Elegia americana

Elegia americana

2020 ‧ Drammatico/Commedia ‧ 1h 56m

Elegia Americana, diretto da Ron Howard, è un viaggio nelle pieghe più oscure della società americana, esplorato attraverso gli occhi di J.D. Vance, un giovane ambizioso che cerca di sfuggire ad un passato segnato da povertà, traumi familiari e dipendenze. Basato sull’omonimo libro di memorie di J.D. Vance, il film è un ritratto crudo e personale della cosiddetta “America profonda”, una regione spesso trascurata e fraintesa. Visivamente, il film si muove tra il grigio ed il marrone, catturando l’atmosfera opprimente delle piccole città industriali dell’Ohio e del Kentucky. Le case fatiscenti, le strade deserte e gli ambienti spogli riflettono la desolazione che pervade la vita dei personaggi, suggerendo un luogo dove i sogni vanno a morire e dove la sopravvivenza è l’obiettivo primario. Le interpretazioni sono il vero punto di forza del film. Glenn Close, nei panni di Mamaw, offre una performance intensa e convincente. Il suo personaggio, ruvido ma profondamente amorevole, rappresenta la forza di volontà incarnata, qualcuno che ha visto il peggio della vita e che non vuole che suo nipote faccia la stessa fine. Amy Adams, nel ruolo di Bev, la madre di J.D., è altrettanto impressionante, portando sullo schermo una donna intrappolata dai propri demoni, incapace di sfuggire al ciclo di dipendenze e fallimenti. La sua interpretazione trasmette una palpabile disperazione, mostrando una donna che, nonostante i suoi errori, ama profondamente suo figlio ma è impotente di fronte alle sue fragilità. Il film, tuttavia, non è privo di difetti. Molti critici hanno evidenziato come la narrazione tenda a semplificare eccessivamente temi complessi, offrendo una visione un pò stereotipata della cultura “hillbilly”. In alcuni momenti, il film sembra troppo preoccupato di restare fedele al libro di memorie, sacrificando una narrazione più sfumata e critica della realtà. Questo porta ad una certa superficialità nel trattamento delle problematiche sociali che il film vuole esplorare, come la povertà sistemica e l’assenza di opportunità. La regia di Ron Howard è solida ma priva di quella scintilla che potrebbe elevare il film a qualcosa di più profondo e memorabile. La scelta di adottare un tono prevalentemente drammatico, senza momenti di leggerezza o introspezione più profonda, rende il film talvolta pesante, quasi soffocante. In conclusione, Elegia Americana è un film che offre spunti di riflessione importanti, soprattutto grazie alle straordinarie performance del cast. Tuttavia, manca di quel tocco di originalità e complessità che avrebbe potuto trasformarlo in un ritratto più incisivo della condizione umana. È un’opera che, pur avendo il cuore al posto giusto, non riesce sempre a bilanciare il dramma personale con una critica sociale più ampia, lasciando lo spettatore con l’impressione di aver assistito ad una storia potente ma non completamente realizzata.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Elegia Americana​, il film diretto da Ron Howard, segue la storia di J.D. Vance (Gabriel Basso), un giovane uomo ex marine, che ha passato la prima parte della sua vita nell’Ohio meridionale, nell’arida regione degli Appalachi attraversata dal problema della disoccupazione. Vance è ora uno studente di giurisprudenza a Yale e si è lasciato alle spalle il contesto di miseria e degrado in cui è cresciuto. Nel momento in cui sta per realizzare il suo sogno più grande e ottenere finalmente un lavoro, a causa di un problema familiare, Vance è costretto a tornare nella sua casa d’origine, dalla famiglia da cui era fuggito. Il ragazzo dovrà infatti affrontare il difficile rapporto con sua madre Bev (Amy Adams), una donna fragile e afflitta dalle proprie dipendenze. Sarà solo grazie alla figura di sua nonna Mamaw (Glenn Close), una donna forte e intelligente, che si è sempre presa cura di suo nipote, che Vance percorrerà un viaggio personale che lo porterà a riconciliarsi con la propria famiglia.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne due nomination ai Premi Oscar del 2021:

  • Nomination Miglior attrice non protagonista a Glenn Close
  • Nomination Miglior trucco a Robert Wilson

Curiosità – fonte: viaggi.corriere.it

1 – Elegia Americana: la trasformazione di Glenn Close
Per dare vita al personaggio di Mamaw, Glenn Close ha lavorato molto anche sul suo aspetto fisico. Dopo aver studiato la nonna di Vance attraverso i filmini di famiglia, ha deciso che voleva mettere su peso per rendere anche visivamente il fardello che la donna portava sulle sue spalle ogni giorno. La costumista Virginia Johnson ha quindi realizzato vestiti con imbottiture, che hanno aiutato la Close a calarsi nel ruolo. Trasmettere il peso mentre camminava, la fatica di arrampicarsi sulle scale o semplicemente stare seduta: i costumi hanno influenzato la sua postura e l’andatura. “Anche se c’erano dai 30 ai 40 gradi, ogni giorno che abbiamo girato, Glenn non ha mai abbandonato quell’imbottitura, neanche per un giorno“, ha ricordato Ron Howard. E poi la questione del trucco. Il viso dell’attrice è trasfigurato: merito dei make up artist. La Close ha voluto sul set Matthew Mungle, già suo truccatore in Albert Nobbs. Ecco quindi protesi, pelle rugosa, macchie solari. “Volevo effettivamente rimuovere me stessa dalla mia faccia” ha dichiarato l’attrice. Le sessioni di trucco richiedevano due ore di lavoro. E poi, il tocco finale, la parrucca, studiata da Martial Corneville, che ha già lavorato con Glenn Close in Albert Nobbs.

