Il Grande Lebowski
Jeffrey Lebowski (Jeff Birdges) è il Drugo (in lingua originale, The Dude), un bambinone ultraquarantenne poco integrato nella società contemporanea, completamente irresponsabile, forte consumatore di droghe leggere e di cocktail white russian. Il Drugo è il personaggio creato dal genio dei fratelli Coen, che incarna l’uomo più pigro e flemmatico di tutta L.A., e che all’improvviso, per un mero caso di omonimia, viene coinvolto in una storia al di là delle sue capacità. Con l’aiuto del sul migliore amico Walter (John Goodman), veterano ed ossessionato dal Vietnam, si dovrà districare tra le varie “fantasie” messe in scena dal marchio Coen: strani rapimenti, riscatti, nichilisti, poliziotti, nazisti, produttori hard e paradossali altre figure. In sostanza, Il Grande Lebowski può essere inquadrato come una rivisitazione psichedelica e sopra le righe del classico noir investigativo, affermando sempre di più l’enorme talento dei Coen. Non è inquadrabile in un genere preciso, ma si può assoggettare a “commedia umana” il cui protagonista è un eroe con le sembianze di “Drugo“, ironico, distaccato, generoso, che gioca con la vita senza esserne soggiogato, ed in cui lo spettatore può ritrovare se stesso oltre che una posizione “morale” nei confronti di una società marcia. Tecnicamente è costruito su una sceneggiatura scoppiettante e ricca di umorismo, caratterizzata da una leggera confusione, ovviamente voluta, narrata attraverso una straordinaria regia che danza all’unisono con le musiche avvincenti utilizzate, mentre vi si specchiano le maestrali performance di tutto il cast: da un grandioso Jeff Bridges ad un irresistibile John Goodman, passando da Steve Buscemi e John Turturro, onnipresenti nelle pellicole firmate Coen. Eppure, i film col marchio Coen Bros. non entusiasmano la critica, in quanto vengono accusati di essere artigiani di un cinema senz’anima fatto solo di divertimento e citazioni, ma non posso sottacere nel dire, a mio parere, che esiste una netta linea di demarcazione fra citazionismo vacuo ed autoreferenziale e citazionismo colto e con finalità mirata. Il Grande Lebowski non è stato esentato da queste critiche, sebbene nel tempo sia entrato di forza e di diritto nei film cult e fra i film più amati dal grande pubblico. Il film dei Coen, ricco di richiami culturalmente cinefili, non rivisita i generi, bensì li usa come sinossi narrative su cui costruire le proprie idee: noir, western, musical, gangster, sport-movie sono solo ingredienti di un centrifugato dal sapore straordinariamente unico, in cui è palese la rinuncia, da parte degli autori, a rappresentare una società che di sostanza ne ha ben poca, un mondo grottesco, una realtà di celluloide dove tutti assomigliano a qualcuno, dove tutto è già sentito, dove i valori sono luoghi comuni e dove le teste sono palle da bowling.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Il Grande Lebowski è una commedia-crime del 1998 dei fratelli Coen, che narra le vicende di Jeffrey Lebowski (Jeff Bridges), detto “il Drugo”. Lebowski è uno scapolo fannullone, che passa le sue giornate fumando spinelli, ascoltando musica e giocando a bowling con i suoi due amici Walter (John Goodman) e Donny (Steve Buscemi). La storia ha inizio quando Lebowski viene aggredito in casa propria da due scagnozzi del magnate del porno Jackie Treehorn, che gli intimano di pagare il debito che sua moglie ha nei confronti di Treehorn. Solo dopo averlo malmenato, i due malviventi si rendono conto di aver evidentemente sbagliato persona e di non trovarsi in casa del