The Pool

The Pool

2018 ‧ Horror/Azione ‧ 1h 30m

Ping Lumpraploeng costruisce “The Pool” come un thriller minimalista che punta tutto sulla tensione e sulla disperazione. Una regia decisamente efficace nell’utilizzo di spazi limitati, come la piscina che diviene un contenitore di angoscia crescente. Lumpraploeng mantiene la narrazione concentrata sul protagonista, evitando distrazioni narrative e costruendo la tensione attraverso una serie di situazioni in cui l’apparente semplicità si trasforma in un incubo. La sceneggiatura, pur essendo lineare e priva di grandi colpi di scena, è ben orchestrata per mantenere l’attenzione del pubblico sulla lotta per la sopravvivenza, anche se ci sono dei momenti in cui le scelte narrative appaiono forzate o poco logiche, come alcune delle soluzioni adottate dai personaggi, che rischiano di alienare una parte del pubblico. Ma tale punto debole è in parte compensato dall’efficace uso della tensione drammatica e dalla natura claustrofobica dell’ambiente. Uno degli elementi più interessanti del film è proprio il modo in cui viene utilizzata l’ambientazione, ovvero la piscina vuota: uno spazio claustrofobico ed inospitale trasformato da luogo di svago a prigione mortale. L’uso di inquadrature ampie e ravvicinate per accentuare il senso di isolamento del protagonista, unite alle riprese subacquee ed alla gestione dei movimenti del coccodrillo (sia reali che CGI) sono ben eseguite, creando una tensione costante. La palette cromatica è fredda e spoglia, riflettendo il senso di vuoto ed abbandono che pervade l’intero film. L’uso limitato di location aiuta a concentrare la tensione su un unico spazio, e questo permette alla produzione di ottenere un notevole risultato visivo nonostante un budget relativamente ridotto. Il montaggio è serrato e segue un ritmo che si adatta perfettamente al genere survival. Le scene sono ben equilibrate, alternando momenti di tensione intensa con brevi pause di riflessione o disperazione, senza mai rallentare eccessivamente. Le transizioni fluide tra azioni e conseguenze mantengono lo spettatore impegnato, nonostante l’ambientazione statica. Gli effetti visivi, specialmente quelli legati al coccodrillo, sono realizzati con una combinazione di effetti pratici e digitali: il coccodrillo è credibile e sufficientemente minaccioso, anche se alcuni momenti di CGI possono sembrare poco realistici ad un occhio attento. Tuttavia, l’uso limitato e ben gestito del coccodrillo, come presenza costante ma non esagerata, ne fa una minaccia più psicologica che fisica, aumentando di fatto la tensione. Theeradej Wongpuapan, che interpreta il protagonista, porta avanti gran parte del peso emotivo del film con una performance convincente. La sua fisicità è evidente, dato che il film richiede uno sforzo fisico notevole, ma è la sua capacità di comunicare la disperazione e l’angoscia che dà profondità al personaggio. Ratnamon Ratchiratham, che interpreta la sua compagna, ha un ruolo più limitato, ma riesce a dare una performance toccante e funzionale alla narrazione. La colonna sonora di Chatchai Pongprapaphan è discreta e minimalista, sottolineando la tensione senza mai sovrastare l’azione. Il sound design, invece, è cruciale per costruire l’atmosfera di pericolo imminente. Gli effetti sonori dell’acqua, dei movimenti del coccodrillo ed i rumori ambientali contribuiscono a rendere la piscina un luogo vivo e minaccioso. “The Pool” è dunque un thriller essenziale, che sfrutta al massimo un concept semplice ma efficace. Sebbene alcune scelte narrative possano sembrare forzate e alcuni effetti visivi imperfetti, il film riesce a mantenere una tensione costante ed a coinvolgere lo spettatore. La regia e la recitazione sono i veri punti di forza che permettono a questo survival movie di distinguersi nel panorama del cinema thriller thailandese. Un film che, pur con i suoi difetti, risulta avvincente e merita di essere visto per gli amanti del genere.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

The Pool, il film diretto da Ping Lumpraploeng, racconta la terrificante avventura di Day (Theeradej Wongpuapan) e della sua fidanzata Koi (Ratnamon Ratchiratham) in una piscina olimpica profonda 6 metri. Day è un art director frustrato che deve seguire le riprese di uno spot pubblicitario ambientato in una piscina. Terminate le riprese, a Day viene dato l’incarico di pulire e svuotare la vasca, ma prima decide di rilassarsi su un materassino gonfiabile in acqua. Day si addormenta e al suo risveglio si accorge che la piscina si è in parte svuotata e che l’abbassamento del livello dell’acqua rende difficilissimo raggiungere il bordo per uscirne. Quando arriva la sua fidanzata, ignara dell’accaduto, si tuffa per raggiungerlo ma sbatte la testa candendo nella piscina priva di sensi. Ora i due sono bloccati là dentro e a peggiorare la situazione già complicata, Day si accorge di essere rimasto senza la sua insulina.
A quel punto non resta altro che chiamare i soccorsi, ma l’unico che li sentirà è un feroce coccodrillo che ora è nella piscina insieme a loro…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Nessun riconoscimento rilevante!


Curiosità – fonte: varie fonti web (tra cui imdb e Rotten Tomatoes)

1. Ispirazione e fonti.
Basato su un concetto reale: Il regista Ping Lumpraploeng ha raccontato di essersi ispirato a una storia reale. In passato, ha letto articoli su persone intrappolate in piscine vuote, e questa idea ha alimentato la sua creatività. Anche se non esiste un incidente specifico su cui il film si basa, la situazione è plausibile e si collega a esperienze reali di persone bloccate in situazioni simili.

2. Realizzazione delle scene.
Riprese fisicamente impegnative: La maggior parte del film è stata girata in una vera piscina, quindi gli attori hanno dovuto affrontare situazioni fisicamente difficili. Theeradej Wongpuapan, il protagonista, ha raccontato che trascorrere così tanto tempo immerso nell’acqua o sui bordi della piscina ha richiesto molta resistenza fisica. Effetti pratici e reali: Gran parte dell’azione è stata eseguita senza l’uso massiccio di CGI. Ad esempio, il coccodrillo presente nel film era in parte reale e in parte generato con effetti visivi. Questa scelta ha contribuito a dare al film un’atmosfera più autentica.

3. Riconoscimenti e accoglienza.
Fama internazionale: Nonostante sia un film thailandese, “The Pool” ha ottenuto una buona visibilità a livello internazionale grazie alla sua trama originale e al concetto universale della lotta per la sopravvivenza. Ha suscitato l’interesse di spettatori e critici al di fuori della Thailandia, venendo distribuito su piattaforme globali come Netflix.

4. Simbolismo.
La piscina come metafora: La piscina vuota può essere vista come una metafora per la vita del protagonista, che si trova in una situazione apparentemente normale che rapidamente diventa una trappola mortale. Il film tocca temi come l’impotenza e la lotta contro le circostanze.


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