Pinocchio
Sceneggiato da Patrick McHale, realizzato in animazione stop-motion grazie al maestro Mark Gustafson, e diretto, in una regia a due mani insieme a Gustafson, dal grande Guillermo del Toro, questa rivisitazione del classico collodiano è un vero capolavoro che non trova alcun precedente nei suoi predecessori. Nella visione di del Toro, il figlio di Geppetto, Carlo, muore tragicamente sotto i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale; così, consumato dal dolore ed ormai schiavo dell’alcool, dopo un pò di anni costruisce un burattino di legno che per magia prende vita. Inevitabilmente, il pezzo di legno che prende vita, alimenterà in Geppetto l’illusione di poter riabbracciare il figlio perduto. Il grande artista messicano, in una intervista, afferma: “Ho pensato a una versione di Pinocchio in stop-motion che fosse più vicina a Frankenstein, con un personaggio catapultato nel mondo che, senza preconcetti, deve scoprire chi è, qual è il suo ruolo e perché esiste”. Nel suo dodicesimo lungometraggio troviamo un del Toro che si misura, per la prima volta, con un testo universale, ma ne modifica nome e natura di qualche personaggio: la Fata Turchina viene sdoppiata in due personaggi, lo Spirito del Bosco e la Morte, due sorelle mascherate che donano e tolgono la vita; Volpe e Mangiafuoco vengono fusi nel Conte Volpe. Inoltre, a differenza del romanzo del nostro Collodi, in cui non è contestualizzato il periodo storico, del Toro lo ambienta in un’epoca ben precisa, ovvero nel periodo dell’Italia fascista degli anni ’20 e ’30. Questo, oltre ad essere un contesto molto coraggioso per gli autori, gli dà anche la possibilità di creare dei personaggi centrali a servizio della storia, come il Podestà, ovvero il padre di Lucignolo, o il cammeo di un Mussolini nano e grottesco, sbeffeggiato dallo stesso Pinocchio durante un’esibizione al circo. Decade il contesto di fiaba a cui il mondo del cinema ci ha abituati, in particolare il Pinocchio della Disney del 1940: troviamo un’atmosfera estetica dark, così come nei contenuti, e sposa il genere musical. La narrazione viene affidata a Sebastian (nome dato al Grillo Parlante), una narrazione semi-onniscente che si allontana da un pubblico bambino, caratterizzata da una vena satirica nei confronti del potere oppressivo e del percorso di crescita di Pinocchio, che deve scegliere di sacrificarsi per chi ama. A differenza di Collodi, del Toro non si accontenta che Pinocchio debba essere “buono” per diventare umano, ma vuole che egli combatta affinché il pensiero imposto, non abbia la meglio. La nota più suggestiva della visione degli autori è la variante al Paese dei Balocchi: qui è un campo di addestramento per giovani fascisti. Forse, rispetto alle pellicole che hanno portato questo nome, è un pò verbosa e la durata è forse eccessiva. Ad ogni modo è una pellicola molto coraggiosa che porta tanta innovazione su un romanzo che ci ha dato, e sono sicuro, continuerà a darci grandi sorprese.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Pinocchio, il film d’animazione in stop-motion diretto da Guillermo del Toro e Mark Gustafson, è tratto dalla famosa fiaba per bambini di Carlo Collodi. Ambientato nell’Italia degli anni ’30, mentre imperversava il fascismo di Benito Mussolini, il film segue la storia di Pinocchio, un burattino di legno che straordinariamente prende vita grazie al desiderio del padre, il vecchio falegname Geppetto. Quest’ultimo ha costruito la piccola marionetta di legno in ricordo del figlio perso, ma quando Pinocchio prende vita è desideroso di diventare un bambino in carne e ossa. Peccato che il burattino non sia affatto un ragazzo esemplare e combini ogni sorta di guaio, coinvolgendo il povero Geppetto. Proprio per non causare più problemi al padre, Pinocchio insieme a Sebastian, un grillo parlante che viveva nel tronco da dove lui è stato ricavato, intraprende un viaggio per cercare il suo posto nel mondo…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film vinse l’Oscar nel 2023 per la prestigiosa categoria Miglior film d’animazione.
Curiosità – fonte: www.comingsoon.it
1. Ispirato alla famosa fiaba di Carlo Collodi.
2. Le riprese del film sono iniziate lo scorso autunno negli studi di Shadow Machine a Portland (Oregon) e la produzione è proseguita anche durante la pandemia.