Magnolia
Amore, morte, vita e sofferenza! Magnolia, terza opera cinematografica del giovanissimo e geniale Paul Thomas Anderson, è tutto questo, un intreccio di sentimenti, azioni, vissuto che ha portato il giovane autore e regista ad ottenere ben tre candidature sul palco più prestigioso, fra cui miglior sceneggiatura originale, oltre a far incetta di premi prestigiosi per l’intero globo. Il suo estro è dappertutto, ma la costruzione della sceneggiatura la fa da padrone: in essa ritroviamo tutta la sua abilità a mescolare le grandi passioni che ci offre la vita, ad una quotidianità impietosa e spesso completamente distaccata. Una trama districata fra differenti storie personali, vite messe alla prova da circostanze difficili non sempre pronte ad affrontare la morte. Nove personaggi, ognuno di loro alle prese col proprio dramma, con le proprie frustrazioni, spinti a confrontarsi con il distacco dalla vita. Sia guardando indietro che al presente, Magnolia si è rivelata una delle opere di Paul Thomas Anderson che più mette in mostra la sua capacità di declinare l’indole umana con le sue mille esperienze e le sue sofferenze. L’interiorità di ognuno viene esternata verso le persone circostanti con diverse intenzioni, ottenendo quindi diversi risultati: la trama, composta da diversi episodi intrecciati, è fondamentalmente basata sul concetto della morte, affrontata da tutti i punti di vista, dal suicidio all’omicidio, fino alla più crudele delle casualità. A dimenarsi con successo nei meandri psicologici dell’autore troviamo un giovane Tom Cruise che col suo personaggio, lo spietato Frank, offre al pubblico una delle sue interpretazioni migliori: cinico motivatore corrotto nell’animo da un rapporto complicato con il padre che reagisce con aggressività alle difficoltà della vita, trovando sfogo su persone che vedono nel suo carisma una possibile soluzione ai loro problemi. Ad affiancarlo, sia sul set che in termini di grandi performance, vi è la tenera insicurezza di Donnie Smith, che porta il volto di William H. Macy, e la tribolazione interiore di Linda, interpretata da Julianne Moore. Quest’ultimi sono due personaggi ideati per mettere in risalto le fragilità umane, oltre che la capacità di trasfigurare l’esperienza umana ed avere una visione in prospettiva, necessaria ad approcciarsi alla quotidianità. Paul Thomas Anderson, con questo ritratto di umanità, mostra come l’uomo è vittima di sé stesso, succube delle passioni e della distorsione che queste imprimono sulla prospettiva con cui guardare al mondo. Le esperienze personali acquisiscono sempre più una dimensione sproporzionata che ha effetti emotivi non solo su sé stessi, ma anche su chi ci circonda. La capacità tecnico artistica di Anderson è stata quella di costruire una sceneggiatura capace di scavare nel labirinto dell’animo umano con delicatezza e precisione ed al contempo con spietatezza e crudeltà, toccando tutti i punti deboli dell’uomo, ostentandoli e mettendoli a confronto con l’esperienza che si acquisisce vivendo il quotidiano. Venire a patti con il bilancio della propria vita scaturisce emozioni diverse e contrastanti tra loro. Se il comparto artistico-registico, sotto la salda guida di Anderson, ha la disarmante capacità di mettere il pubblico di fronte alla deriva di sé stessi, il reparto attoriale si rivela capace di dare voce alle idee del regista con efficacia, creando uno sfavillante ritratto dell’umanità e del suo essere inadatta in molte circostanze.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Magnolia è un film del 1999, scritto e diretto da Paul Thomas Anderson. È una piovosa giornata a San Fernando Valley, Los Angeles. Un vecchio magnate della TV, Earl Partridge (Jason Robards), ormai malato terminale, sta realizzando di aver rifiutato tutto ciò che di buono aveva nella vita: la moglie e il figlio Frank (Tom Cruise), quest’ultimo diventato un invasato predicatore maschilista con una mentalità corrotta e un profondo odio verso il padre. Il moribondo è curato dall’infermiere Phil Parma (Philips Hoffman): la sua bontà d’animo e la sua ingenuità lo metteranno in situazioni molto imbarazzanti. Al capezzale di Earl c’è anche la sua seconda moglie, Linda (Julianne Moore), lacerata dai sensi di colpa per averlo tradito molte volte, che scopre di amare il marito solo ora. Parallelamente, un anziano conduttore Tv, Jimmy Gator (Baker Hall), scopre di avere due mesi di vita. Distrutto dal rimorso, confessa alla consorte di averla tradita e di aver molestato, anche se lei ha rimosso il ricordo, la figlia Claudia, una ragazza insicura, infelice e cocainomane, con la quale ha un rapporto turbolento. Tuttavia l’incontro con il poliziotto divorziato Jim le farà cambiare vita. Donnie Smith invece è un ex bambino prodigio, un asso nei quiz televisivi con i quali ha guadagnato molto. Senza lavoro, si ritrova a fare i conti con la propria identità. Infine c’è il piccolo Stanley, anch’egli campione di quiz, ai quali partecipa solo perché costretto dall’avido padre. L’epilogo, sconcertante e sorprendente, coglierà di sorpresa tutti i personaggi.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne ben tre candidature ai Premi Oscar del 2000:
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- Nomination Miglior attore non protagonista a Tom Cruise
- Nomination Miglior sceneggiatura originale a Paul Thomas Anderson
- Nomination Miglior canzone a Aimee Mann
Curiosità – fonte: www.comingsoon.it
1. Ingmar Bergman era un fan particolare del film.
2. Il titolo del film si riferisce, oltre al Boulevard di Los Angeles, dove si svolge gran parte del film, a Magonia, una regione ipotetica da cui provengono le cose cadute dal cielo.
3. Il numero 8 e 2 compaiono molto spesso durante il film: fanno riferimento a Esodo 8, 2.
4. Incluso tra i “1001 film da vedere prima di morire“, a cura di Steven Schneider.
5. Nel 2000 ricevette tre nomination agli Oscar, vinse un Golden Globe per miglior attore non protagonista a Tom Cruise, un Orso d’Oro al Festival di Berlino, più altre 26 vittorie e 55 nomination.