I soliti sospetti
Nel 1995, un giovane promettente dirige un film che di diritto entra nel panorama cult delle pellicole di tutto il mondo: il talento, si chiama Bryan Singer ed il capolavoro, I soliti sospetti. L’Academy lo premiò con due statuette nel 1996, a Christopher McQuarrie per la migliore sceneggiatura non originale ed a Kevin Spacey per la sua straordinaria interpretazione come attore non protagonista. Personalmente, lo considero fra i migliori crime mai fatti, la cui trama è piena di intrecci sorprendenti e completamente inaspettati, di eventi imprevedibili e di un colpo di scena da maestro, nel finale. La trama si basa sulla ricostruzione dei fatti accaduti nel porto di San Pedro (Los Angeles) raccontati ai detective da Roger Kint detto Verbal (Kevin Spacey), noto alle autorità per piccoli reati ed apparentemente unico sopravvissuto all’esplosione di una nave sospettata di avere un carico di droga a bordo. Il film è un continuo andirivieni fra la deposizione di Verbal e le scene narrate. Verbal racconta al detective David Kujan (Chazz Palminteri), che il dream team della New York criminale viene convocato dalla polizia per un confronto all’americana, con lo scopo di arrestare il responsabile di una rapina. Anche Verbal viene convocato ed in quell’occasione conosce i ricettatori Mc Manus (Stephen Baldwin) e Fenster (Benicio del Toro), l’esperto di esplosivi Todd Hockney (Kevin Pollack) e l’ex poliziotto corrotto Dean Keaton (Gabriel Byrne). Dopo il confronto, Mc Manus propone ai suoi compari di vendicarsi della polizia incastrando i corrotti per un colpo di droga e smeraldi. Nonostante le reticenze di Keaton, i cinque si accordano per tentare il colpo. Il successo dell’impresa li porta a Los Angeles, ed è qui che l’avvocato Kobayashi (Pete Postlethwaite) propone loro un mega colpo multi milionario, informandoli che alle spalle dell’operazione c’è Keyser Söze, un potente e folle boss di origine turca che nessuno ha mai visto in faccia. E’ questa la geniale trovata dello sceneggiatore: chi è Keyser Söze? E’ la questione che ci accompagna per tutto il film, il mistero che avvolge l’uomo che, senza farsi mai vedere, muove i pezzi sulla scacchiera. Lo sviluppo della trama, così come la sua premessa, è tangibilmente di alto livello, caratterizzato da un crescendo emozionale che cammina di pari passo con l’attesa dell’epilogo chiarificatore, che poi sfocia insieme in un colpo di scena magistrale, nel finale. La prima volta che si guarda la pellicola l’attenzione non può che cadere sul memorabile colpo di scena finale, ma se la si guarda più e più volte, si riesce ad apprezzare il talento, la performance e le sfumature delle interpretazioni di ogni componente artistico, così come la tecnica registica di un giovane, ma strabiliante Bryan Singer. I soliti sospetti oggi viene considerato capostipite del drama crime, al punto che la critica lo indica come genitore della Sindrome di Keyser Söze, ovvero la tendenza degli sceneggiatori di genere al colpo di scena finale.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
I Soliti Sospetti è un thriller del 1995 diretto da Bryan Singer, con Gabriel Byrne, Stephen Baldwin, Benicio del Toro e Kevin Spacey.
David Kujan (Chazz Palminteri) è un poliziotto doganale che sta indagando sull’esplosione di una nave al molo di San Pedro, Los Angeles. Chi ha appiccato il fuoco ha ucciso tutto l’equipaggio e freddato nella stiva il criminale Dean Keaton (Gabriel Byrne). Nella speranza di ricostruire quanto accaduto, Kujan interroga così l’unico superstite, il claudicante Verbal Kint (Kevin Spacey), un malvivente di poco conto.
Kint gli racconta di come, poche settimane prima, abbia casualmente conosciuto alcuni noti criminali durante un confronto all’americana richiesto in seguito al furto di un camion di fucili: i ricettatori Mc Manus (Stephen Baldwin) e Fenster (Benicio del Toro), l’esperto di esplosivi Todd Hockney (Kevin Pollack) e l’ex poliziotto corrotto Dean Keaton. Durante l’incontro Mc Manus propone di vendicarsi e creare problemi alla polizia di New York (che ha organizzato il confronto), incastrando un gruppo di poliziotti corrotti coinvolti nel traffico di droga e smeraldi.
Il colpo riesce e i criminali si ritrovano in California, dove un ricettatore li aiuterà a piazzare gli smeraldi rubati; ma ecco che si presenta l’occasione di mettere a segno un’altra rapina, questa volta ai danni di un commerciante di gioielli; il gruppo acconsente ma le cose non vanno come previsto e tre uomini restano uccisi.
