The Judge
La pioggia tamburella sul parabrezza dell’auto di Hank Palmer. È il richiamo di una casa che non è più casa, di un padre che non è mai stato un padre. Robert Downey Jr. incarna questo avvocato con la solita verve, un misto di arroganza e di fragilità, costruito su anni di sarcasmo difensivo e successo legale. Ma dietro la sua armatura di battute affilate e completi perfetti, si cela una crepa profonda: un’irrisolta battaglia con il giudice Joseph Palmer, suo padre. David Dobkin, regista noto più per commedie leggere che per drammi intensi, orchestra qui un film che sa di vecchio tribunale polveroso e rancori mai estinti. La macchina da presa si muove con discrezione nelle aule di giustizia, lasciando che siano gli attori a riempire la scena con la loro fisicità ed il loro carico emotivo. Robert Duvall domina la pellicola con un’interpretazione che è un capolavoro di sottrazione. Il suo giudice Palmer non è solo un padre severo e distante, ma un uomo che si piega sotto il peso delle sue scelte, della vecchiaia e della malattia che lo consuma. La regia lo immortala spesso in inquadrature strette, il volto scavato dalla luce dura, come se fosse un monumento sul punto di sgretolarsi. Il contrasto con il figlio è netto: Hank è tutto movimento, velocità, parole; suo padre è immobile, un pilastro nella tempesta. La fotografia di Janusz Kamiński, storico collaboratore di Spielberg, avvolge tutto in una tavolozza di colori freddi e desaturati, riflettendo il gelo nei rapporti familiari. Ma quando il film si apre alla speranza, il calore delle luci dorate illumina i volti, come se il passato potesse ancora essere riscritto. La sceneggiatura a firma di Nick Schenk e Bill Dubuque è costruita su un dualismo continuo: giustizia contro morale, padre contro figlio, forza contro vulnerabilità. Alcuni passaggi sono prevedibili, le dinamiche di riconciliazione forse un po’ telefonate, ma la chimica tra Downey Jr. e Duvall le eleva oltre il cliché. La colonna sonora di Thomas Newman è un sussurro emotivo, un pianoforte che si insinua tra le parole, dando voce a ciò che i personaggi non dicono. E nel momento in cui il giudice Palmer, un tempo inamovibile come la legge stessa, si affida al figlio che ha sempre giudicato, il film trova il suo cuore pulsante: il verdetto più difficile non è quello di un’aula di tribunale, ma quello che diamo a noi stessi. The Judge non è un film perfetto, ma è un film sincero. Un dramma che si regge su performance straordinarie ed una regia che sa quando fermarsi e lasciare spazio ai suoi protagonisti. È un film che parla di famiglia, di rimpianti, di quel desiderio insopprimibile di essere visti per ciò che siamo, e non per ciò che siamo stati. E, alla fine, quando le luci si spengono ed il giudice dà il suo ultimo verdetto, ci resta una sola domanda: “siamo mai davvero pronti a perdonare?”
Trama – fonte: www.comingsoon.it
The Judge, film diretto da David Dobkin, segue le vicende di Hank Palmer (Robert Downey Jr.), un avvocato di Chicago senza scrupoli e interessato solo ai soldi. Un giorno, l’uomo viene chiamato dal fratello Glen che gli comunica la morte della madre. Così Hank fa i bagagli e si reca a Carlinville, in Indiana, il suo paese dell’infanzia, dove non tornava da anni. Al funerale incontra dopo tanto tempo i fratelli Glen, Dale e il gelido padre Joseph (Robert Duvall), giudice del tribunale locale.
Il giorno dopo, i tre fratelli notano che la macchina del padre è danneggiata, ma Joseph non ricorda quando sia potuto accadere. Hank fa per tornare all’aeroporto, ma nel mentre riceve un’altra chiamata da Glen che gli comunica che il loro genitore è stato accusato d’omicidio. La vittima risulta essere Mark Blackwell, un criminale che proprio Joseph aveva condannato anni prima per aver ucciso un ragazzo. Hank torna per poter difendere in tribunale il padre, ma ben presto le loro controversie irrisolte del passato riemergono, rendendo difficile il lavoro di difesa. Come se non bastasse, l’avvocato dell’accusa Dwight Dickham (Billy Bob Thornton) è deciso a mettere il giudice Palmer dietro le sbarre…
Cast – fonte: www.comingsoon.it





















Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne una nomination ai Premi Oscar del 2015:
- Nomination Miglior attore non protagonista a Robert Duvall
Curiosità – fonte: it.wikipedia.org – www.culturaeculture.it – www.ciakclub.it
1. Il film è stato un cambio di genere per il regista.
David Dobkin è noto per commedie come 2 Single a Nozze (Wedding Crashers), quindi The Judge è stata una sfida diversa per lui, avvicinandosi più al dramma familiare che alla commedia.
2. Robert Downey Jr. ha scelto personalmente Robert Duvall.
Downey Jr. era uno dei produttori del film e ha insistito per avere Robert Duvall nel ruolo del giudice Joseph Palmer. Scelta azzeccata, visto che Duvall ha ricevuto una nomination agli Oscar come Miglior attore non protagonista!
3. Il progetto è nato grazie a Downey Jr. e sua moglie.
La moglie di Robert Downey Jr., Susan Downey, ha co-prodotto il film attraverso la loro casa di produzione, Team Downey. Volevano realizzare un film che esplorasse i legami familiari in modo più profondo.
4. Il film è stato girato in gran parte nel Massachusetts.
Anche se la storia è ambientata in Indiana, molte scene sono state girate in cittadine del Massachusetts come Shelburne Falls. La scelta è stata fatta per ottenere un look da piccola cittadina americana.
5. Vera Farmiga ha improvvisato alcune battute.
L’attrice, che interpreta Samantha Powell, ha improvvisato alcune delle sue linee di dialogo, aggiungendo autenticità alle sue interazioni con Hank.
6. La scena dell’interrogatorio tra Hank e il padre è stata girata in un’unica ripresa.
Uno dei momenti più intensi del film è stato girato con poche interruzioni, per mantenere l’energia emotiva tra i due attori.
7. Robert Duvall ha rifiutato l’uso di controfigure per le scene più intense.
Nonostante l’età, Duvall ha voluto girare personalmente alcune scene fisicamente impegnative, come quelle in cui il giudice lotta con la malattia.
8. Billy Bob Thornton ha accettato il ruolo senza leggere la sceneggiatura.
Interpreta l’avvocato Dwight Dickham, e ha accettato subito il film solo basandosi sul cast coinvolto.
9. Thomas Newman ha composto la colonna sonora.
Newman, noto per American Beauty e Le Ali della Libertà, ha creato una colonna sonora minimalista e toccante, che accompagna perfettamente il tono malinconico del film.
10. La musica di Willie Nelson chiude il film.
La canzone “The Scientist“, reinterpretata da Willie Nelson (originariamente dei Coldplay), accompagna i titoli di coda, aggiungendo un tocco nostalgico e riflessivo.