The Fabelmans

The Fabelmans

2022 ‧ Drammatico/Narrativa di formazione ‧ 2h 31m

Il sipario si apre davanti al cinema di The Fabelmans, in attesa della proiezione che cambierà per sempre la vita del giovane Sam (Gabriel LaBelle), e si chiude nel cuore stesso del luogo in cui la magia prende vita grazie alla fusione di mestiere e passione. È il più grande spettacolo del mondo, un viaggio che parte da De Mille e ritorna a La Ciotat, un giovane spettatore desideroso di possedere, dominare e replicare all’infinito quell’incanto, una miscela di tecnica e sogno, di ragione e sentimento, come ricordano il padre (Paul Dano) e la madre (Michelle Williams) nella sequenza iniziale. Gli occhi pieni di meraviglia di Sam Fabelman, il suo inclinarsi verso lo schermo con una fervida curiosità, la paura che si trasforma in ammirazione, l’oscurità della sala che diventa una sorta di esperienza trascendentale, illuminando la sua vita ed il suo futuro. È il 1952, ma per un bambino di sei anni (e per uno di settantasei), quel rito collettivo conserva ancora tutto il fascino dei primi giorni del cinema. Eppure, la grandezza di The Fabelmans, che porta il titolo di una saga familiare ma racchiude l’essenza e l’evoluzione emotiva del coming of age, risiede proprio nel non limitarsi a quel sentimento, nel non nascondersi dietro una rappresentazione edulcorata dell’emozione. Prima di essere una eloquente “lettera d’amore al cinema“, l’autobiografia sincera di Steven Spielberg è innanzitutto la storia di un legame emotivo con le immagini, un racconto dinamico di scoperte continue. L’ingenuità pura dell’innamoramento infantile, l’affermarsi del desiderio e la crescita nell’arte della manipolazione del medium; la scoperta di poteri sorprendenti, capaci di alterare la percezione della realtà stessa, di rivelare l’invisibile, di portare alla luce ciò che era nascosto. La crescita di Sam si traduce quindi in una maggiore consapevolezza del potere delle immagini, un percorso di maturazione individuale riflesso nella storia del cinema stesso: dall’ammirazione infantile alla consapevolezza industriale, attraverso una dolorosa perdita dell’innocenza. Spielberg, sia dentro che fuori dalla narrazione, si confronta finalmente con un’opera che è allo stesso tempo un atto d’amore generoso ed una umanizzazione della sua stessa figura monumentale. Anche nel suo personale ed autobiografico coming of (im)age(s), non perde mai quel tocco universale che contraddistingue le sue opere. In una filmografia che spesso si rivolge al passato storico, al futuro della fantascienza o al mondo senza tempo del fantasy e dell’avventura, The Fabelmans emerge come un’opera unica, come lo fu il musical “West Side Story“. Nonostante affronti vent’anni cruciali della storia americana, il contesto storico rimane in secondo piano, lasciando spazio alla storia di un ragazzo destinato ad imprese straordinarie e ad una famiglia amorosa ma instabile, in continua ricerca di una nuova vita verso ovest. Nel cinema, la fine di un film segna l’inizio di un’altra storia, e così Spielberg si rivela e si sostituisce a Sam, regalandoci uno sguardo che celebra il cinema in tutta la sua grandezza e modernità. Perché ciò che si guarda è sempre meno importante del modo in cui lo si guarda, ed in The Fabelmans, ciò che vediamo è semplicemente grande cinema.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

The Fabelmans, film diretto da Steven Spielberg, è una storia semi-autobiografica, basata sull’infanzia e l’adolescenza del regista e in particolare si ispira al periodo trascorso in Arizona. Il film racconta la storia di Sammy Fabelman (Gabriel LaBelle), un ragazzo cresciuto tra l’Arizona e la California tra gli anni ’50 e ’60, che grazie all’amore di sua madre (Michelle Williams) per la musica e il cinema, si appassiona anche lui alla settima arte. Il giovane scopre uno sconvolgete segreto familiare e si rifugia nella magia del cinema, che con il suo potere salvifico può aiutarlo a vedere la verità… Gli altri protagonisti principali del film sono Paul Dano, che interpreta Burt, il padre di SammySeth Rogen, un amico della famiglia.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben sette nomination alla notte degli Oscar del 2023:

  • Nomination Miglior film
  • Nomination Miglior regia a Steven Spielberg
  • Nomination Miglior attrice a Michelle Williams
  • Nomination Miglior attore non protagonista a Judd Hirsch
  • Nomination Miglior sceneggiatura a Steven Spielberg
  • Nomination Miglior colonna sonora a John Williams
  • Nomination Miglior scenografia a Karen O’Hara