Mc Manus svela allora di aver ricevuto indicazioni sui colpi da mettere a segno da un avvocato, Kobayashi (Pete Postlethwaite), che a sua volta lavora per il boss Keyser Söze. Il gruppo di criminali capisce a proprie spese che non può tirarsi indietro di fronte alle richieste di Söze, che alla fine ordina loro di assassinare l’equipaggio di una nave di trafficanti argentini nemici, sbarazzarsi del carico di droga e appropriarsi del denaro; Kujan dovrà ripercorrere la ricostruzione di Kint, arrivando a capire come siano andate realmente le cose.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne due candidature ai Premi Oscar del 1996 e vinse entrambe le statuette:
Miglior attore non protagonista a Kevin Spacey
Miglior sceneggiatura originale a Christopher McQuarrie
Curiosità – fonte: www.projectnerd.it
1 – Miglior colpo di scena.
In un sondaggio pubblicato su IMDb, “I Soliti Sospetti” è stato votato come il film con il miglior colpo di scena in assoluto, battendo anche “Il sesto senso“, “La moglie del soldato” e “Testimone d’accusa“.
2 – Il (disgustoso) motivo per cui tutti ridono durante la scena dell’interrogatorio.
Vi siete mai chiesti perché ne “I soliti sospetti” durante la famosa scena dell’interrogatorio i cinque protagonisti scoppiano a ridere quando tocca a Fenster, ovvero Benicio del Toro? Come ricorda IMDb, il regista Bryan Singer voleva il massimo della serietà ma in questa scena pare essere stata un impresa ardua; a quel punto il regista ha selezionato la sequenza più divertente, quella in cui Benicio del Toro inizia a parlare, seguito da una pausa accompagnata dalle risate degli altri attori. Ma cosa successe? Semplice, Kevin Pollak ha dichiarato che “tutto è nato dalle 12 scoregge in fila di Benicio del Toro“.
3 – Omaggio al cinema Italiano.
La famosissima scena del confronto dei sospetti è un omaggio a quella iniziale di Crimen (1960) di Mario Camerini.
4 – Un ruolo cucito su Kevin Spacey.
Mentre per gli altri attori sono stati fatti numerosissimi provini, Il ruolo di Roger “Verbal” Kint è stato scritto appositamente per Kevin Spacey.
L’attore si è incollato insieme le dita della mano per rendere più credibile la disabilità di Verbal. Kevin Spacey si è consultato con diversi esperti di paralisi cerebrale per caratterizzare al meglio il suo personaggio. Spacey ha inoltre dichiarato di aver dovuto leggere il copione per due volte di fila, per assicurarsi di averlo pienamente compreso.
5 – Benicio Del Toro.
Benicio Del Toro era stato consigliato al regista, Bryan Singer, da Kevin Spacey.
Avrebbe dovuto interpretare McManus, ruolo che è andato all’attore Stephen Baldwin.
Del Toro però ha richiesto espressamente di avere il ruolo di Fenster.
6 – L’ordine dei fascicoli.
L’ordine dei fascicoli personali consegnati dall’avvocato Kobayashi (Pete Postlethwaite) ai cinque criminali è l’ordine esatto in cui i personaggi muoiono:
Fenster, Hockney, McManus, Keaton.
Tutti i nomi dei personaggi derivano dai membri dello studio legale dove lo sceneggiatore del film, Christopher McQuarrie (premio Oscar) ha lavorato quando era giovane.
7 – Anche Charles Baudelaire, tra “I Soliti Sospetti”.
La famosissima frase pronunciata da Verbal-Spacey “La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste” è una citazione del poeta francese, Charles Baudelaire.
8 – Chi è Keyser Söze.
Per alimentare il mistero sul personaggio di Keyser Söze, il cast è stato tenuto all’oscuro di tutto per la durata delle riprese. Ad ognuno dei protagonisti è stato detto che era lui Keyzer Söze. Spacey ha recentemente raccontato che Gabriel Byrne si infuriò con il regista dopo aver scoperto di non essere lui Keyser Söze:
“Mi ricordo che Gabriel Byrne e Bryan Singer (il regista) ebbero una feroce discussione nel parcheggio poco dopo la prima proiezione del film, perché Byrne era assolutamente convinto di essere lui Keyser Söze”.
9 – Fuck.
La parola Fuck viene ripetuta per tutto il film per ben 98 volte.
10 – Il rimpianto di Al Pacino.
Al Pacino rimpiange ancora oggi il fatto di aver dovuto rifiutare il ruolo del poliziotto Dave Kujan (andato a Chazz Palminteri), perché impegnato su un altro set.