Quarto potere
Un venticinquenne di nome Orson Welles, conosciuto nel mondo dello spettacolo grazie ai successi riscossi a Broadway e grazie alla trasmissione radiofonica “War of the Worlds”, esordì nel mondo della pellicola con “IL” capolavoro della cinematografia di tutti i tempi, “Quarto Potere“. Grazie ai suoi riconoscimenti in campo artistico, Welles ottenne il pieno controllo dell’opera, in cui rivestì i ruoli di produttore, regista, sceneggiatore ed attore protagonista, ma il suo genio non venne immediatamente riconosciuto dal pubblico e dagli addetti ai lavori: non riuscì a ripagare gli investitori della RKO con gli incassi al botteghino, né ad affascinare i critici dell’epoca. Eppure, Quarto Potere è tutt’ora in cima alla classifica “AFI’s 100 Movies”! Analizzando tecnicamente il film, si riscontra una geniale parte introduttiva che fa strada ad una sinergia di soluzioni linguistiche rivoluzionarie: la struttura a flashback capace di costruire una narrazione frammentaria raccontata da differenti punti di vista, compreso il cinegiornale; la scelta registica dell’uso del grandangolo, sapientemente bilanciata dall’occhio di Gregg Toland, che riesce a realizzare una messa a fuoco propria dell’occhio umano; il montaggio a puzzle di Robert Wise e del suo assistente Mark Robson; i chiaroscuri, le inquadrature dal basso a riprendere i soffitti e i movimenti di macchina (dolly gigantisti come la reggia di Xanadu); le note musicali dell’esordiente Bernard Herrmann e l’uso espressivo del sonoro, con overlapping e tecniche radiofoniche. E poi un maestoso Orson Welles nei panni del protagonista, che si sottopone a lunghe ore di trucco, ma che riesce ad incarnare la spregiudicatezza del capitalismo, rendendo allegorico, generoso, ma anaffettiva la parabola e la psicologia di un complesso personaggio, che vive un’esistenza caratterizzata da potere, soddisfazioni, errori, malumori e megalomanie, figlia di un animo inappagato, l’animo del vero William Randolph Hearst, che cercò in tutti i modi di boicottare l’uscita del film. Tante sono le qualità di questa pellicola, dal soggetto che verte anche sulla manipolazione dei mass media, a varie intuizioni tecniche come ad esempio la luce delle lampade riflessa da pannelli, all’ingaggio di attori sconosciuti che però appartengono alla compagnia teatrale ‘The Mercury Theatre’, di cui ne è membro lo stesso Welles, alla messinscena calibrata sulla colonna sonora in diretta. Insomma, un vero e proprio capolavoro che rivoluzionò il cinema di quei tempi.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Quarto potere, è un film del 1941 scritto, diretto ed interpretato da Orson Welles. Il coinvolgente lungometraggio narra la vita del famoso magnate della stampa Charles Foster Kane (Orson Welles), uomo dalla personalità complessa, incapace di amare gratuitamente gli altri e condannato per questo a vivere una lunga parte della sua vita in solitudine nel Castello di Candalù, in Florida, fino al momento della sua dipartita.
Ultima parola pronunciata da Kane in punto di morte, tenendo in mano una palla di vetro, è “Rosabella”. Il giornalista Jerry Thompson (William Alland) viene incaricato dal direttore di un cinegiornale, interessato alla biografia del magnate, di scoprire il significato della misteriosa parola pronunciata dall’uomo prima di spirare.
Thomson, dopo aver ricevuto dalla seconda moglie del magnate, la cantante Susan Alexander (Dorothy Comingore), un netto rifiuto a rilasciare dichiarazioni, ottiene informazioni importanti dalle memorie del defunto banchiere Walter Parks Thatcher (George Coulouris), uomo d’affari al quale Kane era stato affidato da piccolo per essere istruito. Il giornalista apprende dai suoi scritti quanto l’infanzia di Kane fosse stata particolarmente difficile a causa del distacco forzato dal suo mondo e dai suoi genitori, avvenuto successivamente alla scoperta dell’enorme ricchezza ereditata. Ma tra le memorie di Thatcher il giornalista non trova ancora la risposta che sta cercando ed è costretto pertanto a contattare altre persone legate alla vita del magnate, tra cui il suo braccio destro Bernstein, il suo ex migliore amico Jedediah Leland, il maggiordomo Raymond e finalmente Susan.
Grazie ai loro racconti si ricompone come un puzzle tutta la vita di Kane e si delinea pian piano la sua personalità forte ed enigmatica. Tuttavia nulla emerge riguardo la misteriosa parola pronunciata dall’uomo in punto di morte. Riuscirà l’ostinato giornalista a scoprire quale significato si nasconde dietro il termine “Rosabella”?
