Mulholland Drive
Dal genio di David Lynch, uno dei pochi artisti contemporanei capace di comunicare direttamente con l’inconscio, nasce il capolavoro dal titolo Mulholland Drive. La caratteristica di Lynch è quella di fuggire con determinazione dalla razionalità, creando con attenzione e pazienza un percorso onirico in cui l’immagine diventa illusione e la concretezza sfuma nella pura percezione. E questo è stato pienamente rispettato nella costruzione dell’intero progetto artistico di Mulholland Drive, donando alla pellicola un fascino magnetico. I primi 45 minuti di visione, sono caratterizzati da atmosfere noir nel narrare una sceneggiatura tradizionale: due donne, in cui da sfondo vi è il magico mondo dorato di Hollywood, intente a svelare un mistero. Nella restante parte del film, quando tutto sembra canalizzarsi in una soluzione capace di far combaciare tutti i tasselli, avviene la magia firmata Lynch: la razionalità viene abbandonata e lo spettatore è costretto a lasciarsi andare alle proprie capacità intuitive. La scena incriminata, la chiave di volta che rappresenta la netta linea di demarcazione tra la realtà ed il sogno, è la sequenza in cui le due donne si recano in un teatro nel cuore di Hollywood, nel pieno della notte. La porta al lirismo onirico di Lynch viene spalancata e si entra in un mondo dove i ruoli sono etichette appiccicate dal fato, dove l’apparenza non corrisponde alla verità, dove la finzione è solo un modo di interpretare i conflitti. Chi si ferma sulla soglia impedendo di farsi coinvolgere, può solo ammirare l’abilità del regista nella messa in scena, restando però deluso dall’incoerenza assoluta del racconto, in cui è impossibile trovare una linearità, per le molteplici e contraddittorie ipotesi che vengono ‘suggerite’. E’ Lynch che ama spingere lo spettatore ad uscire da una logica predefinita in cui azione e reazione finiscono per sottostare a precise regole. Il film non ha una FINE classica del canonico e discente mondo cinematografico, anzi. La scelta di Lynch è precisa ed è quella di rimescolare tutte le carte rendendo impossibile identificare una verità univoca. E così il film si imprime nelle menti degli spettatori, con immagini e suoni che verranno ricordati al pari di un sogno da cui ci si sveglia nel cuore della notte. Mulholland Drive non è quindi un film semplice, ma un’esperienza visiva e sensoriale capace di comunicare con la parte indefinita della natura umana in cui le pulsioni indossano le vesti del sonno. E’ necessario che lo spettatore abbia una certa predisposizione a gustare questo capolavoro della settima arte, in cui delle forzature di sceneggiatura possano sembrare esagerate, ma che di certo non lasciano indifferenti. Una nota di merito cum laude va alla camaleontica Naomi Watts ed a Laura Harring, oltre al commento sonoro curato da Angelo Badalamenti.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Mulholland Drive, film diretto da David Lynch, racconta la storia dell’amicizia tra Betty Elms (Naomi Watts), aspirante attrice appena approdata a Hollywood, e Rita (Laura Harring), una donna affetta da amnesia in seguito a un incidente d’auto su Mulholland Drive. Tutto ha inizio subito dopo il sinistro, quando la sopravvissuta, in forte stato di shock, si rifugia nel giardino di una villa dove si addormenta. Al suo risveglio, decide di entrare nell’abitazione dove poco dopo irrompe Betty che, sorpresa di trovare un’intrusa in casa di sua zia Ruth, cerca di capire di chi si tratti. Quando scopre che ha di fronte una donna colpita da amnesia, decide di aiutarla a recuperare la memoria. Così comincia a curiosare tra i suoi effetti personali e trova nella borsa un’ingente somma di denaro e una strana chiave blu. Nel frattempo sul set il regista Adam Kesher (Justin Theroux) viene minacciato da due mafiosi che gli ordinano di scegliere per il ruolo principale del suo film Camilla Rhodes, un’attrice sconosciuta. L’uomo non vuole accettare, ma si trova costretto a farlo quando sua moglie, che lo ha tradito, lo butta fuori casa e gli chiude il conto in banca. Intanto Betty continua ad aiutare Rita nella ricerca della memoria perduta e, mentre pranzano da Winkie’s, il nome della cameriera, Diane, fa riaffiorare un ricordo legato a una certa Diane Selwyn, che le due donne si mettono subito a cercare. Quando, tuttavia, trovano il suo appartamento, scoprono il misterioso cadavere di una donna in avanzato stato di decomposizione…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne una candidatura ai Premi Oscar del 2002:
Nomination Miglior regia a David Lynch
Curiosità – fonte: www.cinefilos.it
1. Mulholland Drive nacque come pilot per la tv.
David Lynch inventò il nome del film mentre cercava di creare un altro pilot, quello di uno spin-off di Twin Peaks con Mark Frost. Alla fine, però, Lynch decise di scrivere e girare un nuovo Mulholland Drive per la ABC, che non avesse niente a che fare con l’altra serie. Era uno show molto elaborato, per alcuni elementi molto simile al film. La serie fu rifiutata però dalla ABC, con la quale Lynch stava cominciando ad avere un rapporto un po’ difficile. A quanto pare, un rappresentante della ABC disse a Lynch di essersi addormentato durante la visione del pilot. Fu la compagnia francese Canal Plus a comprare poi i diritti del pilot per farne un film: l’episodio fu montato di nuovo, con 50 minuti di girato in più, e diventò il film che conosciamo.