Curiosità – fonte: www.cinematographe.it

1. Steven Spielberg aveva avuto l’idea già nel 1999.
Sebbene il tempo di sviluppo di The Fabelmans sia stato relativamente breve e abbia avuto un’inversione di tendenza incredibilmente rapida da quando Spielberg e Kushner hanno iniziato a metterlo nero su bianco, l’idea balenava nella mente di Steven Spielberg da molto più tempo. Secondo il New York Times, Spielberg ha avuto l’idea nel lontano 1999. In un’intervista rilasciata di 23 anni fa al New York times, Spielberg si preoccupava: “La mia grande paura è che a mia madre e mio padre non piaccia e penseranno che sia un insulto. Temo che non condivideranno il mio punto di vista amorevole, ma critico, su com’era crescere con loro“. Probabilmente è stato un bene che Spielberg abbia aspettato a realizzare il film, poiché quel divario di 23 anni include alcuni dei migliori film del regista e la sua eredità è cresciuta in modo esponenziale da allora. Di conseguenza, un film che celebra la sua vita e la sua educazione ha molto più impatto ora di quanto avrebbe avuto nel 1999.

2. I genitori di Steven Spielberg lo stavano letteralmente tormentando affinché realizzasse il film.
Anche se Spielberg era preoccupato al solo pensiero che per i suoi genitori il film potesse rappresentare un insulto, la verità è che lo stavano “tormentando” per fare il film. Secondo People, i genitori del regista volevano che realizzasse il film prima della loro morte. Spielberg ha spiegato: “In realtà mi stavano assillando, ‘Quando racconterai quella storia sulla nostra famiglia, Steve?‘ In realtà, li rendeva molto entusiasti“. Entrambi i genitori di Spielberg, sfortunatamente, sono morti prima che il film entrasse in fase di sviluppo, e questo potrebbe essere il motivo che ha incoraggiato Spielberg a realizzare finalmente questa opera così intima.

3. Paul Dano si è sentito sotto pressione nel dover interpretare il padre di Spielberg in The Fabelmans.
Paul Dano interpreta Burt Fabelman, personaggio ispirato al padre di Spielberg: un ruolo così importante accolto dall’attore con molta pressione. Secondo The Hollywood Reporter, Dano si è sentito sotto pressione nel dover interpretare il personaggio semi-reale che il celebre regista ammirava così tanto. L’attore ha spiegato: “La posta in gioco sembrava davvero alta … Stai interpretando una delle figure più importanti, influenti e complicate appartenenti alla vita di Spielberg. È stato incredibile vedere quanto di questo fosse nel suo lavoro per tutto il tempo.” Tuttavia, a Dano sembra piacere il nervosismo, poiché la sua filmografia è piena di ruoli che potrebbero intimorire, come per esempio recitare al fianco di Daniel Day-Lewis in Il petroliere relativamente presto nella sua carriera. Inoltre, proprio di recente, ha interpretato grandiosamente l’Enigmista in The Batman, film che fa parte di un franchise con una fanbase enorme e difficile.

4. Michelle Williams è stata scritturata dopo aver visto Blue Valentine.
Michelle Williams è una delle più grandi attrici di oggi. Ha recitato in tantissimi film amati e ha ottenuto quattro nomination all’Oscar. Il motivo per cui Spielberg ha deciso di sceglierla come Mitzi Schildkraut-Fabelman, il personaggio ispirato a sua madre, sembra essere stato il suo ruolo nel film emotivamente estenuante del 2010 Blue Valentine. Blue Valentine si alterna tra due storie: il film ruota attorno a una coppia innamorata perdutamente e segue quella stessa coppia anni dopo, adesso con dei bambini, ma completamente infelice. Ci sono alcuni parallelismi tra il film del 2010 e The Fabelmans, poiché entrambi parlano del divorzio e dell’effetto che i genitori provano nei confronti dei loro figli. Ma soprattutto, la performance della Williams è così cruda e realistica, che gli è valsa la nomination agli Oscar 2011.

5. Quello di Sammy è stato il ruolo più difficile da scritturare.
Gabriel LaBelle interpreta Sammy in The Fabelmans, il personaggio ispirato allo stesso Spielberg quando era bambino. Non sorprende, dunque, che il regista abbia pensato che Sammy fosse il ruolo più difficile da interpretare. Secondo Volture, Spielberg ha fatto il provino a 2000 attori diversi per interpretare il personaggio. Il regista ha spiegato: “Non stavo cercando quello che vedo allo specchio, stavo cercando un giovane attore che potesse offrire una storia, con il suo essere curioso e onesto, coinvolgente e imprevedibile.” LaBelle ha fatto esattamente questo e ha battuto altri 2000 attori, ma anche lui inizialmente non ha avuto successo, fino a quando non ha fatto il provino una seconda volta tre mesi dopo il primo.