2 – Elegia Americana: Amy Adams nel ruolo di Bev
Anche la Adams si è calata nel personaggio di Bev sottoponendosi quotidianamente a ore di trucco. Il make up artist premio Oscar David Anderson, AFX Studios, ha progettato per lei la protesi del naso, per renderlo più largo, come quello della vera Bev. Il personaggio, poi, ha un’evoluzione. La vediamo prima giovane e avvenente, poi, 15 anni di abusi di alcool e droghe hanno reso l’incarnato più stanco e spento. Il trucco si fa più pesante, con la linea dell’eyeliner marcato. “Ho davvero adorato la parrucca“, ha affermato la Adams. “Mi ha riportato indietro nel tempo. Sono i capelli che volevo, e sicuramente la frangia che avevo sempre cercato di ottenere. Le acconciature degli anni ’80 erano sicuramente più scenografiche ed esasperate, ma non volevamo cadere nella caricatura, quindi in Hillbilly Elegy abbiamo reso il look più discreto“.

3 – Elegia Americana: la vera storia di J.D. Vance e il libro
Elegia Americana è tratto dal best seller di J.D. Vance, Hillbilly Elegy: A Memoir of a Family & Culture in Crisis, pubblicato nel 2016. Fu un caso editoriale molto discusso all’epoca perché, secondo la critica, ha saputo tratteggiare quell’America dimenticata, povera e ai margini, che ha poi sostenuto l’elezione del presidente Trump. In Italia il libro è edito da Garzanti.

4 – Elegia Americana: come è nato il film
Quando il libro ha debuttato nel 2016, Vance ha ricevuto diverse proposte per adattarlo allo schermo, ma ha sempre rifiutato. La riluttanza era dovuta da un lato dall’incapacità di visualizzare la storia della sua famiglia come un film, dall’altra dalla volontà di proteggerla da nuove sofferenze. La madre, infatti, aveva intrapreso un percorso di riabilitazione e recupero dalla tossicodipendenza. “Ero turbato al fatto che mentre potevo avere al 100% il controllo sul libro, un film sarebbe stato fuori fuori dal mio controllo“, ricorda. L’agente di Vance, tuttavia, lo ha incoraggiato a sentire alcune persone. Uno dei primi registi con cui ha parlato è stato Ron Howard. “Ron è uno dei registi più famosi al mondo, quindi parlare con lui al telefono è stato piuttosto bizzarro“, ricorda Vance. “Ron mi ha subito detto che il libro è una storia sulle donne straordinarie della mia vita. Ho apprezzato che avesse capito questa verità di fondo“. Da qui, la decisione di trasformarlo in una storia per il cinema. Ricevendo anche l’appoggio della madre. Beverly Vance, all’epoca della pubblicazione del libro, aveva iniziato un nuovo capitolo della sua vita. Ha ammesso che mentre all’inizio è stato straziante per lei leggere le memorie, ora vede il viaggio come un processo di guarigione. “Il libro è stato scritto dal punto di vista di un bambino cresciuto da una madre tossicodipendente. Non ho mai conosciuto il dolore di J.D. fino a quando non ho letto il libro e così sono cresciuta molto. Penso che per me, J.D., e mia figlia, Lindsay, siamo diventati molto più vicini e siamo stati in grado di parlare di più.

5 – Elegia Americana: Ron Howard
Mentre Howard sentiva il peso di onorare lo spirito e la verità della storia di Vance, riconosceva che il team creativo avrebbe dovuto trovare il delicato equilibrio di produrre anche un film coinvolgente, emotivamente epico e accattivante. “Ho promesso a J.D. che avrei cercato di essere il più preciso possibile mentre avrei ridotto le loro vite in un film di due ore. E ha capito quale sarebbe stato quel processo per consentire ai momenti di essere onesti e riflettere la verità, pur essendo divertente per un pubblico” ha dichiarato Howard.

6 – Elegia Americana: il commento della producer Karen Lunder
Brian Grazer, produttore insieme a Howard e Lunder, invece, ricorda quanto Howard fosse entusiasta del libro. “Mi ha detto di leggere l’autobiografia e anche io l’ho adorata“. A sviluppare la storia insieme a Howard e Grazer è stata Karen Lunder. “Quando Ron e Brian si sentono entrambi così fortemente convinti, di solito è un grande segno che siamo su qualcosa di speciale“, dice. “Entrambi hanno riconosciuto il potere della storia di J.D. e hanno avuto un legame immediato con questa singolare famiglia americana che è la famiglia di tutti. Tutti noi siamo cresciuti in un nucleo che aveva i suoi lati positivi e negativi, bei ricordi e brutti ricordi. Nella storia Ron vide sfumature dell’esperienza della sua famiglia, dell’esperienza dei suoi genitori e dei loro genitori, e sentì che c’era molto da esplorare“.

