Il settimo sigillo
Ingmar Bergman non pensa e realizza un film, ma una vera e propria opera d’arte, tracciando così un percorso artistico ben preciso, una collaborazione simbiotica con il grande Max von Sydow ed un viaggio introspettivo sul tema dell’ “assenza” di Dio. E’ la prima volta sul grande schermo per la sua compagna Bibi Andersson, oltre al primo ruolo drammatico del famoso comico Nils Poppe. Diverse le fonti che hanno ispirato il genio di Bergman: un incubo avuto, un atto unico scritto nel 1954 per i suoi allievi dell’Accademia Drammatica di Malmo (“Trämålning“, ‘Pittura su legno‘), e poi simboli medievali come streghe, saltimbanchi, crociati, flagellanti, dipinti di Dürer, ed ancora Strindberg e Shakespeare, e la fobia atomica, i versi dell’Apocalisse sul Settimo Sigillo. Un cocktail di cultura e passione che ha generato un ibrido meraviglioso capace di svelare il mistero della vita. Il Settimo Sigillo è un vero capolavoro, sia nell’uso pittorico del bianco e nero contrastato della fotografia allucinatoria di Gunnar Fischer, sia nella riflessione sulla vita e la morte, simboleggiata dalla famosa “partita a scacchi” ispirata dall’affresco di Albertus Pictor. E’ questo il film in cui Bergman, per la prima volta, analizza, rievoca e trasmette l’angoscia dell’individuo di fronte al mondo circostante, sia nel concreto degli orrori della vita che nel rapporto indifferente del soprannaturale, con chiaro riferimento al tema religioso. Difatti, Antonius è in preda alle considerazioni nichiliste del suo scudiero (Gunnar Björnstrand) ed all’invito all’oblio da parte della Morte (Bengt Ekerot), e quindi schiacciato tra la paura dell’avvenire e la contrastante realtà cruda di un essere superiore. Bergman ci regala quindi un’opera dalle sembianze fiabesche, che attraverso un’allegoria horror, trasmette una magica e prorompente inquietudine dettata dall’aura enigmatica che la pervade e che cerca concretezza nei tentativi di mettere “sotto scacco” le ineluttabilità esistenziali di coesistenza fra humor e terrore, protagonisti degli incontri con la Morte. Infine, che a trionfare sia la fede o lo sgomento, per l’autore è fondamentale essere riuscito ad aprire il Settimo Sigillo, donando all’Umanità ed al Cinema, le giuste domande, quelle che contano davvero, e sancire il mistero dell’assenza di certezze.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Il settimo sigillo, è un film del 1957, diretto da Ingmar Bergman. Ambientato nella Svezia del XIII secolo, il film apre i suoi cupi scenari su una terra devastata dalla peste, in preda al caos. La violenza e il sopruso sono agli angoli di ogni via e sui villaggi aleggia il terrore: le persone vivono attanagliate dalla convinzione che Dio abbia smesso di usare misericordia e stia punendo il mondo vicino ad una imminente “fine”, quella profetizzata nelle pagine del libro dell’Apocalisse. Gli uomini cadono nella disperazione più totale, molti, presi dalla paura dell’imminente oscuro destino, si autoinfliggono violente punizioni per espiare i propri peccati; altri si abbandonano con insaziabilità a strappare gli ultimi piaceri alla vita. In questo drammatico scenario torna, dopo dieci anni dalle crociate in Terrasanta, il nobile cavaliere Antonius Block (Max von Sydow), accompagnato dal suo fedele scudiero. Antonius porta dentro di sé un’inquietudine esistenziale, delle domande a cui non sa dare risposta. Quando approda sulla spiaggia e incontra la Morte, che ha scelto proprio quel momento per portarselo via, gli propone una partita a scacchi sigillata da un patto: fino a quando andrà avanti resterà in vita; ha bisogno di altro tempo. Antonius non vuole morire prima di aver ritrovato la fede che sente vacillare. Comincia la partita con la Morte, tra una mossa e l’altra continua il suo viaggio verso casa cercando disperatamente le occasioni per riconoscere le risposte di Dio nascoste nei fatti che vivrà.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne il premio speciale della giuria al Festival di Cannes del 1957.
Il film ottenne il premio “Miglior regia film straniero” a Ingmar Bergman ai Nastri d’Argento del 1961.
Curiosità – fonte: www.comingsoon.it
1. Il film è la trasposizione cinematografica di un’opera teatrale, Pittura su legno, scritta dallo stesso Bergman nel 1955.
2. Il film si apre con una citazione dal libro dell’Apocalisse, 8,1: “Quando l’agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per mezz’ora. E vidi i sette angeli che stavano dinanzi a Dio, e furono date loro sette trombe…”
3. Nel 1957 al Festival di Cannes il film ha ricevuto il Premio speciale della giuria (ex equo con “I dannati di Varsavia” di Andrzej Wajda).