Bernardo Bertolucci (Parma, 16 marzo 1941 – Roma, 26 novembre 2018) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. Considerato tra i maggiori cineasti del cinema internazionale, ha diretto film di notevole successo come Il conformista, Ultimo tango a Parigi, Novecento e L’ultimo imperatore, che gli valse l’Oscar al miglior regista e alla migliore sceneggiatura non originale. È l’unico italiano ad aver vinto un Oscar per la regia, considerando che Frank Capra, anch’egli assegnatario del riconoscimento, era italiano ma naturalizzato statunitense. Leggi tutto...Nel 2007 gli fu conferito il Leone d’oro alla carriera alla 64ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e nel 2011 la Palma d’oro onoraria al 64º festival di Cannes. Primogenito del poeta Attilio Bertolucci e di Ninetta Giovanardi, era cugino del produttore Giovanni e fratello di Giuseppe, anch’egli regista. Inizialmente sembrò seguire la strada paterna, interessandosi di poesia e iscrivendosi al corso di laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ma ben presto abbandonò gli studi per il cinema facendo da assistente a Pier Paolo Pasolini, suo vicino di casa, ai primi passi come sceneggiatore nel mondo della settima arte. Con una camera a passo ridotto Bertolucci girò due cortometraggi amatoriali nel biennio 1956-1957, La teleferica e La morte del maiale. Quest’ultimo, creduto perduto, è stato ritrovato e, dopo un restauro a cura della Cineteca di Bologna, presentato al pubblico bolognese nel corso del festival del Cinema Ritrovato il 28 giugno 2024. Proprio grazie a Pasolini e all’interessamento del produttore Cino Del Duca, Bertolucci lavora come assistente nel primo film diretto dal poeta emiliano, Accattone (1961). Su quel set incontra l’attrice Adriana Asti, che sarà poi sua compagna per diversi anni. L’anno seguente, con Tonino Cervi come produttore, realizza il suo primo lungometraggio, La commare secca, su soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini. Ma Bertolucci si stacca ben presto dal mondo e dalla poetica pasoliniani per inseguire un’idea personale di cinema basata sostanzialmente sull’individualità di persone che si trovano di fronte a bruschi cambiamenti del loro mondo e di quello circostante, a livello esistenziale e politico, senza che essi possano o vogliano cercare una risposta concisa. Prima della rivoluzione
Tale tematica sarà presente praticamente in tutte le opere di Bertolucci, a partire dal secondo film, Prima della rivoluzione (1964), dove è esemplificata molto chiaramente nella storia di un giovane della borghesia agricola medio-alta di Parma (Francesco Barilli), il quale, incapace di reagire al suicidio del suo amico più caro e incerto su una direzione da prendere, si getta a capofitto in una relazione con una matura e piacente zia (Adriana Asti) giunta da Milano. Entrambi, però, si rendono conto che quella storia non può durare – lei è anche in cura da uno psicologo – e alla partenza della donna, al giovane non resta che sposare la sua precedente fidanzata, che lui non ama, facente parte dell’alta borghesia, matrimonio ben visto dalla sua famiglia. Anche nei film che seguono, Bertolucci continua il suo personale discorso intorno all’ambiguità esistenziale e politica, soprattutto in Partner (1968), interpretato da Pierre Clémenti, in Strategia del ragno e con Il conformista (1970) con Jean-Louis Trintignant, opere presentate in diversi festival ma dallo scarso successo di pubblico. Lo scandalo di Ultimo tango a Parigi e la fama mondiale
La notorietà per Bertolucci arriva nel 1972, con un film “scandaloso” che ha di fatto segnato un’epoca: Ultimo tango a Parigi, con Marlon Brando e Maria Schneider, Jean-Pierre Léaud e Massimo Girotti, dove il sesso è visto come unica risposta possibile, ma non definitiva, al conformismo del mondo circostante; i protagonisti di questo film, come quelli che seguiranno, sono esseri alla deriva, quasi sbandati, la cui unica via d’uscita è la trasgressione. L’attrice Maria Schneider, anni dopo, in un’intervista concessa a Roger Ebert e un’altra al Daily Mail dichiarò di essere stata “quasi violentata” e di aver subito un forte choc emotivo a causa dell’umiliazione alla quale la sottopose Bertolucci durante il set. Fino al 1997 fu il leader di incassi, ed il più controverso caso giudiziario di sempre nel cinema italiano. Dopo la sua prima proiezione a New York, la pellicola subì notevoli traversie censorie in Italia (che comunque non impedirono al film di piazzarsi secondo nella classifica degli incassi della stagione cinematografica 1972-1973); ben presto sequestrata, la pellicola venne ritirata dalla Cassazione il 29 gennaio 1976, e il regista fu condannato per offesa al comune senso del pudore, colpa per la quale venne privato dei diritti civili per cinque