ricco Jeffrey Lebowski, come credevano. Incoraggiato dall’amico Walter, il mattino seguente, Drugo si presenta a casa del suo omonimo Jeffrey Lebowski, quest’ultimo però, ricco filantropo, è paralizzato su una sedia a rotelle. Drugo racconta a Lebowski dell’aggressione subita a causa del debito di sua moglie, Bunny, e gli chiede un risarcimento per il suo tappeto, ma la sua richiesta viene immediatamente respinta. Pochi giorni dopo il ricco Lebowski, sull’orlo della disperazione, convoca Drugo: sua moglie è stata rapita e i sequestratori gli hanno chiesto una grossa somma di denaro come riscatto. Non volendo coinvolgere la polizia, Lebowski incarica Drugo di consegnare ai rapitori la valigetta contenente il milione di dollari. Drugo, che inizialmente non aveva nessuna intenzione di accettare l’incarico, alla fine si lascia convincere dalla promessa di una lauta ricompensa. Da quel momento in poi, la situazione sfuggirà completamente di mano al povero Drugo, che, tra i fumi della marijuana e dell’alcol, si ritroverà sempre più immerso in una vicenda costantemente al di sopra della sua capacità di comprensione.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.comingsoon.it
Nastri d’Argento – 1999
Candidatura regista del miglior film straniero a Joel Coen
European Film Awards – 1998
Candidatura Screen International Award
Curiosità – fonte: www.memecult.it
1) IL PERSONAGGIO DI DRUGO È ESISTITO DAVVERO.
Il personaggio del Drugo interpretato da Jeff Bridges è ispirato ad un amico dei fratelli Coen, uno dei distributori del loro primo film “Blood simple – Sangue facile” del 1984 tale Jeff Dowd. Inoltre, il personaggio di Drugo nel film afferma di aver fatto parte del gruppo dei Seattle Seven, un movimento contro al guerra del vietnam realmente esistito e fondato da Jeff dove aveva il soprannome proprio di Dude (Drugo in italiano) e per cui è andato persino in prigione (anche se per un breve periodo, per oltraggio alla corte).
2) IL PERSONAGGIO DI WALTER È BASATO SUL LEGGENDARIO SCENEGGIATORE JOHN MILIUS.
Il personaggio di Walter è in parte basato sul leggendario regista e sceneggiatore, John Milius, un pistolero di destra con l’amore per le armi. Ha lasciato il segno nella storia del cinema grazie ad una manciata di pellicole da lui dirette a fine anni settanta ed inizio ottanta: “Il vento e il leone”, “Un mercoledì da leoni” e “Conan il barbaro” sono i suoi film più famosi.
3) LA BATTUTA “DAVA UN TONO ALL’AMBIENTE” DERIVA DA UN DIALOGO REALE.
Anche un amico dei fratelli Coen, lo sceneggiatore ed amico Peter Exline, è stato fonte d’ispirazione per il film. Fu infatti Exline a coniare la famosa frase: “Dava davvero un tono all’ambiente”, riferendosi proprio al suo tappeto. Exline dichiarò:
Nell’89 Joel e Ethan Coen erano in città a girare “Barton Fink” e li ho invitati a cena da me. I vicini si erano trasferiti e si erano dimenticati un tappeto, di cui mi ero appropriato per il mio soggiorno, scherzando su come “… dava un tono all’ambiente …” per tutta la notte Joel ed Ethan risero per quella battuta.
4) IL PERSONAGGIO DI JULIANNE MOORE È BASATO SU UN’ARTISTA STATUNITENSE.
Il personaggio di Maude Lebowski, interpretato nel film da Julianne Moore è stato modellato sull’artista visiva statunitense e performing e body art Carolee Schneemann. I lavori della Schneemann sono associati con una varietà di classificazioni e movimenti, come Fluxus, Neo-Dada, la Beat Generation e l’happening. Molte delle opere dell’artista o performing sono riprodotto fedelmente nel film.
5) COS’È LO STRANO RIGONFIAMENTO NEI PANTALONI DI JESUS.
