Ritorno al futuro
Il cinema ha il potere di rendere immortali i capolavori che del cinema ne fanno arte. Ritorno al futuro non solo è arte, non solo è un pilastro del tema ‘viaggi nel tempo’ tanto amato dal mondo hollywoodiano, ma è puro artigianato, e di ottima fattura. Robert Zemeckis ha diretto un film su di un viaggio nel tempo destinato ad essere senza tempo, e questo è un evidente paradosso, come quelli che secondo Doc (Christopher Lloyd) distruggono l’universo. Era il 1985, quando ricomparvero gli sneakers retrò ai piedi e gli orologi digitali ai polsi dei giovani adulti, l’amore per il vintage, e nelle sale un film capace di collocarsi al di sopra di ogni moda, Ritorno al futuro, che grazie ai suoi artefici, Zemeckis/Gale, ha posto la pietra miliare di una nuova Hollywood in cui un film di genere poteva diventare un successo multi-genere. In pieno periodo di pellicole teen-movie, il loro assoluto talento è stato quello di innestare alla commedia adolescenziale elementi di avventura e di ‘delicata’ fantascienza. Non tutti sanno che la realizzazione di questa pellicola e di tutta la trilogia, è stata molto difficile. Ha affrontato e superato moltissime difficoltà, persino il cambio dell’attore protagonista dopo ben 5 settimane di riprese e 3 milioni di dollari spesi: Eric Stoltz l’attore ingaggiato per interpretare Marty McFly non era la scelta giusta. Senza Michael J. Fox l’equilibrio della commedia tra farsa, dramma e sentimento non avrebbe retto. Senza Christopher Lloyd, lo scienziato pazzo non sarebbe diventato memorabile. Senza la DeLorean, modificata dai tecnici degli effetti speciali, l’elemento science-fiction non sarebbe diventato leggendario. Ma tutto questo non avrebbe funzionato se Zemeckis e Gale non avessero scritto una storia perfetta, una sceneggiatura ad incastri dove ogni singola scena ed ogni singola battuta sono frammenti indispensabili per l’evoluzione della trama. Ritorno al futuro è dunque uno dei rari film che portano il pubblico ad un senso di completezza crescente fino ai titoli di coda. La sequenza d’apertura lo annuncia implicitamente con quella panoramica sugli orologi a rappresentare il tempo, il ticchettio come allegoria della scansione degli eventi, e gli ingranaggi che li tengono in marcia, ovvero gli incastri narrativi, sono elementi fondamentali ed imprescindibili. La sceneggiatura è davvero da manuale: dalla presentazione del personaggio di Marty, ai primi dieci minuti in cui si ricevono solo informazioni utili a dipingere il quadro generale. Fantastica la colonna sonora di Alan Silvestri. Insomma, un capolavoro assoluto che avrebbe meritato più di una statuetta.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Ritorno al Futuro, è un film fantascientifico del 1985, primo della celebre trilogia. Il film narra la storia di Marty McFly (Micheal J. Fox), un adolescente californiano alle prese con uno scienziato carismatico e un pò strampalato, Emmett “Doc” Brown (Christopher Lloyd).
Doc invita Marty a raggiungerlo al parcheggio di un grande centro commerciale per aiutarlo a filmare un esperimento. Una volta giunto lì, Marty scopre che l’esperimento è in realtà una macchina del tempo, costruita all’interno di una DeLorean modificata. Lo scienziato rivela che la macchina è alimentata a plutonio e confessa di aver rubato il prezioso elemento ai terroristi libici.
Nel tentativo di spiegare a Marty il funzionamento della macchina, Doc seleziona il 5 Novembre 1955 come data di viaggio. Proprio in quel momento, sopraggiungono inaspettatamente i terroristi, i quali sparano allo scienziato. Marty si rifugia dentro la DeLorean e inavvertitamente ne attiva i comandi, e così viaggia indietro nel tempo, fino al 1955. Qui il ragazzo scopre di non avere plutonio a sufficienza per tornare indietro. Così si mette alla ricerca del giovane Doc, l’unico che possa aiutarlo.
Strada facendo incontra George (Crispin Glover), suo futuro padre, bullizzato dal compagno di classe Biff Tannen (Thomas F. Wilson), e, nel seguirlo, finisce con l’intromettersi nel suo passato. Infatti, Lorraine (Lea Thompson) si invaghisce di Marty, innescando un paradosso temporale pericolosissimo, dal momento che la ragazza è la sua futura madre.
