persona orribile che era La Motta, nonostante sia stato un grande pugile.
La scena dei titoli di testa è, a questo proposito, perfettamente esplicativa: La Motta, da solo sul ring, si prepara per uno scontro, scaldandosi, sullo sfondo delle splendide note dell’intermezzo della “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni. Saltella, si muove irrequieto, tira pugni nel vuoto. Un uomo solo sul ring, che sta sfidando il suo peggior rivale, sé stesso. Un chiaro segno della sua tendenza all’autodistruzione. Inoltre, nel pieno rispetto del realismo cercato ed ottenuto dal regista, la pellicola mostra scontri di pugilato estremamente cruenti, mai visti sino a quegli anni nel mondo del cinema. Non solo dal punto di vista della storia, non solo dal punto di vista della scenografia (uso smisurato di sangue nei combattimenti), ma “Toro scatenato” diviene anche registicamente il film con le migliori scene di box di tutti i tempi: rallenti, accelerazioni, rapidi movimenti di macchina caratterizzano gli incontri e pompano adrenalina nel corpo dello spettatore, catapultandolo nella mente del pugile. Fuori dal ring, un altro stile di regia caratterizza il film, anzi ne è la chiave di lettura, ovvero le scene di dialogo sapientemente ragionate e mai banali. E poi, la colonna sonora firmata Pietro Mascagni, capace di sottolineare come soltanto sul ring il pugile italoamericano sia libero di lasciarsi andare alla sua vera natura, con una melodia quasi fiabesca. 8 le nomination agli Oscar e sole due le statuette portate a casa: miglior montaggio a Thelma Schoonmaker e miglior attore protagonista a Robert De Niro, l’unico vinto nella sua lunga carriera.
Una nota va fatta per la fotografia, curata da Michael Chapman: un bianco e nero come raramente se ne sono visti in epoca moderna, perfetto per raccontare una storia sospesa fra mito e triste realtà.
In conclusione, “Toro scatenato” è l’esempio di come una storia biografica debba essere portata sul grande schermo.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
New York, anni Quaranta. Jake LaMotta (Robert De Niro) inizia a tirare di pugilato nel Bronx, con il fratello minore Joey (Joe Pesci), che gli fa da manager. Jake è una persona irrequieta e i continui litigi violenti con la moglie lo portano al divorzio. Nel contempo nasce una storia d’amore con la bella Vickie Thailer (Cathy Moriarty), con cui si sposa e ha dei figli.
Purtroppo, anche con la nuova moglie il pugile dimostra la propria incapacità di contenere l’ira, che sfoga fisicamente e verbalmente, a causa della sua gelosia e per motivi quasi sempre futili.
In un continuo avvicendamento tra vita privata e pugilato, entrambi vissuti in maniera burrascosa e impaziente, Jake chiede al fratello di tenere d’occhio Vickie mentre lui è assente. Una sera, al nightclub Copacabana, Joey nota che la donna si sta intrattenendo con Salvy (Frank Vincent), uno scagnozzo del boss di quartiere, Tommy Como. Ne consegue una rissa che fa finire il mafioso all’ospedale.
Joey viene chiamato da Tommy e gli rammenta, in maniera più decisa e minatoria, che se Jake non si affida alla sua organizzazione, sottostando a qualche incontro truccato, non potrà aiutarlo a diventare lo sfidante ufficiale per il titolo di campione del mondo dei pesi medi. Dopo due anni, Jake conquista finalmente l’ambito riconoscimento. Nonostante la vittoria tanto desiderata, il pugile precipita in uno stato di paranoia, che investe gli amici e soprattutto il fratello, che sospetta vada a letto con la moglie. I rapporti con Joey si fanno sempre più tesi, sebbene lui abbia sempre fatto di tutto per aiutarlo.
Un giorno, scatenato da una battuta di Vickie, che esasperata dalla sua gelosia, si sfoga dicendogli che era andata a letto con Joey, Jake picchia brutalmente prima lei e poi il fratello davanti alla sua famiglia. Dopo l’accaduto, la donna decide di andar via con i figli. Il pugile si ritrova solo, faccia a faccia con il suo avversario di sempre, se stesso…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: movieplayer.it
Il film ottenne otto candidature ai Premi Oscar del 1981, portandosi a casa due statuette:
Miglior attore a Robert De Niro
Miglior montaggio a Thelma Schoonmaker
Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior regia a Martin Scorsese
Nomination Miglior attore non protagonista a Joe Pesci
Nomination Miglior attrice non protagonista a Cathy Moriarty
Nomination Miglior fotografia a Michael Chapman
Nomination Miglior suono a Donald O. Mitchell, Bill Nicholson, David J. Kimball, Les Lazarowitz
Curiosità – fonte: www.filmpost.it
1 – La sceneggiatura.
La sceneggiatura fu scritta da Mardik Martin, ma lo script fu poi revisionato da Paul Schrader che decise di apportare delle modifiche. Rese Joey La Motta, fratello di Jake, il secondo personaggio fondamentale del racconto. Inoltre decise di cominciare il film nel bel mezzo del successo e non all’inizio della carriera pugilistica.
Paul Schrader aveva anche inserito due momenti particolarmente disturbanti: Jake La Motta che si masturba con conseguente immersione del pene in una vaschetta di ghiaccio. Venne deciso poi di eliminare la scena e di far mettere il ghiaccio nelle mutande al protagonista. Lo script è stato comunque riscritto in cinque settimane da De Niro e Scorsese, che sono stati accreditati come sceneggiatori.
2 – Il presunto ultimo film.
Il periodo antecedente alla produzione di Toro Scatenato non fu dei migliori per Scorsese. Il regista fu ricoverato in ospedale nel settembre del 1978 per una depressione e per problemi di salute. Robert De Niro lo andò a trovare e gli propose di girare la pellicola. Dopo un rifiuto iniziale, Scorsese decide di andare oltre al fatto che non gli piacessero i film sportivi e accettò la proposta. L’autore era convinto che questo sarebbe stato il suo ultimo film, senza sapere che avrebbe avuto un incredibile successo.
3 – Il bianco e nero.
Martin Scorsese ha voluto Toro Scatenato in bianco e nero fondamentalmente per tre motivi. Innanzitutto voleva differenziarlo dal celebre Rocky del 1976. In secondo luogo voleva rendere l’idea dell’autenticità del periodo e, infine, non gradiva tutto quel sangue rosso.
4 – Robert De Niro e Joe Pesci.
Ci sono diversi aneddoti che legano i due attori della pellicola. Anzitutto De Niro e Pesci si sono presi davvero a pugni nel film. Inoltre, per raggiungere un’amicizia veritiera, i due sono andati a vivere insieme per qualche periodo prima dell’inizio delle riprese, tanto che sono diventati in seguito dei veri compagni. Infine, durante una scena di combattimento De Niro ha rotto una costola a Joe Pesci. La sequenza appare anche nel film.
5 – La preparazione al personaggio.
Robert De Niro aveva letto l’autobiografia di Jake La Motta durante le riprese di Il Padrino Parte II e aveva da subito notato un grande potenziale. Ci sono voluti, poi, quattro anni per convincere Martin Scorsese a portarlo sul grande schermo. L’attore ha conosciuto di persona La Motta sul set di Toro Scatenato per interpretarlo al meglio. De Niro è ingrassato ben trenta chili, tanto che al tempo ebbe problemi di salute. Infine, c’è da dire che l’interprete americano, grazie a questa pellicola, ha vinto l’Oscar per il Miglior attore protagonista.