2. La première di Mulholland Drive fu al festival di Cannes.
Non solo: addirittura i produttori del film lo videro per la prima volta sullo schermo del Festival.
3. In Mulholland Drive, la maggior parte del cast è sconosciuta proprio perché doveva essere una serie tv.
Se Lynch avesse pianificato dall’inizio di fare di Mulholland Drive un film, Naomi Watts probabilmente non sarebbe nemmeno stata considerata per il ruolo. Infatti, dato che inizialmente doveva trattarsi di una serie tv, Lynch e i direttori del casting decisero di scegliere quegli attori che sarebbero stati disponibili a firmare un contratto a lungo termine. A riguardo, Lynch ha detto: “È un altro paio di maniche quando devi scegliere attori o attrici per una serie tv che potrebbe andare avanti per parecchio tempo”. Su Naomi Watts, però, ha aggiunto: “Era giusta per la parte”.
4. Lynch non fece audizioni per il cast di Mulholland Drive.
Prima di entrare a far parte del cast, Naomi Watts ebbe semplicemente una conversazione di trenta minuti con David Lynch dopo la quale venne scelta, così come la maggior parte degli attori principali. Durante una conferenza stampa del 2001, Lynch ha raccontato: “Non faccio mai leggere una scena a nessuno, perché poi voglio cominciare a fare le prove, non importa chi sia (l’attore). Mi faccio solo un’idea a partire da una conversazione. È qualcosa negli occhi. È un sentimento nell’aria. E io so se la persona può interpretare quel ruolo”.
5. Laurea Elena Harring fu coinvolta in un incidente d’auto mentre si recava all’incontro con Lynch.
Harring era molto emozionata per l’incontro con Lynch riguardo al personaggio di Rita. Ma, mentre guidava per recarsi all’incontro con il regista, urtò il retro di un’altra auto. Fortunatamente per lei, era la macchina di un altro attore che stava andando ad un provino, e i due semplicemente lasciarono la scena dell’incidente. Fu all’incontro con Lynch che il regista le rivelò che il personaggio di Rita si ritrova vittima di un incidente in una delle prime scene del film.
6. La Harring ebbe un’altra premonizione su Mulholland Drive.
Quando Lynch le disse che la ABC non aveva approvato la serie, lei non perse la speranza. Una volta, a quanto pare, disse: “Continuavo a sognare che Mulholland Drive diventava un film. E continuavo a dire (a Lynch) di avere dei presagi: vedevo il noma Rita (quello del personaggio) dappertutto, e vedevo ‘Mulholland’ dappertutto e dissi: ‘Sai, ho proprio la sensazione che questa cosa andrà avanti”.
7. Il film di Lynch è un film difficile da capire: è tutto tranne che lineare.
E il regista si è rifiutato, per Mulholland Drive, di dare una spiegazione. Ovviamente, il regista ama l’ambiguità, e ha deciso di non spiegare le proprie intenzioni per quanto riguarda la narrazione, lasciando agli spettatori e ai critici (il Guardian ha chiesto ad una serie di critici di dare una spiegazione su Mulholland Drive, e alcuni hanno fatto fatica!) l’interpretazione del film. Lynch si è limitato a dare uno slogan al film: “Una storia d’amore nella città dei sogni”. Come tanti film del regista, Mulholland Drive segue una logica onirica ed emotiva, ed è molto difficile da capire, e ogni spiegazione è inevitabilmente complicata. Interessante è la lunga spiegazione dei Cineuforici, che associa ogni scena ad un “mondo” diverso: quello dei sogni, quello del subconscio, e quello della realtà.
8. Lynch, per Mulholland Drive, non dà una spiegazione.
Ma ha dato delle indicazioni a riguardo, descrivendo il film così: “Parte uno: lei si ritrova all’interno del mistero perfetto. Parte due: una triste illusione. Parte tre: amore”.
9. La maggior parte delle idee di Lynch vengono dalla meditazione trascendentale.
Uno dei motivi per il quale Mulholland Drive non ha una spiegazione precisa, è il processo creativo di David Lynch. Infatti, il regista pratica quella che si chiama meditazione trascendentale, che lui descrive come un modo per “espandere la coscienza”. Quando gli fu dato il via libera per il film di Mulholland Drive, Lynch non aveva idee. Non ci aveva nemmeno pensato. Quando dovette però mettere delle idee nero su bianco, racconta, meditò, e fu così che “tutte le idee arrivarono, tutte insieme”.
10. Mulholland Drive e il significato: gli indizi della campagna promozionale.
All’uscita del film, al regista fu chiesto di fornire dieci indizi sul film per la campagna promozionale. Tra questi, ci sono cose come “Fate attenzione alle apparizioni della lampada rossa”, “Fate caso alla vestaglia, al posacenere, alla tazza di caffè”, e “Dov’è la zia Ruth?”.