Il personaggio di Jesus interpretato da John Turturro, giocando a bowling ha un grande rigonfiamento nel pacco visibile con i suoi pantaloni stretti: in realtà usarono semplicemente un sacchetto di “mangime per uccelli”.
6) VIENE SVELATA L’ORIGINE DELLA FORTUNA DEL DRUGO.
Nella prima stesura della sceneggiatura, la fortuna economica di Drugo deriverebbe dal fatto che lui fu l’inventore del cubo di Rubik. Joel Coen in seguito scartò l’idea, scegliendo di lasciare la ricchezza di Drugo come un mistero.
7) DRUGO NON GIOCA MAI A BOWLING DURANTE IL FILM.
Una delle cose più strane del film. Nonostante il suo amore per il bowling e nonostante faccia parte della squadra di bowling, Drugo non vi si vede mai giocare durante il film. Anche durante la sequenza del sogno chiamata “Gutterballs” è Maude a lanciare la palla e non lui.
8) ALCUNE PAROLE VENGONO RIPETUTE CENTINAIA DI VOLTE.
La parola “Dude” (Drugo nel film italiano) è un vero e proprio tormentone e viene detta 161 volte durante il film. Per 160 volte è parlata e appare una volta scritta, durante i titoli di testa di “Gutterballs” il film immaginario sognato da Drugo ispirato dal suo amore per il bowling. La parola “F*ck” o le sue variazioni sono dette 292 volte durante il film, che è più che in “Departed” o “Scarface”. Solo 260 nella sua versione semplice. In questo, alcune pellicole come “Pulp fiction” o “Quei bravi ragazzi” lo superano, anche se il record appartiene a “Swearnet: The Movie” che pronuncia “F*ck” per ben 935 volte. Il solo personaggio di Drugo dice la parola “Man” 147 volte nel film, quasi una volta e mezza al minuto.
9) NEL FILM DRUGO BEVE NOVE WHITE RUSSIAN.
Compreso quello che lascia a casa di Jackie Treehorn, Drugo beve ben nove drink White Russian durante il film. Il White Russian è un cocktail a base di vodka, una variante del Black Russian. Nonostante la gradazione alcolica non trascurabile (sui 20 gradi circa), presenta un gusto molto delicato e dolce. Sarebbero stati 10, ma uno lo perde quando gli cade nella villa di Jackie Treehorn. Diciamo tutti una preghiera per quel White Russian.
10) DRUGO APPARE IN TUTTE LE SCENE DEL FILM.
Deriva dai film noir di cui i Coen vogliono seguirne le regole, dove ad esempio il protagonista appare in tutte le scene del film stesso. Anche quando i nichilisti ordinano i pancake nel bar, potete vedere il furgone con Drugo e Walter proprio dietro di loro. Dei film noir vi sono riferimenti vari nel film, ad esempio la foto della fattoria di Bunny proviene dal romanzo “Cold Blood” di Truman Capote pubblicato nel 1966. Inoltre, la pellicola è liberamente tratta dal romanzo “Il grande sonno” di Raymond Chandler e di conseguenza al film di Howard Hawks con lo stesso nome, in quanto i fratelli Coen nella loro idea iniziale hanno voluto creare un plot incentrato su un mistero veloce da spiegare e una trama complessa che però è irrilevante col caso da risolvere. Ci sono vari riferimenti paralleli alle due storie. Joel Coen ha dichiarato:
Volevamo fare un film sulla falsariga del romanzo di Chandler – per come si svolge ad episodi, per come si occupa di vari personaggi che cercano di risolvere un mistero, oltre ad avere una trama irrimediabilmente complessa che alla fine non ha alcuna importanza!
11) IL REPARTO GUARDAROBA NON FORNIVA I VESTITI A DRUGO.
Il reparto guardaroba non fu molto attivo per il suo personaggio, infatti molti dei vestiti di Drugo provengono dal guardaroba personale di Jeff Bridges (compresi i famosi sandali Jellie). Inoltre, la maglietta orientale di Drugo è stata indossata successivamente dallo stesso Bridges in “La leggenda del re pescatore” (1991).