6. David Lynch ha deciso di recitare in The Fabelmans dopo un periodo di tre settimane.
David Lynch è un regista unico noto soprattutto per i suoi thriller surreali come Mulholland Drive, e a volte recita anche lui, anche se raramente. Lynch è tornato a recitare in The Fablemans, dove interpreta l’iconico regista John Ford. Tuttavia, occorre precisare che hanno dovuto convincerlo a lungo prima che accettasse di recitare nel film. Secondo The Playlist, non solo Spielberg ha impiegato tre settimane per convincere l’inafferrabile regista a firmare, ma a quanto pare è stato anche aiutato dalla loro comune amica, Laura Dern, che ha chiamato Lynch innumerevoli volte per convincerlo ad accettare il ruolo. Nonostante ciò, la cosa più interessante è che Lynch ha accettato di interpretare John Ford solo a condizione che i donuts Cheetos fossero sempre disponibili sul set.

7. Steven Spielberg ha selezionato la maggior parte della musica per la colonna sonora di The Fabelmans.
La maggior parte dei film ha degli addetti alle musiche e ci sono anche degli esperti della post-produzione del film che fanno la maggior parte delle scelte musicali. Tuttavia, per The Fabelmans, al di fuori della colonna sonora di John Williams, è stato Spielberg in persona a selezionare gran parte della musica classica presente nel film. Anche se non è la prima volta che accade una cosa del genere, tanto che alcuni registi hanno addirittura inciso la colonna sonora dei propri film, sono rari i registi che scelgono personalmente la musica. Parlando di musiche per film, The Fabelmans si distingue anche per essere la penultima colonna sonora firmata John Williams prima del suo ritiro (il suo ultimo film sarà Indiana Jones 5). Ciò segna la fine di un lungo rapporto di lavoro con Spielberg, dato che i due hanno lavorato insieme a 29 film.

8. Il titolo iniziale di The Fabelmans doveva essere I’ll Be Home.
A quanto pare, il titolo iniziale del film che Spielberg aveva pensato nel 1999 doveva essere I’ll Be Home, anziché The Fabelmans. Sembra anche che ci fosse già una prima bozza di sceneggiatura, scritta da sua sorella, Anne Spielberg. La sorella di Steven Spielberg ha anche co-scritto la classica commedia con Tom Hanks del 1988, Big, che era stravagante, sentimentale e infinitamente divertente, esattamente ciò per cui anche The Fabelmans è stato elogiato. Possiamo dire, quindi, che il film ha almeno mantenuto lo stesso tono del progetto anni ’90.

9. È stato un lavoro piuttosto veloce per lo sceneggiatore.
Anche se Spielberg è accreditato come co-sceneggiatore, il regista ha lavorato con il suo collaboratore di vecchia data, lo sceneggiatore Tony Kushner. The Fabelmans segna la loro quarta collaborazione dopo Munich, Lincoln e West Side Story dell’anno scorso. E secondo Indie Wire, è stato il lavoro più semplice della carriera di Kushner. Lo sceneggiatore ha parlato della sua quotidianità mentre lavorava alla sceneggiatura, e ha rivelato che è stato essenzialmente un lavoro part-time. Kushner ha spiegato: “Abbiamo scritto tre giorni alla settimana, quattro ore al giorno, e abbiamo finito la sceneggiatura in due mesi: non ho mai finito un progetto così velocemente. È stato un vero spasso. L’ho adorato“.

10. Il set di The Fabelmans è stato particolarmente emozionante.
Dato che è un film così personale per Spielberg ed è così semi-autobiografico, non sorprende che ci siano state così tante emozioni sul set. Seth Rogen, che interpreta Benny Loewy, lo “zio” surrogato di Sammy, ha spiegato dettagliatamente quanto fosse davvero emozionante e ha rivelato di aver visto Spielberg che piangeva a dirotto durante le riprese. L’attore ha aggiunto: “Ero tipo, ‘È successo nella vita reale?’ e la risposta è stata ‘sì’ il cento per cento delle volte.” Il film farà commuovere anche gli spettatori, ma saranno per lo più lacrime di gioia, un qualcosa non di così diverso dalle emozioni suscitate da qualsiasi altro film diretto da Spielberg.


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