Una volta rintracciato Doc, lo scienziato si mette all’opera per escogitare un piano per riportare Marty “indietro” nel futuro e mette in guardia il ragazzo: dovrà necessariamente fare in modo che i suoi genitori si innamorino quella notte stessa, o verrà cancellato dalla faccia della terra.
A questo primo film sono seguiti Ritorno al Futuro parte II del 1989 e Ritorno al Futuro parte III del 1990.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne ben quattro candidature ai Premi Oscar del 1986, portandosi a casa una statuetta:
Migliori effetti speciali sonori a Charles L. Campbell, Robert R. Rutledge.
Le altre nomination furono:
Nomination Miglior sceneggiatura originale a Robert Zemeckis, Bob Gale
Nomination Miglior canzone a Huey Lewis, Chris Hayes, Johnny Colla
Nomination Miglior suono a Bill Varney, B.Tennyson Sebastian, Robert M. Thirlwell, William B. Kaplan
Curiosità – fonte: www.lascimmiapensa.com
1 – Il rifiuto della Disney.
Una volta che Bob Gale e il regista Robert Zemeckis terminarono la creazione della prima bozza riguardante il primo film della saga, cercarono una casa a cui vendere i diritti. Portarono quindi il loro lavoro alla Disney che però si dimostrò scandalizzata da una trama che prevedeva una storia d’amore incestuosa tra un figlio e sua madre nel passato.
“Ci risposero che una madre che si innamora del proprio figlio non era appropriata in un film per famiglie della Disney”.
Quel che si dice una pessima scelta di mercato, vero Disney?
2 – Einstein avrebbe potuto essere uno scimpanzé.
Il compagno di avventure di Doc Brown, il fidato cane Einstein, nel copione originale avrebbe dovuto essere uno scimpanzé, salvo poi venire tramutato nell’animale che tutti noi conosciamo da Sid Sheinberg, capo della Universal, proprietaria dei diritti del film, che dichiarò come nessun film con uno scimpanzé avesse mai generato profitti di alcun tipo.
3 – Ritorno al futuro avrebbe potuto non chiamarsi così.
Sempre Sid Sheinberg sollevò grossi dubbi anche per quel che riguarda il titolo del film. Secondo lui nessuno nel 1985 sarebbe andato a vedere un film nel quale compare la parola “futuro” nel titolo. Di conseguenza suggerì di modificare il nome del film in Spaceman from Pluto, proponendo anche una modifica della sceneggiatura che giustificasse un titolo simile. Senonché Steven Spielberg, produttore esecutivo dell’opera, scoppiò in una risata ringraziando il collega per l’eccellente battuta fingendo che Sid Sheinberg stesse scherzando. Superfluo dire come il capo della Universal ingoiò il rospo e ritirò la proposta.
4 – La DeLorean doveva essere un frigorifero.
La DeLorean, una delle automobili più iconiche della storia del cinema avrebbe potuto non esserci in Ritorno al Futuro. Difatti nell’idea iniziale, la macchina del tempo avrebbe dovuto essere un frigorifero attivato da un esplosione nucleare. Spielberg però temette che i bambini potessero imitare la scena a casa e di conseguenza si virò verso un’altra idea.
Si scelse un’automobile poiché, secondo le regole dello scrittore Herbert Wells, una macchina del tempo può spostarsi nel tempo ma non nello spazio: serviva perciò un qualcosa munito di ruote. Si optò infine per la DeLorean poiché la sua apertura particolare degli sportelli le conferiva un aspetto “alieno”.
5 – La battuta su Reagan passata al vaglio della Casa Bianca.
Quando Marty torna nel passato ed incontra Doc, uno dei primi scambi di battute riguarda il presidente degli Stati Uniti, che nel 1985 era Ronald Reagan.
Doc: Allora, dimmi, ragazzo del futuro… chi è il presidente degli Stati Uniti nel 1985?
Marty: Ronald Reagan.
Doc: Ronald Reagan?! L’attore?! E il vicepresidente chi è? Jerry Lewis?! Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady! E John Wayne è il ministro della guerra!
