Gli uccelli
Il maestro in persona, in una sola frase, ha perfettamente recensito uno dei suoi tanti capolavori del cinema, Gli Uccelli. La frase in questione recita:
“Il vecchio conflitto tra gli uomini e gli uccelli è rovesciato: stavolta gli uccelli stanno fuori e l’uomo in gabbia” (Alfred Hitchcock).
Mettendo in piedi una produzione propria ed ispirandosi ad un altro racconto firmato sempre Daphne Du Maurier, Alfred Hitchcock ne elabora la sceneggiatura, insieme alla penna di Evan Hunter. I due danno vita ad una struttura narrativa che vede una prima parte, un prologo, caratterizzata da una traccia sentimentale e dal disegno dei caratteri di ogni singolo personaggio, e lo fa con una piacevole sottile ironia, districandosi fra personaggi strani e psicologicamente un pò complicati; una seconda parte che spezza l’ironia e si impone col suo genere horror caratterizzato dall’attacco degli uccelli, gettando sempre un occhio allo humor: l’azione violenta degli uccelli si erge a simbolo di un’inarrestabile ed incomprensibile forza naturale che porta lo spettatore a riflettere sui “peccati” compiuti dai personaggi, dunque dall’uomo. Per rendere più inquietante e viscerale gli attacchi degli uccelli, Hitchcock ingaggia come consulente del suono Bernard Herrmann, capace di modificare i versi degli alati in maniera innaturale, coadiuvato dagli effetti elettronici del Trautonium ad opera dei maestri Remi Gassmann e Oskar Sala. Ma Hitchcock non si ferma qui, la sua assoluta precisa pianificazione attuata nel suscitare ogni sfumatura di emozione nello spettatore, richiede altri ulteriori “accorgimenti”, come l’ingaggio dell’animatore della Disney Ub Iwerks, che impiega quasi un anno, insieme agli incaricati degli effetti ottici, a costruire ogni singolo fotogramma che combina l’impiego di uccelli veri ed ammaestrati ad una piccola percentuale di uccelli meccanici. Tutto questo è ciò a cui ci ha abituati nelle opere precedenti il maestro Alfred Hitchcock, ma quello a cui non siamo abituati è vedere un finale ambiguo, definito quasi deludente, che ci lascia degli interrogativi, ma che a mio modesto parere è la vera perla dell’intera pellicola. Fra i più della critica cinematografica, molti lo hanno imputato all’intenzione del maestro di mettere in scena il preludio alla fine del mondo, mentre altri ad un proprio personale sadismo, dettato anche dai patimenti subiti dalla neo-scoperta interprete Tippi Hedren “necessari” al rendere più efficace la sua prova. Di sicuro il finale de Gli Uccelli resta il più enigmatico di tutta la filmografia del grande Alfred Hitchcock.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Gli uccelli è un film del 1963 tratto dall’omonimo racconto di Daphne du Maurier pubblicato nel 1953. Melania Daniels (Tippi Hedren), ricca e giovane figlia di uno dei più importanti editori della città, incontra in un negozio di animali di San Francisco l’avvocato Mitch Brenner (Rod Taylor). Nonostante Mitch l’abbia riconosciuta, finge di scambiarla per una commessa del negozio: sta infatti cercando una coppia di pappagalli inseparabili da regalare alla sorella Cathy in occasione del suo undicesimo compleanno. Melania, infastidita ma al tempo stesso intrigata da Mitch, sta al gioco e gli risponde che il negozio non ha tali esemplari, e gli propone invece dei canarini. I due battibeccano, ma quando Mitch se ne va, Melania si annota la targa della sua auto e decide di acquistare la coppia di pappagalli che lui desiderava. Quindi, si reca personalmente all’appartamento di Mitch a San Francisco, ma, non trovandolo, decide di proseguire per Bodega Bay, il luogo dove Mitch trascorre il weekend in compagnia della madre e della sorellina. Giunta con la sua auto, Melania vuole fare un’ulteriore sorpresa all’uomo: noleggia così una barca, in modo da giungere alla casa di Mitch direttamente dalla baia. Entrata in casa, vi lascia la gabbia con all’interno i pappagalli, per poi tornare a nascondersi sul motoscafo. Accortosi degli uccellini, Mitch nota la barca di Melania, così sale in macchina per raggiungerla dall’altra parte della baia. Quando sta per toccare terra, Melania viene attaccata da un gabbiano, che le provoca una ferita; Mitch la medica e la invita a restare a cena, e nonostante l’iniziale riluttanza, lei accetta. Quello che sembra un banale incidente non è altro che il principio di una serie di strani accadimenti di cui gli uccelli sono inquietanti protagonisti…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne una candidatura ai Premi Oscar del 1964:
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- Nomination Migliori effetti speciali visivi a Ub Iwerks
Curiosità – fonte: www.vogue.it
1. Gli uccelli è il terzo adattamento per un film di Hitchcock da una storia di Daphne du Maurier, dopo La taverna della Giamaica (1939) e Rebecca la prima moglie (1940). Tuttavia, Hitchcock utilizzò solo l’idea centrale di du Murier, mentre trama e personaggi furono scritti ex novo dallo sceneggiatore Evan Hunter, autore di centinaia di romanzi polizieschi pubblicati con diversi pseudonimi (tra cui la nota serie dell’87° Distretto firmata come Ed McBain).
