Il buono, il brutto, il cattivo
Sergio Leone, nel 1966, porta sul grande schermo gli antieroi come protagonisti del miglior film western di tutti i tempi. Astuti, rapaci, vendicativi, mossi dall’avidità di denaro e dalla esasperata ricerca dei duecentomila dollari, custoditi in una cassa sepolta in uno sterminato cimitero di croci. Con straordinaria abilità, il regista intreccia la storia di tre uomini con la Guerra di Secessione americana, arricchendo la trama con banditi, cacciatori di taglie, sceriffi, soldati, frati. Ma la sua vera forza, oltre alle superbe inquadrature rese uniche dalle mitiche musiche del maestro Ennio Morricone, sta nel presentare questi personaggi non come caricature, come erroneamente potrebbe far pensare il titolo, ma come figure molto complesse: ciò è stato reso semplice anche e soprattutto dalle magistrali interpretazioni di Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef. Quasi tre ore di puro spettacolo, che ci regala momenti di grande cinema, dall’introduzione dei protagonisti, alla traversata del deserto, sino alle iconiche sequenze conclusive del triello sullo sfondo del cimitero. Il buono, il brutto, il cattivo, oltre a rappresentare il film capolavoro di Sergio Leone, è la terza pellicola della cosiddetta “trilogia del dollaro“, composta da “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più“, film girati dallo stesso regista, nelle medesime location, con alcuni attori presenti in tutte e tre le pellicole e nel rispetto delle medesime dinamiche. La regia magistrale, il cast strepitoso, l’originalità della trama, le musiche indimenticabili e le immagini mozzafiato, rendono Il buono, il brutto, il cattivo una pellicola senza tempo, capace di attraversare indenne le generazioni, i gusti e le epoche. Al 2020 la pellicola è tredicesima nella classifica dei film con il maggior numero di spettatori in sala e questo fa capire il grande impatto dell’opera sul pubblico e perché da quest’opera sia ancora oggi, dopo più di cinquant’anni dalla sua uscita, d’ispirazione per numerosi cineasti.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Il Buono, il Brutto, il Cattivo è un film western del 1966 diretto da Sergio Leone, con Clint Eastwood, Lee Van Cliff e Eli Wallach. La storia è ambientata nella seconda metà del 1800, durante la guerra di secessione americana; tre uomini senza scrupoli e regole morali vivono ai margini della società e della legge: Tuco, il Brutto (Eli Wallach), Joe, il Buono (Clint Eastwood) e Sentenza, il Cattivo (Lee van Cliff). Tuco è un bandito e viene catturato da un cacciatore di taglie, Joe, che prima lo consegna alle autorità e poi lo salva dall’esecuzione; i due si mettono d’accordo così per ripetere la truffa e intascare la taglia, ma il Buono viene meno al patto e abbandona il Brutto nel deserto, che organizza così la sua vendetta. Nel frattempo Sentenza è da tempo sulle tracce di una grande quantità d’oro nascosta dal temibile Bill Carson al sicuro dentro una tomba. Per uno scherzo del destino, però, è il Brutto a scoprire dove si trova: quando è sulle tracce del Buono per freddarlo nel deserto, infatti, incontra Carson moribondo, che gli rivela l’ubicazione di duecentomila dollari; ma mentre si allontana per prendergli dell’acqua, si avvicina il Buono che scopre il nome della tomba in cui sono sepolti, prima che Carson muoia. Così i tre uomini, senza nessuna reciproca fiducia e accomunati solo dal risentimento, sono costretti loro malgrado a mettersi insieme sulle tracce del bottino, spinti dalla necessità e legati da un destino beffardo, sorvegliandosi l’un l’altro giorno e notte. Affronteranno ostacoli e peripezie per arrivare al cimitero, dove si sfideranno in un ultimo scontro risolutivo per impossessarsi del tesoro.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Nessun riconoscimento di rilievo.
Curiosità – fonte: ilcinegico.com
1. Orson Welles cercò di dissuadere Sergio Leone dal girare il film, perché secondo lui le opere che parlavano di guerra civile risultavano dei flop al botteghino (a parte “Via col vento”)… per fortuna Leone non lo ascoltò.
