Era mio padre
“Road to Perdition” (Era mio padre) è il titolo originale di un meraviglioso noir, che ha utilizzato un registro cromatico assolutamente privo di colori e sfruttato la sola forza simbolica della luce e delle ombre, come metafora della contrapposizione tra bene e male. Il regista premio Oscar, Sam Mendes, insieme al direttore della fotografia, Conrad Hall, è riuscito a coniare un proprio linguaggio filmico con interni scuri ed esterni chiari, laddove i personaggi trovano riparo nelle ombre. Questa differenza è stata introdotta anche negli interni, in cui troviamo stanze con angoli in ombra, che si ergono a “rifugi” sicuri per i personaggi, ed angoli che illuminano azioni vili. Inoltre, la luce usata nella ricostruzione delle scenografie azzera completamente la tavolozza dei gialli per arrivare ad un bianco astrattivo che ricorda le geometrie degli ambienti teatrali, mondo caro a Mendes. Ma la simbologia che di più amo in questo film è quella che riguarda la sua parte buia: i volti vengono oscurati e censurati, gli sguardi esclusi e costretti a spiare per vedere oltre la cortina di nebbia dell’omertà. Mendes ha diretto un cast eccezionale che ha accompagnato l’ultima apparizione cinematografica di Paul Newman: Tom Hanks, Daniel Craig, Jude Law e Stanley Tucci, hanno raccontato la storia del gangster Michael Sullivan in una Chicago degli anni 30.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
La vicenda, ambientata in Illinois nel 1931, ha per protagonista Michael “Mike” Sullivan (Tom Hanks). Pur lavorando come gangster per il malavitoso irlandese John Rooney (Paul Newman), l’uomo conduce un’esistenza apparentemente normale con la moglie Annie (Jennifer Jason Leigh) e i figli Peter e Michael Jr (Tyler Hoechlin).
Essendo il prediletto di Rooney, Mike è incaricato di accompagnare il figlio del mafioso, Connor Rooney (Daniel Craig), all’incontro con Finn McGovern, per discutere della sparizione sospetta di ingenti somme di denaro.
L’incontro assume toni molto accesi e Connor giustizia Finn, ignaro che Michael Jr stia assistendo all’esecuzione, nascosto nella macchina del padre. Dal momento che è sempre stato molto geloso di Mike, Connor coglie l’occasione per accusare il gangster e la sua famiglia e ordina di ucciderli, al fine di mantenere segreti gli affari del clan.
Mike prega Rooney di aiutarlo ma, nonostante l’affetto che nutre nei suoi confronti, il boss è obbligato a proteggere la sua famiglia. Giunto a casa, Mike scopre che Annie e Sullivan sono stati uccisi, mentre Michael si è miracolosamente salvato.
Mentre l’uomo si reca a Chicago per ottenere la protezione del boss italo-americano Frank Nitti (Stanley Tucci), Connor assolda lo psicopatico killer Maguire (Jude Law), che si mette sulle tracce del fuggitivo. Nitti è costretto a rispettare i patti con Rooney e Mike si trova senza alleati. L’uomo inizia ad indagare sulla sparizione dei soldi e scopre chi si cela dietro agli scellerati furti.
Cast – fonte: trovacinema.repubblica.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne due candidature ai Premi Oscar del 2003:
Nomination Miglior attore non protagonista a Paul Newman
Nomination Miglior colonna sonora a Thomas Newman
Curiosità – fonte: tvzap.kataweb.it
- Quasi nessuno sa che anche questo film, in realtà, è un cinecomic, sebbene non si tratti di supereroi o fantascienza spinta. L’opera da cui è tratto si chiama Road to perdition ed è di Max Allan Collins.
- Collins ha dichiarato di aver immaginato più un racconto in stile John Woo ma anche che la versione cinematografica, secondo lui più simile a Il padrino, testualmente “Va benissimo”.
- Jude Law s’è fatto insegnare da un prestigiatore il trucco con le monete che gli si vede fare nel film.
- Nella graphic novel originale, il personaggio di Maguire non esiste.
- Era mio padre è l’ultimo film girato da Paul Newman.
- Le note di pianoforte che si sentono nella sequenza iniziale sono quelle di un brano suonato effettivamente a quattro mani da Tom Hanks e Paul Newman.