7 – Elegia Americana: location
Accurata la fotografia e la scelta delle location, come ha affermato lo stesso Ron Howard. “Lavorando con Molly Hughes, la nostra scenografa, e Maryse Alberti, la nostra direttrice della fotografia, abbiamo approfondito la ricerca perché volevamo capire come vivevano, dove vivevano, cosa hanno comprato, cosa pensavano, cosa guardavano e quello che hanno ascoltato. Ero a conoscenza del grande lavoro di Maryse su The Wrestler e altri film, ma ha anche questo ricco background come documentarista e sapevo che volevo il naturalismo, ma con un occhio estetico“. “Fin dal primo giorno Ron è stato molto chiaro che stavamo girando un dramma familiare su una famiglia in crisi”, ha detto Hughes. “Voleva fare qualcosa che fosse autentico ma non fosse un documentario. C’è un libro di fotografia sulla Rug Belt di Niko Kallianiotis, in cui ha fotografato aspetti che mostravano comunità colorate e vivaci, ma che erano anche impoverite e avevano un’elevata disoccupazione e dipendenza da oppioidi. In un certo senso è diventata la nostra Bibbia“. I primi giorni del film sono stati girati a Clayton, in Georgia, nella catena montuosa Blue Ridge, parte dei monti Appalachi. Poi, la produzione si è spostata a Middletown, Ohio, dove è cresciuto J.D. Vance. Gli esterni della casa di Mamaw, Papaw e Bev sono stati girati su Harrison St. a Middletown, a una sola strada da dove viveva davvero sua nonna, Mamaw. E, infine, si è arrivati negli studi di Screen Gems ad Atlanta, dove sono stati allestiti gli interni delle case di Bev e Mamaw a Middletown.

8 – Elegia Americana: la colonna sonora
Per la colonna sonora di Elegia Americana, è stato chiamato il compositore premio Oscar Hans Zimmer insieme al co-compositore David Fleming. Zimmer e Ron Howard avevano già lavorato insieme per il film del 1991 Backdraft. Zimmer ricorda: “Penso che tutto ciò che abbiamo fatto insieme sia sempre stato un’indagine sullo spirito e sulla condizione umana. È la cosa a cui siamo costantemente interessati“. “Hans Zimmer ha così tanta empatia“, gli fa eco Howard. “Apre quel canale e si concentra sui personaggi e inizia a pensare alle idee“. Grazer ha aggiunto: “Abbiamo realizzato così tanti film insieme, ma tutti hanno questa spinta e bellezza che sembrano familiari ma non familiari. Mi commuovo molto quando penso a Hans, perché la sua musica è così, commovente“. Ma non tutto è andato liscio durante la realizzazione della colonna sonora. Infatti, la produzione di Elegia Americana ha dovuto affrontare, come il resto del mondo, i problemi del lockdown.

9 – Elegia Americana e il Covid 19
La produzione di Elegia Americana si era appena conclusa quando il mondo si è trovato a fronteggiare la pandemia. A parte quindi alcune jam session iniziali, il team creativo si è presto reso conto che la colonna sonora doveva essere registrata a distanza. “Sono così abituato al fatto che Ron sia insieme a noi nella stanza quando registriamo, che mi è dispiaciuto non poter riunire la band anche questa volta“, ha detto Zimmer. Poi, un’altra battuta d’arresto. Zimmer ha dovuto lottare contro il Covid-19. “Il lavoro più pesante è ricaduto sempre di più su Dave perché mi sono ammalato gravemente dopo essere stato contagiato dal temuto virus”, ricorda Zimmer. “Questo non è stato un problema perché Dave non ti delude mai. Inventa sempre qualcosa di geniale e brillante“. Non tutto il male viene per nuocere però. Nello stesso periodo, i compositori si sono resi conto che durante il lockdown diversi ottimi musicisti erano liberi e disponibili. Come il violinista britannico Ben Powell e il vincitore dei Grammy Awards, Derek Trucks. “Derek è probabilmente il più grande chitarrista del mondo. Può farti piangere con una nota”, ha spiegato Fleming.

10 – Elegia Americana: recensioni e critica
A pochi giorni dall’uscita del film, la critica statunitense ha stroncato il nuovo film di Ron Howard. The Atlantic l’ha definito “il peggior film dell’anno“, Vanity Fair lo accusa di essere stato costruito a tavolino per gli Oscar. Ma d’altronde, era successo lo stesso con il libro, che aveva fatto molto discutere sulla rappresentazione degli stati della Rug Belt. Ron Howard, intanto si è difeso, come riporta l’intervista su Style, crede che il film sarà più apprezzato fuori dagli Stati Uniti. Non resta che attendere il responso del pubblico.


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