Hunger
Steve McQueen firma il suo primo lungometraggio per il grande pubblico con Hunger, che fa incetta di premi a livello internazionale, approdando nelle nostre sale ben 4 anni dopo la sua uscita in casa madre. Una tematica pungente in un periodo buio della storia anglosassone è lo sfondo di una sceneggiatura ben costruita: siamo alla fine degli anni ’70, nella prigione di Long Kesh nella contea di Antrim, Irlanda del Nord, prigione in cui venivano rinchiusi dissidenti del gruppo IRA, organizzazione paramilitare il cui unico scopo era quello di battersi con ogni mezzo possibile per, non solo porre fine alla presenza britannica nel proprio Paese, ma spingere i governi a riunificare l’Irlanda del Nord alla Repubblica d’Irlanda (EIRE). Bobby Sands (Michael Fassbender) è al suo secondo sciopero della fame, sciopero indetto nella speranza di smuovere la popolazione a sovvertire le scelte del primo ministro inglese Margareth Thatcher e del suo governo. Ma il 1981 viene ricordato come l’anno che vide Sands come la prima vittima di tale sciopero, prima di altre nove, ma anche come il primo martire di una causa così profondamente sentita da portare questo atto estremo a conseguenze tragiche. Hunger non può quindi che essere considerato come una pellicola di grande impatto, capace di scuotere gli animi e di far riflettere sul potere, sui suoi effetti, sui principi degli uomini e sui loro diritti. E’ una storia dura, coraggiosa ed incisiva, ma soprattutto priva di veli nel mostrare la lotta e la determinazione di uomini capaci di sacrificare la propria vita per sostenere un ideale. Immagini crude, dirette, prive volutamente di arzigogoli cinematografici e scenici: McQueen non si risparmia in violenza, crudeltà e realismo. Così facendo, infatti, riesce a trasmettere al pubblico quella dose di ‘fastidio’ capace di smuoverlo, e lo fa senza alcuna riserva, con passione e verità e con uno stile personalissimo ricco di immagini e dettagli estremi, capaci di turbare ed affascinare allo stesso tempo. Non c’è inquadratura che voglia intenerire o commuovere di proposito, ed è proprio questo lo straordinario coraggio avuto dal giovane regista, il mostrare senza alcuna partecipazione emotiva. Lunghi piani sequenza con una macchina da presa che indugia su dettagli ed azioni che possono apparentemente sembrare inutili, ma fondamentali per la costruzione narrante stilistica scelta dal regista per narrare la storia filmica, ovvero raccontare soprusi e violenza subiti nel modo più realistico possibile. Ed un dimagritissimo Fassbender non si risparmia affatto, donando al pubblico un’interpretazione straordinaria.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Hunger, è un film del 2008 diretto da Steve McQueen. Nel 1981 il Primo Ministro inglese Margaret Thatcher ha abolito lo statuto di prigioniero politico per i membri della resistenza separazionista irlandese (IRA). Nel carcere di Maze, nell’Irlanda del Nord, è detenuto uno dei leader del movimento, Bobby Sands (Michael Fassbender). Sotto lo sguardo vigile della guardia carceraria Raymond Lohan (Stuart Graham), Sands guida gli altri prigionieri in una rivolta senza precedenti. Anche il nuovo arrivato Davey Gillian si unisce alla protesta, rifiutando di indossare l’uniforme. L’uomo è brutalmente sbattuto in cella, con solo una coperta a proteggerlo dal freddo. La protesta assume toni sempre più accesi e i detenuti iniziano ad imbrattare le loro celle con feci ed escrementi, attirando l’attenzione delle guardie. Mentre escogita un ingegnoso sistema per comunicare, Sands ha un duro scontro con Lohan. Mal sopportando il clima di tensione e di rivolta, Raymond inizia una dura repressione fisica e psicologica nei confronti dei carcerati. Tutti i suoi sforzi sono annullati dal grand carisma che Sands esercita sui suoi compagni, a cui chiede di unirsi nel suo sciopero della fame. L’attivista incontra Padre Dominic Moran (Liam Cunningham) e gli confida le motivazioni che lo spingono a continuare a lottare, pur consapevole che così facendo determinerà il destino dei suoi compagni. Le dure privazioni segnano irreparabilmente il corpo di Sands, fino a portalo allo sfinimento. Ma la resistenza non ha intenzione di arrendersi né di piegarsi alla decisione della Thatcher. Qualcuno, nell’ombra, sta collaborando con i detenuti e Lohan rimarrà sorpreso nel constatare di essere l’oggetto della loro vendetta…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne una candidatura al Festival di Cannes del 2008, vincendo:
Camera d’Or
Curiosità – fonte: it.wikipedia.org
1. Il film presenta svariati piani sequenza: il più lungo dura ben diciassette minuti, seguito da un altro di sette, e mostra il protagonista che parla con un sacerdote confrontando le proprie idee politiche.
2. Liam Cunningham, l’interprete di Padre Dominic, ha rivelato di aver convissuto per un certo periodo con Fassbender e che hanno provato la scena tra le dodici e le quindici volte al giorno; Fassbender ha aggiunto che grazie a tale impegno la scena è stata girata in sole cinque riprese.
3. Per interpretare al meglio il ruolo di un Bobby Sands ormai sfinito dallo sciopero della fame, Fassbender ha seguito una dieta con un apporto calorico giornaliero inferiore alle novecento calorie accompagnato da varie attività aerobiche come corsa, salto della corda e yoga ogni giorno per dieci settimane: nonostante le difficoltà nel riposare bene e nel vedere le persone amiche a causa di questo, l’attore si è detto rafforzato e grato per questa esperienza in una intervista al The Telegraph.