Qualcuno volò sul nido del cuculo
Il maestro Milos Forman, nel 1975, diresse uno straordinario Jack Nicholson nel suo titanico capolavoro. “Qualcuno volò sul nido del cuculo” è una filastrocca per bambini che non viene citata in sceneggiatura, ma che nel libro da cui è stata tratta allude alla follia. La caratteristica di questo capolavoro del cinema, risiede nel racconto privo di tono predicatorio, poiché incentrato sul rapporto che l’individuo ha con un potere che tende a schiacciarlo per imporgli il “suo bene”. Forman non suggerisce soluzioni nel raccontare, ma denuncia i metodi poco ortodossi usati a quei tempi negli istituti di cura psichiatrici. La produzione volle fortemente Nicholson a guidare un cast eccezionale sia nella realtà che nella storia: icona liberatoria di quegli anni per la sua interpretazione magistrale in Easy Rider. Una pellicola sempre attuale e fresca dettata dal conflitto fra la macchina cieca delle istituzioni e l’innato impulso della libertà. Nel ’76 Forman servì una “scala reale” nella notte degli Oscar.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Randle Patrick McMurphy (Jack Nicholson) arriva nel 1963 all’ospedale psichiatrico di Salem, e viene accolto dal Dottor John Spivey (Dean R. Brooks), che gli spiega a quali trattamenti verrà sottoposto per capire la natura della sua malattia mentale. Durante il periodo di osservazione, assume un comportamento insubordinato e istiga alla ribellione gli altri pazienti: rifiuta le medicine, prende in giro gli infermieri e i degenti, si impossessa dell’autobus dell’ospedale e con altri compagni ruba una barca da pesca, fingendo di far parte di un gruppo di medici della struttura. Sotto la sua guida e grazie al suo esempio, gli altri pazienti iniziano a ribellarsi ai trattamenti vessatori degli infermieri e soprattutto della temibile caporeparto, Mildred Ratched (Louise Fletcher). Randal stringe amicizia con gli altri degenti, in particolare con Billy (Brad Dourif), ragazzo timido e balbuziente, e con Bromden (WillSampson), sordomuto e dalla corporatura imponente, e cerca di aiutarli a comprendere che sono persone degne di rispetto e di essere trattate come tali, ma quando capirà che è impossibile cambiare realmente le cose, organizzerà la fuga.
Cast – fonte: trovacinema.repubblica.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne ben nove candidature ai Premi Oscar del 1976, portandosi a casa cinque statuette:
Miglior film
Miglior regia a Milos Forman
Miglior attore a Jack Nicholson
Miglior attrice a Louise Fletcher
Miglior sceneggiatura non originale a Lawrence Hauben, Bo Goldman
Le altre nomination furono:
Nomination Miglior attore non protagonista a Brad Dourif
Nomination Miglior fotografia a Bill Butler, Haskell Wexler
Nomination Miglior colonna sonora originale a Jack Nitzsche
Nomination Miglior montaggio a Richard Chew, Lynzee Klingman, Sheldon Kahn
Curiosità – fonte: farefilm.it
1 – Finale
Fin da subito, gli studi di 20th Century Fox si dimostrarono interessati al film, ma per distribuirlo avrebbero voluto un finale diverso: preferivano che il personaggio di Randle Patrick McMurphy (Nicholson) restasse in vita. Il produttore Saul Zaentz non si piegò a questo out-out e alla fine il film fu distribuito da United Artists.
2 – Protagonisti
Jack Nicholson e Louise Fletcher non furono le prime scelte per interpretare il protagonista Randle Patrick McMurphy e l’infermiera antagonista Mildred Ratched. Kirk Douglas fu ritenuto ormai troppo “vecchio” per la parte e il regista Milos Forman contattò anche Gene Hackman, Marlon Brando e Burt Reynolds prima di far ricadere la propria fortunata scelta su Nicholson. Anne Bancroft, Colleen Dewhurst, Geraldine Page e la “signora in giallo” Angela Lansbury furono tutte battute da Louise Fletcher.
3 – In clinica
Gli attori del film, per tutto il periodo delle riprese, vissero nei pressi dell’ospedale psichiatrico Oregon State Hospital e trascorsero diversi giorni all’interno della clinica per entrare in contatto con i pazienti e toccare con mano la condizione di “ricoverato”.
4 – Non ti parlo
Il regista Forman e la star Nicholson entrarono in forte attrito per le loro diverse visioni dell’intreccio narrativo. Forman voleva che i pazienti fossero già un manipolo di insubordinati, mentre Nicholson pretendeva che la rottura delle regole dovesse avvenire soltanto con l’ingresso di McMurphy nell’ospedale. Quest’ultimo la spuntò, ma i due non si parlarono più, utilizzando membri dello staff come intermediari delle loro comunicazioni.
5 – Amico immaginario
Danny De Vito, sofferente per la enorme distanza dalla futura moglie durante le riprese, iniziò a parlare di notte con un amico immaginario. Il dottor Brooks disse che non c’erano problemi, a patto che l’attore fosse sempre consapevole che si trattava di un personaggio di fantasia.
6 – Fragile equilibrio
Tutto ok per De Vito, ma fu Sydney Lassick (nel film il paziente Charlie Cheswick) a preoccupare l’intero cast per le sue turbe comportamentali. Mentre assisteva alla scena finale del film, l’attore ebbe una vera e propria crisi di nervi e dovette essere allontanato dal set.