Good Bye Lenin!

Good Bye Lenin!

2003 ‧ Drammatico/Commedia ‧ 2h 1m

Un’opera di sceneggiatura straordinaria, dove il racconto riesce a conciliare un agrodolce paradosso con un’allegoria politica in maniera del tutto esemplare. La stesura narra l’intricata transizione storica dal socialismo al capitalismo, sottolineando anche se in maniera camuffata, la propaganda mendace di un governo che ha ingannato il suo popolo facendogli credere tutto ciò che voleva. Tuttavia, a sorpresa, l’autore e regista Wolfgang Becker omaggia chi davvero credeva nei valori del partito socialista, anche se inseriti nella narrazione più come ideali che come realtà di un Paese inesistente. Dunque, un’opera contraddistinta da un’amara nostalgia mista a delusione per ciò che un’ideale avrebbe potuto costruire, un qualcosa di tangibile, un Paese espressione di valori e di rispetto di molti e non di avidità di pochi. Da un punto di vista registico, bè… encomiabile il mio mero giudizio: Becker è stato capace di mantenere in perfetto equilibrio tutti i vari registri adoperati, dalla commedia di taglio drammatico generosa di invenzioni e gag, su tutti i finti notiziari che aprono le frontiere a chi fugge dal capitalismo, alla messinscena leggera e creativa che non perde occasione di fare riferimenti alla Storia, e poi l’amore per la Madre, che rappresenta la Repubblica Federale Tedesca, i giochi fra realtà e finzione, la discussa moralità delle cosiddette bugie bianche. Insomma, una trama volutamente intricata sbrogliata da una superlativa regia. Ma a Becker questo non è bastato, ed ecco che le iniezioni di parti spiazzanti non mancano, come la rivelazione della madre, alla fine, dove la vecchia Germania lascia spazio alla nuova. Davvero passaggi geniali! Gran film che a mio parere avrebbe meritato in pieno un alto riconoscimento internazionale.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Good bye, Lenin! è una commedia del 2003 diretta da Wolfgang Becker. Berlino Est, estate 1978. I fratellini Alex e Ariane Kerner vivono con la loro mamma Christiane (Katrin Sass) dopo che il padre è scappato all’Ovest con un’altra donna.
Un giorno, dopo essere stata interrogata dalla Stasi a proposito della fuga del marito, Christiane cade in depressione e smette improvvisamente di parlare. Viene ricoverata in un ospedale psichiatrico e i bambini affidati a un’altra famiglia. Otto settimane dopo Christiane si riprende e torna a casa con i suoi figli. Da sempre estranea alla politica, la donna diventa una fervida sostenitrice della Repubblica Democratica Tedesca, dedicandosi all’insegnamento dei valori dello stato socialista nella scuola elementare. Berlino Est, 7 ottobre 1989. Undici anni dopo, Christiane è tra gli invitati a una cerimonia ufficiale organizzata per festeggiare i 40 anni della Repubblica Democratica Tedesca. Lo stesso giorno suo figlio Alex (Daniel Brühl) partecipa a una manifestazione antigovernativa, spinto da un profondo malessere verso il regime socialista. Il corteo viene violentemente represso dalla polizia, che comincia a caricare e ad arrestare Alex e tutti gli altri dimostranti. A quella vista, Christiane viene colpita da un infarto ed entra in coma. Mentre Christiane è in stato d’incoscienza, il mondo assiste alla caduta del muro di Berlino e della Repubblica Democratica Tedesca, con la conseguente unificazione delle due Germanie. Anche la vita di Alex e Ariane cambia. Alex, che lavorava in una cooperativa di riparatori di apparecchi televisivi, diventa un installatore di parabole satellitari e si fidanza con Laura (Chulpan Khamatova), una bella infermiera russa, conosciuta la sera dei tumulti antigovernativi e ora impiegata nell’ospedale dove è ricoverata Christiane. Dopo aver avuto una bambina, Ariane (Maria Simon) ha lasciato l’università per lavorare in un fast food. Qui ha conosciuto Rainer, un collega proveniente dalla Germania Ovest, con il quale convive e dal quale aspetta il suo secondo bambino. Nel giugno del 1990, dopo otto mesi, Christiane si sveglia dal coma. I dottori avvertono la famiglia che la situazione è ancora molto critica. Qualsiasi eccitazione potrebbe causarle un secondo e fatale attacco di cuore. Alex pensa che non ci sia nulla di più doloroso per sua madre della caduta della Repubblica Democratica Tedesca e del trionfo del capitalismo nella sua amata nazione. E così progetta di portare la mamma nella loro casa e di tenerla isolata nella sua stanza, approfittando del fatto che la donna dovrà restare a riposo al letto per molto tempo. Quindi Alex riporta l’appartamento all’aspetto che aveva prima che Christiane entrasse in coma, procurandosi vecchi giornali, mobili, elettrodomestici e altri cimeli della Germania dell’Est, che nessuno vuole più. Da questo momento Alex si affannerà a rendere la messinscena sempre più realistica e convincente, grazie alla complicità di parenti e amici, nella speranza che la mamma non scopra mai la verità.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne una candidatura come Miglior Film Straniero ai Golden Globes del 2004.


Curiosità – fonte: popcorntv.it

1 – Il film è stato girato completamente a Berlino, nello specifico tra Karl-Marx-Alle e i plattenblau, vicino alla famosa Alexanderplatz.

2 – Al fine di dare all’alienazione un tocco anni ’80, la produzione ha utilizzato la grafica pubblicitaria. In questo modo, la città ha assunto l’aspetto di fine anni ’80. Inoltre, sempre grazie al computer, sono stati cancellati insegne e manifesti pubblicitari. Modificati anche i colori, che sono stati adattati al periodo storico narrato.

3 – La pellicola ha vinto il Premio César nel 2004, nella categoria Miglior film dell’Unione Europea. Inoltre, agli European Film Awards del 2003, il film ha ottenuto il premio per Miglior Film, Miglior sceneggiatura e Miglior attore protagonista.

4 – L’attore Alex Kerner, infine, ha ottenuto il Premio l’angelo azzurro al Festival del cinema di Berlino. Ad occuparsi della colonna sonora del film è stato il compositore francese Yann Tiersen, che aveva realizzato le musiche di un altro iconico film, Il favoloso mondo di Amélie.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito raccoglie i Cookie DoubleClick (per info leggi la Privacy Policy). Fai clic qui per disattivarlo.