2. Fra i tre protagonisti quello che compare di più durante il film è Eli “Tuco” Wallach.
3. Il vecchio scheletro che si vede alla fine era vero e non una riproduzione. A Madrid una donna metteva a disposizione lo scheletro della madre defunta, che in vita era stata un’attrice, e che nel testamento aveva espressamente richiesto di continuare a recitare anche dopo morta.
4. Per un problema di comunicazione il ponte venne fatto esplodere prima del previsto, quando ancora non si stava girando, per questo venne ricostruito e fatto esplodere una seconda volta.
5. Durante la scena in cui Biondo salva Tuco dall’impiccagione sparando alla corda che lo teneva legato, il suono dell’arma spaventò il cavallo su cui Eli Wallach era seduto. Il quadrupede iniziò una folle corsa e l’attore che aveva le mani legate dietro la schiena, si tenne con la sola forza delle ginocchia. Il cavallo corse all’impazzata per quasi un miglio finché lo staff non riuscì ad intercettarlo e fermarlo. Wallach ne uscì fortunatamente indenne.
6. Clint Eastwood usò lo stesso poncho per tutti i tre film de “La trilogia del dollaro”. Non venne mai lavato e solamente rattoppato.
7. I 22 cm di differenza di l’altezza fra Eastwood e Wallach crearono diversi problemi nelle riprese e spesso i due non poterono finire nella stessa inquadratura.
8. Eli Wallach è stato quasi avvelenato sul set dopo aver bevuto accidentalmente l’acido contenuto in una bottiglia di soda, che doveva essere usato per rendere i sacchi pieni di monete d’oro più facili da strappare quando venivano colpiti con la vanga.
9. Lee Van Cleef grazie al ruolo di “Sentenza” diede una svolta alla sua carriera, che qualche anno prima si era arenata, anche per alcune sue dipendenze. Leone gli diede una seconda vita artistica con la parte del Colonnello Mortimer in “Per qualche dollaro in più” (1965) per poi renderlo leggendario come “Cattivo” in questo film del 1966.
10. Nel negozio di armi, tutto quello che Tuco fa è completamente improvvisato. Wallach sapeva poco di armi da fuoco, così gli è stato detto di fare quello che voleva. La maggior parte delle reazioni stupefatte di Enzo Petito durante tutta la scena sono genuine. Ed è stata un’idea di Wallach quella di infilare il cartellino di “aperto/chiuso” nella bocca del negoziante.
11. Leone solo all’ultimo decise di far correre tra i tumuli insieme a Tuco anche un cane. Wallach ne era all’oscuro e si può notare nel film la sua sorpresa/paura sentendolo abbaiare.
12. Eastwood non voleva accettare la parte e Leone dovette convincerlo insistentemente. Alla fine Clint cedette solo per un compenso di ben 250.000 dollari, più la percentuale sugli incassi e una Ferrari!
13. Il film ha avuto a disposizione un budget di 1,6 milioni di dollari.
14. Parte delle musiche di Ennio Morricone furono scritte prima dell’inizio delle riprese: per problemi di budget questo non era stato possibile nei film precedenti. In questo modo ogni personaggio importante aveva un proprio tema musicale.
15. Lo sceneggiatore storico di Leone, Luciano Vincenzoni, ha dichiarato più volte di aver scritto la sceneggiatura di un sequel, “Il buono, il brutto, il cattivo n. 2” ambientato circa 20 anni dopo il film originale. Alla regia ci doveva essere Joe Dante. Ma alla fine Leone preferì non produrlo e non diede il via libera a realizzarlo senza il suo benestare.
16. Nella sceneggiatura originale il nome del personaggio di Eastwood è… Joe.
17. Il cimitero di Sad Hill, la location dove si svolge il triello finale del film, venne interamente costruito nei pressi di “Santo Domingo de Silos” da 250 soldati spagnoli.
18. La frase “Quando si spara, si spara, non si parla” fu inventata sul momento da Eli Wallach.
19. Questo è il film preferito di Quentin Tarantino, davanti a “Rio Bravo” e “Blow Out”.
20. Wallach stava per lasciarci la… testa. Infatti la alzò troppo in alto nella scena in cui passa il treno e rischiò seriamente la vita.