anni, fra cui il diritto di voto. Dopo svariati processi d’appello, la pellicola venne dissequestrata nel 1987. Le copie rimaste dopo il macero vennero depositate alla Cineteca Nazionale di Roma e quelle integrali, conservate in cineteche estere, sono servite come base per editare il film in DVD. A 46 anni dalla sua realizzazione, il film è tornato nelle sale cinematografiche nel maggio 2018 nella versione in lingua originale restaurata in 4K a cura della Cineteca Nazionale e della Cineteca di Bologna, con la supervisione di Vittorio Storaro per l’immagine e di Federico Savina per il suono. La prima mondiale ha avuto luogo a Bari nel corso del Bari International Film Festival (Bif&st) alla presenza del regista. Bertolucci incrementa la sua notorietà con Novecento (1976), epico affresco delle lotte contadine emiliane dai primi anni del secolo alla seconda guerra mondiale lungo più di cinque ore e che si avvale di un prestigioso cast (dagli internazionali Robert De Niro, Gérard Depardieu, Donald Sutherland, Sterling Hayden, Burt Lancaster e Dominique Sanda agli italiani Alida Valli, Laura Betti, Romolo Valli, Francesca Bertini e Stefania Sandrelli); cui seguono i più intimisti La luna (1979), in cui affronta lo scabroso tema della droga e dell’incesto, e La tragedia di un uomo ridicolo (1981), con Ugo Tognazzi e Anouk Aimée protagonisti. Gli Oscar con L’ultimo imperatore e gli ultimi film
Negli anni ottanta Bertolucci gira soprattutto all’estero altre pellicole di straordinaria potenza visiva. Ultimo tango a Parigi segna il distacco dal Cinema Novo e dalla Nouvelle Vague militante, per aprire al genere kolossal melanconico ma comunque impegnato di Novecento e de L’ultimo imperatore, successo internazionale che si aggiudica ben nove premi Oscar, tra cui quelli per il miglior film e la migliore regia, e che lo porta ad essere l’unico italiano a vincere il premio di categoria insieme a Frank Capra. Nel 1990 gira in Marocco il film Il tè nel deserto (1990), tratto da un romanzo di Paul Bowles, mentre nel 1993 è la volta del Piccolo Buddha con Keanu Reeves, ambientato in Nepal e negli Stati Uniti. In seguito il regista torna a girare in Italia riprendendo le sue predilette tematiche intimiste con risultati alterni di critica e pubblico, a partire da Io ballo da sola (1996), per proseguire con L’assedio (1998) e The Dreamers – I sognatori (2003), che ripercorre una vicenda di passioni politiche e rivoluzioni sessuali di una coppia di fratelli, nella Parigi del 1968. Nel 2007 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, mentre nel 2011 riceve la Palma d’oro alla carriera al Festival di Cannes. Il suo ultimo film è Io e te (2012), trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Inizialmente Bertolucci era intenzionato a girarlo in 3D, ma ha rinunciato all’idea dopo aver riscontrato che questo tipo di proiezioni sono considerate appannaggio di pellicole commerciali e riservate ad un pubblico giovanile. Sceneggiatore, produttore e attore
Per il cinema Bertolucci scrisse anche numerose sceneggiature per i film suoi e per quelli diretti da altri, tre dei quali da lui prodotti. Recitò inoltre in Golem – Lo spirito dell’esilio, diretto nel 1992 da Amos Gitai. La sua ultima apparizione è stata nel docufilm “Alida” di Mimmo Verdesca, dedicato alla vita di Alida Valli. Vita privata
Dopo il divorzio da Adriana Asti, sposò nel 1967 Maria Paola Maino, da cui divorziò nel 1972 per sposare nel 1978 Clare Peploe, sceneggiatrice e regista, autrice insieme al fratello Mark di Professione: reporter di Michelangelo Antonioni. Bernardo Bertolucci era ateo: lo affermò in un’intervista pubblicata nel volume di Barbara Palombelli Registi d’Italia (Rizzoli, Milano, 2006) durante la quale, alla domanda “Bertolucci è credente?”, il regista rispose, ridendo: «No, sono ateo, grazie a Dio. Come diceva Buñuel». Malato di tumore, muore a Roma il 26 novembre 2018, all’età di 77 anni. Le sue ceneri riposano accanto a quelle del fratello Giuseppe nel paesino di Casarola.
1. Avrebbe picchiato chi non apprezzava Godard. Lo avrebbe picchiato sul serio. «Amavo lui, e amavo il suo cinema. Siamo stati amici per lungo tempo, poi le divergenze politiche ci hanno fatto allontanare. Lo invitai alla prima francese de Il Conformista, venne e mi diede appuntamento in un piccolo drugstore. Si presentò a mezzanotte, come un’apparizione tra la pioggia. Mi si avvicinò, mi diede un bigliettino e senza dire una parola se ne andò. Credevo potessero essere degli insulti al film, e invece era una cartolina di Mao, con su scritto con un pennarello rosso: bisogna lottare contro l’egoismo e l’individualismo. Mi fece infuriare al punto che lo strappai in vari pezzi, lo gettai a terra e lo calpestai. Ogni tanto ci ripenso. Sarebbe bello aver tenuto quella cartolina.»
