L’esercito delle 12 Scimmie
Dalla penna di David Webb Peoples, autore del capolavoro Blade Runner, nasce il thriller sci-fi L’esercito delle 12 Scimmie. A firmare la sua regia è il visionario Terry Gilliam, capace di rendere suadente il prestigioso script adottando scelte tecnico-narrative grottesche e deliranti, oltre che paradossalmente apocalittiche. Un apparente caos governato da un paradossale e preciso schema, fatto di infinite reincarnazioni, inaspettate contaminazioni temporali, incastri matematici inevitabilmente basati sul mistero, sulla magia, sul presagio. Una fotografia anch’essa di nicchia, il cui colore dominante è di una tonalità marrone ruggine, a testimoniare con incisività il colore del fango, della tecnologia sporca, della schiavitù e della mancanza d’aria e di tempo. Nulla è lasciato al caso, persino il colore degli occhi di uno straordinario Brad Pitt, eccellente nel ruolo di “schizzato”, anch’essi di colore marrone. Gilliam è un treno in piena corsa e dà libero sfogo alle sue più recondite fantasie fantascientifiche, specie se parliamo di viaggiare nel tempo: è realmente affascinato da questa possibilità, tanto da farne incetta, senza mai perdere di vista il continuum della storia. E fra gli amati salti temporali, le visionarie scenografie, i simboli animaleschi ed i movimenti di macchina fluidi, riesce a creare un magico mix di possibile e surreale, mentre muove innumerevoli critiche al consumismo, alla televisione, all’automazione, all’intossicazione della natura ed ovviamente al fatto che, a parte la musica rock, è l’unica che merita di essere salvata. Ma la cosa realmente più intrigante della sua dottrina è la sua vena anarchica nel narrare il suo pensiero riguardo la linea sottile che vi è fra pazzi e sani di mente: il suo protagonista non è certo l’eroe classico, è iperteso e nevrotico, tanto che, per gran parte del film, aleggia l’inquietante dubbio che tutto sia solo la soggettiva della sua mente malata. Il momento clou della sensibilità del regista si ha nell’attimo in cui il folle scopre di essere sano, così come, in maniera del tutto tragica e spiazzante, il sano scopre di essere folle. E’ l’unica via, questa, da seguire per godersi ciò che resta da vivere, in un mondo in cui non vale la pena salvare nulla.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
L’esercito delle 12 scimmie è un film del 1996 diretto da Terry Gilliam. In un distopico 2035 la popolazione del pianeta Terra è stata quasi completamente cancellata da un attentato batteriologico su ampia scala. Tra i pochi sopravvissuti, che si nascondono sotto terra per evitare il contagio letale, c’è il detenuto James Cole (Bruce Willis). L’uomo accetta di partecipare ad un rischioso progetto per poter ricevere la grazia ed evitare la pena di morte. Alcuni scienziati, infatti, hanno intenzione di utilizzare i carcerati per studiare l’attuale situazione della superficie e per scoprire le dinamiche che hanno portato alla catastrofe mondiale. Nella speranza di trovare un antidoto, gli scienziati inviano alcuni volontari tra cui Cole nel passato per indagare sul misterioso gruppo ecologista chiamato ‘L’esercito delle 12 scimmie’, che si ritiene essere responsabile dell’accaduto. A causa di un errore, Cole viene spedito nel 1990 ovvero ben 6 anni prima dell’attentato. L’uomo viene arrestato e condotto in una clinica psichiatrica, dove fa la conoscenza di Jeffrey Goines (Brad Pitt) e della dottoressa Kathryn Raily (Madeleine Stowe). Per colpa delle massicce dosi di psicofarmaci che è costretto ad assumere, Cole rivela la sua vera identità e il motivo per cui ha viaggiato nel tempo ma nessuno sembra credergli. Fortunatamente, l’uomo viene prelevato da alcuni complici per continuare la sua missione. Dopo altri sbalzi temporali, Cole viene spedito nel 1996 a pochi mesi dal contagio. Qui incontra nuovamente Kathryn, per la quale inizia a nutrire un forte sentimento, e scopre che i suoi racconti hanno ispirato Jeffrey a creare ‘L’esercito delle 12 scimmie’. Dal momento che l’amico si scopre essere figlio di un noto virologo, Cole crede che i sospetti degli scienziati siano fondati e che l’attentatore possa essere l’amico. Mentre Kathryn accetta di aiutare il viaggiatore, Cole dovrà fare i conti con la validità delle sue intuizioni…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne due candidature ai Premi Oscar del 1996:
Nomination Miglior attore non protagonista a Brad Pitt
Nomination Migliori costumi a Julie Weiss
Curiosità – fonte: www.comingsoon.it
1. Per la sua interpretazione nei panni di Jeffrey Goines, Brad Pitt vinse un Golden Globe come ‘Miglior attore non protagonista’.
2. Ai Saturn Awards del 1995, la pellicola trionfò nelle categorie ‘Miglior film di fantascienza’, ‘Miglior attore non protagonista’ (Brad Pitt), ‘Migliori costumi’.
3. Il film si ispira al cortometraggio La jetée (1962) del regista francese Chris Marker.