12) PER LE RIPRESE DEL BOWLING HANNO USATO DEI TRUCCHETTI.
Per ottenere i colpi POV delle palle che rotolano giù per le corsie del campo da bowling, la telecamera è stata montata su un telaio speciale che poteva raggiungere la velocità di 20 miglia all’ora e seguire le palle mentre rotolano sul set.
13) IL COFFEE SHOP E’ REALE.
Il coffee shop in cui Drugo e Walter discutono del piede mozzato è lo stesso che compare anche in “American History X” e “Le iene”. Si chiama Johnie’s Coffee Shop e si trova a Los Angeles, anche se viene usato solo come location per riprese e non è un vero e proprio bar funzionante. È stato usato anche nei video musicali dei Sean Kingston e di Reba McEntire.
14) DRUGO CITA UN VERSO DELLA BIBBIA.
Molti non lo sanno, ma il famoso passaggio “Drugo sa aspettare” in originale “The Dude abides” deriva dalla Bibbia ed è un verso dell’ecclesiale 1:4, che dice: “One generation passes away, and another generation comes: but the Earth abides forever.” Letteralmente: “Una generazione passa ed un’altra generazione arriva: ma la Terra aspetta per sempre.”
15) IL PERSONAGGIO DI DONNY USA SOLO MAGLIETTE DI SECONDA MANO.
Theodore Donald Kerabatsos alias Donny (interpretato nel film da Steve Buscemi) è un amico di Drugo e Walter. Il suo personaggio, in tutte le sue camicie da bowling personalizzate, mostra sempre nomi diversi, ma mai il suo vero nome Donny.
16) VIENE CITATO IL FILM FARGO.
La ripetizione continua della battuta “Shut the f * ck up, Donny” da parte di Walter è un chiaro riferimento al film “Fargo”, il precedente film dei Coen del 1996, dato che il personaggio di Steve Buscemi non stava mai zitto. La battuta rimase così famosa che sarà ancora usata dallo stesso John Goodman anche nel film “The Artist”, film muto del 2011.
17) IL FILM HA ISPIRATO UN VERO E PROPRIO FESTIVAL.
La prima volta si è tenuto a Louisville, nel Kentucky, nel 2002, il “Lebowski Fest” e da allora si svolge in più di 30 città ogni anno. I festeggiamenti comprendono le proiezioni del film, gare da cospaly del film, il bowling notturno, copiose quantità di White Russian e talvolta vengono persino chiamati gli attori del film, tra cui Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, John Turturro, Julianne Moore e Peter Stormare.
18) IL DUDEISMO È DIVENTATA UNA VERA E PROPRIA RELIGIONE.
Secondo il suo sito ufficiale, il principio fondamentale del Dudeismo è “Sì, bè, questa è solo, tipo, la tua opinione, uomo”. Inoltre, se vuoi praticarla puoi anche unirti ai ranghi degli oltre 220.000 ministri Dudeisti ordinati in tutto il mondo. Il Dudeismo esalta la pigrizia e cerca di distogliere la gente dalla frenesia e dalle insoddisfazioni contemporanee.
19) NEL FILM COMPARE UNA VERA PORNOSTAR.
Asia Carrera, una vera pornostar, compare accanto a Bunny Lebowski nel breve segmento che stanno vedendo alla TV chiamato “Log Jammin‘”. Ben nota nel settore, dal 1993 ha girato 414 film come attrice hard e ben 3 da regista, fino al 2003 quando ha annunciato il suo ritiro dal mondo del porno.
20) IL CAMPO DA BOWLING ERA REALE.
Le scene del bowling sono state girate in un vero campo da bowling chiamato Hollywood Star Lanes che era a Santa Monica, in California. L’edificio è stato successivamente demolito nel 2003 per far posto a una nuova scuola elementare.