2. Jean-Paul Belmondo rifiutò scandalizzato il ruolo da protagonista in Ultimo Tango a Parigi (che poi andò a Marlon Brando). Cacciò letteralmente Bertolucci dall’ufficio, gridando che il film era osceno.
3. Bertolucci considera Marlon Brando l’uomo più bello mai esistito. «All’epoca Marlon era il più bello del mondo, su questo eravamo tutti d’accordo, uomini e donne. Non credo che nessun altro oggi possa essere definito bello come lo era lui. Anzi, credo che quel tipo di bellezza non la vedremo più.»
4. La versione di Novecento voluta da Bertolucci durava cinque ore, ma un accordo con la Paramount imponeva al film una durata di tre ore al massimo. Poiché il regista era reticente a tagliare il film, la casa produttrice affidò il montaggio a un montatore esterno. «Mi sono sempre rifiutato di vedere quella versione. Mi convinsero a tagliarlo, Novecento, feci una versione di circa quattro ore e una da quattro ore e trenta. Ma la mia era ed è quella da cinque.»
5. Chi si chiama Olmo lo deve a lui. «Cercavamo un nome per il contadino protagonista di Novecento (interpretato da Gerard Depardieu, ndr.), in quel periodo la zona dell’Emilia dove vivevo era devastata da una malattia degli Olmi, e allora una megalomania da regista mi portò a chiamare Olmo il mio protagonista, ero convinto che avrei salvato gli alberi. E in qualche modo ci riuscii, da allora molte madri chiamarono Olmo i loro figli.»
2020 – Alida – Attore 2019 – Cinecittà – I Mestieri del Cinema Bernardo Bertolucci – Attore (Se stesso) 2018 – Ora e sempre riprendiamoci la vita – Attore (Se stesso) 2017 – Ephèmère – La bellezza inevitabile – Attore 2017 – Evviva Giuseppe – Attore 2016 – Rubando Bellezza – Attore (Se stesso) 2016 – Perché sono un genio! Lorenza Mazzetti – Attore (Se stesso) 2016 – Cinque Mondi – Attore (Se stesso) 2016 – Acqua e Zucchero – Carlo di Palma, i colori della vita – Attore (Se stesso) 2015 – Filmstudio, Mon Amour – Attore (Se stesso) 2015 – Alfredo Bini, ospite inatteso – Attore 2013 – Bertolucci on Bertolucci – Attore (Se stesso) 2013 – Seduced and Abandoned – Attore (Se stesso) 2013 – Quando i tedeschi non sapevano nuotare – Attore (Voce recitante) 2012 – Paul Bowles: The Cage Door is Always Open – Attore 2011 – Io e te – Regia e Sceneggiatura 2010 – Ritratto di mio padre – Attore (Se stesso) 2009 – Di me cosa ne sai – Attore (Se stesso) 2009 – Great Directors – Attore (Se stesso) 2006 – Sartoria Tirelli – Vestire il cinema – Attore (Se stesso) 2005 – Elio Petri – Appunti su un autore – Attore (Se stesso) 2004 – Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio – Attore (Se stesso) 2003 – Cesare Zavattini – Attore (Se stesso) 2003 – The Dreamers – I sognatori – Regia 2002 – Ten Minutes Older – The Cello – Regia e Sceneggiatura 2001 – Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno – Attore 2001 – Il trionfo dell’amore – Sceneggiatura 1998 – L’assedio – Regia e Sceneggiatura 1996 – Io ballo da sola – Regia, Soggetto e Sceneggiatura 1993 – Piccolo Buddha – Regia e Soggetto 1992 – Golem, lo spirito dell’esilio – Attore (Maestro di corte) 1990 – Il tè nel deserto – Regia e Sceneggiatura 1987 – L’ultimo imperatore – Regia e Sceneggiatura 1985 – Cartolina dalla Cina – Regia e Soggetto 1984 – L’addio a Enrico Berlinguer – Regia (selezione girato) 1981 – La tragedia di un uomo ridicolo – Regia, Soggetto e Sceneggiatura 1979 – La luna – Regia, Soggetto e Sceneggiatura 1976 – Bertolucci secondo il cinema – Attore (Se stesso) 1976 – Novecento – Regia, Soggetto e Sceneggiatura 1972 – Ultimo tango a Parigi – Regia, Soggetto e Sceneggiatura 1971 – I poveri muoiono prima – Regia 1971 – L’inchiesta – Sceneggiatura 1971 – La salute è malata – Regia 1970 – Strategia del ragno – Regia e Sceneggiatura 1970 – Il conformista – Regia e Sceneggiatura 1968 – C’era una volta il West – Soggetto 1968 – Partner – Regia, Soggetto e Sceneggiatura 1968 – Amore e rabbia – Regia (“Agonia”), Sceneggiatura (“Agonia”) 1966 – Ballata da un miliardo – Sceneggiatura 1966 – Il canale – Regia e Soggetto 1966 – La via del petrolio – Regia e Soggetto 1964 – Prima della rivoluzione – Regia, Soggetto e Sceneggiatura 1962 – La commare secca – Regia e Sceneggiatura 1961 – Accattone – Aiuto regia
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