2. Per la parte di Mitch Brenner, Hitchcock inizialmente pensò a Cary Grant, ma considerando la lunghezza delle riprese e i conseguenti costi rinunciò, convinto che con la premessa e il nome del regista il film si sarebbe venduto da solo. In effetti Gli uccelli, pur accolto molto tiepidamente dai critici dell’epoca (alcuni scrissero addirittura che il film confermava la diceria secondo cui il Maestro odiava gli attori), fu uno dei suoi maggiori successi di sempre al botteghino e finì per ispirare generazioni di registi, da Brian de Palma a John Carpenter, da David Fincher a M. Night Shyamalan, da Guillermo del Toro a Park Chan-wook.
3. Tippi Hedren, l’attrice che nel film interpreta la protagonista Melanie Daniels, oggi ha 93 anni ed è la madre dell’attrice Melanie Griffith e la nonna dell’attrice Dakota Johnson. Quando Hitchock le affidò la parte ne Gli Uccelli era ancora una modella e non aveva mai recitato, ma il regista l’aveva vista in una pubblicità ed era rimasto così colpito da lei da farle un contratto in esclusiva che le garantiva un introito fisso per sette anni anche senza lavorare. Hedren, neodivorziata e con la figlia Melanie da crescere, non poté rifiutare, anche se in seguito dichiarò che quel contratto le rovinò la carriera in quanto le impedì di lavorare ad altre produzioni.
4. Tippi mentì sulla sua età quando fu ingaggiata per il film, dichiarando cinque anni in meno di quelli che aveva (28 al posto di 33). Solo 40 anni dopo confessò la sua vera data di nascita.
5. Nella sua autobiografia, uscita nel 2016, Tippi racconta che Hitchcock era ossessionato da lei, che sul set non le toglieva gli occhi di dosso, s’ingelosiva se parlava con altri uomini e una sera riaccompagnandola in hotel le fece addirittura delle avances, ma lei lo respinse. Il giorno dopo c’era la famigerata scena della cabina telefonica, che le avevano assicurato essere di vetro infrangibile. Quando tuttavia gli uccelli attaccarono, il vetro della cabina esplose in mille pezzi, ferendo l’attrice. I make-up artists impiegarono ore a toglierle i frammenti di vetro dal volto con la pinzetta. Tippi non scrive che Hitchcock lo fece di proposito ma, come avallato da più testimoni, è innegabile che le diede del filo da torcere per tutta la durata delle riprese. La figlia di Tippi, Melanie Griffith, ha raccontato che quando aveva sei anni Hitchcock le donò ‘per scherzo’ una piccola bara con dentro una statuina di cera che raffigurava sua madre.
6. Tippi, dopo aver girato il film, è diventata una fervida animalista. Nel 1972 ha fondato la riserva naturale Shambala, in California, per proteggere i felini.
7. Tippi indossa lo stesso tailleur verde in tutto il film. Gliene avevano procurati sei identici. Nella scena della soffitta, alcuni uccelli le vennero attaccati al vestito in modo che si agitassero nello sforzo di liberarsi. Anche in quell’occasione, all’attrice era stato detto che gli uccelli sarebbero stati finti, mentre non fu così. Hitchcock impiegò una settimana a girare la scena, alla fine della quale l’attrice era così provata e scioccata che le fu prescritta una settimana di assoluto riposo dal medico.
8. Prima di optare per l’impiego di pennuti veri, la Universal spese 250mila dollari per degli uccelli meccanici che si rivelarono inadatti allo scopo. Ci si rivolse allora all’addestratore Ray Berwick, che procurò alla produzione migliaia di uccelli vivi di diverse specie, gabbiani, cornacchie, corvi, passeri e fringuelli (e su come li recuperò si potrebbe scrivere un libro comico). Berwick sosteneva che i gabbiani erano gli uccelli più violenti mente i corvi i più intelligenti, cosa che la scienza ha in seguito confermato (oggi sappiamo che il corvo ha la capacità cognitiva di un bambino di 7 anni). Per girare alcune scene, ai volatili furono somministrati dei tranquillanti e fu loro chiuso becco con del nastro adesivo per questioni di sicurezza; inoltre, per farli volare verso la macchina da presa veniva attaccata della carne accanto all’obbiettivo. Niente paura, però: sul set era sempre presente Paul Ridge, dell’American Humane Association, per assicurarsi che gli animali stessero bene e non fossero sottoposti a stress eccessivo.
9. Nel film manca una colonna sonora. L’idea di usare esclusivamente i versi degli uccelli come partitura (suoni generati elettronicamente con uno strumento chiamato Mixtur-Trautonium) fu di Bernard Herrmann, creatore dell’indimenticabile soundtrack di Psycho.
10. Hitchcock ebbe l’ispirazione per il film mentre si trovava a St. Moritz, dove aveva trascorso la luna di miele e dove negli anni tornò ben 36 volte. L’hotel dove soggiornava regolarmente, il Badrutt’s Palace, ha riaperto da pochi giorni la stagione estiva e propone quest’anno un pacchetto speciale pensato per celebrare il grande regista a 60 anni dall’uscita del film Gli uccelli. Affacciatevi alla sua suite 501, preservata intatta, e guardate le taccole alpine volare in cerchio. Chissà che non siano state proprio loro a ispirare Gli uccelli.