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne ben nove candidature ai Premi Oscar del 1942, portandosi a casa una sola statuetta:
Miglior sceneggiatura originale a Herman J. Mankiewicz, Orson Welles
Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior regia a Orson Welles
Nomination Miglior attore a Orson Welles
Nomination Miglior fotografia in bianco e nero a Gregg Toland
Nomination Miglior colonna sonora per film drammatico a Bernard Herrmann
Nomination Miglior scenografia per film in bianco e nero a Perry Ferguson, Van Nest Polglase, Al Fields, Darrell Silvera
Nomination Miglior montaggio a Robert Wise
Nomination Miglior suono a John Aalberg
Curiosità – fonte: www.quotidiano.net
1. Genio Poliedrico.
Quel primo maggio 1941 Orson Welles ha 25 anni (ne compie 26 di lì a pochi giorni, il 6 maggio). Prima di dedicarsi al cinema ha già scritto una pagina di storia della radio e del teatro: nel primo caso grazie al radiodramma La guerra dei mondi, così ben realizzato che molti ascoltatori vanno nel panico ritenendolo la cronaca di un’invasione aliena; nel secondo caso fondando la compagnia del Mercury Theatre e mettendo in scena spettacoli pionieristici come ad esempio un Macbeth in versione voodoo e con attori di colore (realizzato a soli 20 anni).
2. Final Cut.
La casa di produzione RKO scrittura Orson Welles offrendogli qualcosa che mai prima di allora era stata concessa a un cineasta, nemmeno a gente del calibro di Alfred Hitchcock o John Ford. Welles ottiene infatti il cosiddetto final cut, cioè il completo controllo artistico del proprio film grazie al diritto di dire l’ultima parola sul suo montaggio finale. Poi, giovanissimo e senza esperienza pratica nel mondo del cinema, scrive, dirige e interpreta un assoluto capolavoro.
3. Il trucco per invecchiare.
Quarto potere racconta la storia del magnate Charles Foster Kane da quando è bambino a quando muore. Orson Welles lo interpreta per l’arco di tempo che va dai 25 ai 78 anni d’età, affidandosi ad esperti truccatori per dargli il giusto aspetto. Nei momenti di maggiore invecchiamento deve farsi trovare in sala trucco alle 2:30 del mattino per poter essere sul set alle 9.
4. Collaboratori di prestigio.
L’impatto che Quarto potere ha sulla storia del cinema è indubbiamente merito di Orson Welles, ma bisogna rendere il giusto merito ad alcuni dei suoi collaboratori, primo fra tutti il direttore della fotografia e operatore di ripresa Gred Toland (uno dei migliori al mondo) e lo scenografo Perry Ferguson (anch’egli fra i più quotati). Senza scodare che il cast principale del film è composto dagli attori del Mercury Theatre, eccellenti professionisti già affiatati.
5. L’attrice maltrattata.
Dorothy Comingore interpreta la seconda moglie di Kane. Siccome esigenze di copione richiedono che lei sviluppi un odio per lui, durante le riprese Orson Welles (che interpreta Kane) la tratta deliberatamente male di fronte alla troupe, umiliandola ogni volta che può.
6. I titoli di testa.
All’inizio di Quarto potere c’è solo il titolo del film, senza essere seguito dal nome degli interpreti principali: è qualcosa che si era visto rarissimamente in precedenza e che oggi è pratica molto diffusa per i blockbuster statunitensi.
7. La colonna sonora.
Il compositore Bernard Herrmann, autore delle musiche di film come Taxi Driver e Psycho, esordisce proprio con Quarto potere. Welles l’ha voluto perché i due avevano lavorato insieme alle produzioni del Mercury Theatre: siccome non aveva mai lavorato nel cinema, Herrmann chiede un compenso da esordiente, ma Welles ottiene che sia pagato come un navigato professionista.
8. Il magnate offeso.
La trama di Quarto potere è lontanamente ispirata alla figura di William Randolph Hearst, potentissimo magnate della carta stampata. Hearst impedisce ai suoi giornali di fare qualunque pubblicità al film perché tutt’altro che lusingato dal personaggio di Charles Foster Kane. È anche a causa dell’ostruzionismo di Hearst se Quarto potere è un fallimento al botteghino, nonostante le recensioni entusiaste da parte della critica.
9. Metodi sporchi.
William Randolph Hearst la prende talmente sul personale da accusare Orson Welles di essere comunista nella speranza che questo blocchi l’uscita del film. Sfumato lo stratagemma, pare che l’imprenditore abbia pagato un’attricetta per gettarsi nuda fra le braccia di Welles non appena fosse entrato nella sua stanza d’albergo, allo scopo di farlo fotografare dai paparazzi in un momento imbarazzante. Non è dato sapere se l’imboscata sia stata organizzata sul serio, ma è certo che Welles, informato del rischio, decise di dormire da un’altra parte, quella notte.
10. La notte degli Oscar.
Anche per colpa degli incassi insoddisfacenti (RKO perse 160mila dollari) Quarto potere si comporta male alla cerimonia degli Oscar: si presenta con nove candidature e vince una sola statuetta, quella per la miglior sceneggiatura originale. Peggio ancora, i detrattori del film fischiano rumorosamente ogni volta che il titolo viene nominato durante la presentazione delle varie categorie.