Ombre rosse
Il cinema western, vero marchio di fabbrica della settima arte a stelle e strisce, veniva considerato puro intrattenimento dalla critica fino all’uscita del capolavoro “Ombre rosse“. Il film di John Ford, non solo è riuscito a dare un’imponente dignità artistica al filone dei cow-boy, ma è riuscito a convincere la critica che questo tipo di pellicole possono esprimere una profonda simbologia. Tratto da un racconto di Ernest Haycox, Ombre rosse non è solo pura e scrupolosa arte di genere, ma un trattato di importanti valori di uguaglianza sociale. Il periodo storico in cui è ambientata la storia caratterizza un’epoca in cui il sistema istituzionale e di valori degli Stati Uniti è ancora in via di formazione: la fine degli ’30 vede gli USA uscire da una terribile crisi economica (la grande depressione del ’29) in cui il popolo cerca di ricostruire una nazione con la consapevolezza che la sfrenata corsa all’arricchimento personale non può che portare al collasso. I passeggeri della diligenza di Ombre rosse rappresentano un campionario umano che si ritrova a convivere in un microcosmo, caratterizzato da personaggi “positivi” e personaggi “negativi”. Il commerciante, la brava moglie ed il gentiluomo, i personaggi positivi, all’inizio del viaggio assumono una posizione di sdegno verso i personaggi “negativi”, la prostituta, il bandito e l’alcolizzato, fino a quando non mostrano tutto il loro coraggio e tutta la loro purezza d’animo nel fronteggiare le minacce interne ed esterne che si ritrovano ad affrontare lungo il viaggio. Non è obiettivo di Ford mostrare al pubblico un rovescio di ruoli tra buoni e cattivi, ma quello di mostrare il lato umano ed onorevole dei personaggi. A ciò si affianca l’amore tra il bandito Ringo e la prostituita Dallas, e la loro volontà di costruire una nuova vita lontana dal passato turbolento di entrambi: scelta narrativa sovversiva per l’epoca, che prospetta una nuova società libera da pregiudizi e volta a prosperare su nuove basi sociali. Dal mio punto di vista la rappresentazione del popolo Apache è tendenzialmente negativa, anche se c’è da considerare che il film è stato girato alla fine degli anni ’30.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Verso il 1880, una diligenza trasporta una prostituta, un dottore alcolizzato, la moglie incinta di un ufficiale, un sudista rovinato, un banchiere ladro, un rappresentante di whisky. Tra questi anche uno sceriffo e per strada si aggiunge pure l’uomo ricercato da quest’ultimo. La diligenza, priva di scorta militare (dopo una breve sosta in cui la donna partorisce) viene attaccata dagli indiani.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne ben sette candidature ai Premi Oscar del 1940, portandosi a casa due statuette:
Miglior attore non protagonista a Thomas Mitchell
Miglior colonna sonora a Leo Shuken, John Leipold, W. Franke Harling, Richard Hageman
Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior regia a John Ford
Nomination Miglior fotografia in bianco e nero a Bert Glennon
Nomination Miglior scenografia a Alexander Toluboff
Nomination Migliori montaggio a Dorothy Spencer, Otho Lovering
Curiosità – fonte: www.comingsoon.it
1. Nel 1966 Gordon Douglas gira un rifacimento: I 9 di Drifork City.
2. Il film lanciò il nome di John Wayne.
3. Per la colonna sonora furono usati ben 17 motivi popolari.