I produttori erano molto preoccupai dall’eco che avrebbe potuto avere a Washington questa battuta e allora chiesero il permesso al presidente di poterla usare. Fortuna volle che Reagan fu molto divertito sia da questo scambio di battute tra i protagonisti che dalla sceneggiatura in generale e quindi avallò il tutto.
6 – Marty avrebbe potuto essere interpretato da un altro attore.
Il volto di Marty McFly nell’immaginario collettivo mondiale è quello di Michael J. Fox. Tuttavia inizialmente, l’attore protagonista di Casa Keaton, era impegnato e non aveva potuto accettare l’incarico.
Al suo posto Zemeckis chiamò Eric Stoltz, simile per corporatura a Fox. Tuttavia a metà delle riprese il regista non era soddisfatto del lavoro di Stoltz e lo licenziò poiché, secondo lui, non aveva la giusta ironia per la parte. Scoprendo poi che Fox era tornato disponibile lo scritturò. Il resto, come si suol dire, è storia.
7 – Le ispirazioni dietro Doc Brown.
Cristopher Lloyd, per interpretare Doc Brown si ispirò principalmente a due uomini. Uno è ovviamente Albert Einstein, cosa evidente sia per la capigliatura che per l’eccentricità dell’inventore. Il secondo è Leopold Stokowski, direttore d’orchestra di Fantasia 2000 della Disney. Bob Gale, parlando di Lloyd, disse
“Sembra che Doc Brown stia conducendo l’orchestra del mondo.”
Definizione che ora assume tutt’altro significato non trovate?
8 – La trasformazione del centro commerciale.
La prima volta che vediamo la DeLorean nel primo Ritorno al futuro, la troviamo nel parcheggio di un centro commerciale, il Twin Pines Mall, nome che deriva dal fatto che nello spiazzale sono presenti due grandi pini. Quando però Marty torna nel passato, abbatte uno dei due mastodontici alberi.
Di conseguenza quando poi compie il viaggio opposto ritornando a casa, nel parcheggio si trova un solo pino e il nome del centro commerciale è cambiato in Lone Pine Mall. Semplicemente geniale.
9 – Grande Giove!
Sebbene l’esclamazione Grande Giove! spesso ripetuta da Doc sia una delle frasi più iconiche del film e della storia del cinema in generale, nella prima pellicola non viene mai pronunciata, sostituita invece dalla frase Bontà divina!. Nella versione originale tale esclamazione è tradotta con la locuzione inglese Great Scott che non ha un vero corrispettivo in italiano. Questa esclamazione è utilizzata non solo da Doc, ma anche da Sherlock Holmes e da Superman, soprattutto durante la Silver Age.
10 – Levi Strauss o Calvin Klein?
Quando Marty torna nel passato e incontra sua madre, trovandosi in difficoltà nel dare alla ragazza il suo nome, dice di chiamarsi Levi Strauss, ispirato dai vestiti che ha indosso. Tuttavia nella versione originale non è questo l’appellativo che il ragazzo utilizza per sè stesso. Difatti Marty dice di chiamarsi Calvin Klein, altra celeberrima marca di indumenti degli anni ’80. Tuttavia, visto che questa seconda non era molto nota in Europa, si decise di optare per il ben più famoso Levi Strauss.
11 – I nomi dei protagonisti di Ritorno al Futuro.
Non fu facile trovare dei nomi adatti per i due protagonisti assoluti di Ritorno al futuro. Per quel che riguarda Marty, inizialmente il cognome avrebbe dovuto essere McDermott, appellativo alla fine considerato troppo lungo e pieno di consonanti. Di conseguenza si optò per il più semplice McFly. Mentre per il nome di battesimo di Doc, Emmett, si decise di usare un gioco di parole, basato sul termine “time”. Difatti Emmett proviene da tale parola, letta al contrario e scandita per sillabe, Em-It.
12 – L’origine del nome di Biff Tannen.
In ogni pellicola della saga appare come antagonista di Marty Biff Tannen, in tutte le versioni possibili, da giovane, da anziano, da ricco, da povero ed interpretato sempre da Thomas F. Wilson. Tuttavia il nome di questo personaggio non è casuale. Difatti l’appellativo venne dal produttore esecutivo della Universal Ned Tanen, che si comportò con aggressività nei confronti di Zemeckis e Gale durante la riunione del film 1964: Allarme a New York arrivano i Beatles.