Control
Era il 1980, quando Ian Curtis si tolse la vita. Aveva 23 anni! Un mese dopo uscì l’ultimo struggente album dei Joy Division, dal titolo “Love Will Tear Us Apart“. A raccontare la vita del giovane uomo e dell’artista è il fotografo e regista olandese Anton Corbijn, che fotografò quasi trent’anni prima i Joy Division nel tunnel della metropolitana di Londra, e lo fa con Control, il suo primo lungometraggio. Se ci si aspetta un “biopic” classico, si resterà delusi, perchè Control non è un’elegia di compiacimento sulla persona o sul famoso gruppo musicale, ma un vero e proprio film in stile “kitchen-sink” britannico anni ’60, caratterizzato da ambientazioni low/middle class e da una fotografia superlativa in bianco e nero. Il grande merito di Corbijn è nella narrazione: non vi è traccia di glamour o di esuberanza psichedelica e narcisista che possa contaminarne la sceneggiatura. Il punto di vista, in ottica black and white, elegge la pellicola al realismo dell’Inghilterra post-punk di fine anni ’70, inizi anni ’80, oltre a ritrarre, con le sue sfumature grigie, gli ambienti interni della piccola borghesia, che fa da sfondo alla storia, ma soprattutto è utile a descrivere al meglio la malinconia che pervade l’animo di Ian Curtis, la stessa malinconia che caratterizza la musica dei Joy Division, tristemente minimalista e stranamente pragmatica. Nel complesso, Control offre una narrazione pura, priva di qualsiasi trovata sentimentalista, priva di arricchimenti di sceneggiatura, priva di abusi musicali, evitando così il rischio di incorrere nell’ennesima biografia condannata ad uso e consumo dei fans. Corbijn offre un’immagine di Curtis inaspettata: non il poeta sofferente, distrutto dagli eccessi e dalle pressioni della sua popolarità, ma un ragazzo confuso e, forse, troppo egoista. Sam Riley lo incarna alla perfezione: il corpo e la voce sono straordinariamente somiglianti. Riley è riuscito a rendere alla perfezione l’immagine di Ian Curtis voluta dal regista: dai movimenti frenetici goffi sul palco agli occhi appesantiti da una tristezza inspiegabile. Al suo fianco una straordinaria Samantha Morton, eccezionale nella sua arrendevole interpretazione di Deborah. Due interpretazioni che hanno dato un valore aggiunto ad una pellicola fatta di contrasti severi, inquadrature lunghe ed impietose, capaci di scavare la superficie di oggetti e persone. In sostanza, Corbijn ci mostra non la figura non convenzionale di un antieroe romantico e tenebroso, ma quella di un ragazzo pieno di talento che ha solo sbagliato nei tempi, cercando e desiderando tutto troppo in fretta, alla ricerca di quel “controllo” che non è mai riuscito ad avere. Ian è un uomo pieno di poesia e di dolcezza, esclusiva per le due donne che credeva di amare, ma ha anche mostrato di essere un vigliacco egoista. Control ha il grande merito di racchiudere nelle sue immagini, una storia inespressa e silenziosa, un flusso di tristezza e di verità assoluta.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Control è un film diretto da Anton Corbijn, in cui viene raccontata la travagliata vita artistica e sentimentale del leader dei Joy Division. Il giovane Ian Curtis (Sam Riley) vive in un paesino nei pressi di Manchester, dove sogna di formare una band e di sfondare nel mondo della musica. Successivamente, appena maggiorenne, decide di sposarsi con la fidanzata Debbie (Samantha Morton), da cui ha ben presto una figlia. Per mantenere la famiglia, Ian trova impiego in un ufficio di collocamento. Intanto riesce fondare la sua prima band, i Warsaw, e a esibirsi dal vivo. Ma più la carriera musicale sembra prendere il decollo, più la situazione familiare ne risulta compromessa: il rapporto tra Ian e Debbie s’incrina a tal punto da far decidere al cantante di allontanarsi da moglie e figlia, facendolo cadere in un vortice di solitudine. Il senso di colpa nei confronti della famiglia abbandonata cresce ancora di più quando Ian inizia una relazione con Annik (Alexandra Maria Lara), una giornalista che incontra durante un concerto. Oltre alla difficile situazione sentimentale, Ian deve fare i conti anche con dei tremendi attacchi epilettici: uno di questi lo colpirà anche durante un’esibizione.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne una candidatura al Festival di Cannes nel 2008 e vinse:
Young Eyes Prize a Anton Corbijn
Curiosità – fonte: www.comingsoon.it
1 – Il film è uscito nuovamente al cinema il 16 luglio 2020 nella sua versione restaurata distribuito da Movies Inspired.
2 – Il film s’ispira al romanzo Touching From a Distance, scritto da Deborah Curtis, la moglie di Ian Curtis.
3 – Il titolo fa riferimento al celebre brano dei Joy Division She’s Lost Control, scritto da Ian Curtis dopo la morte di un’amica dell’artista, anch’essa affetta da epilessia.