Blow
George Jung (Johnny Depp) è stato uno dei più potenti ed avidi commercianti di droga del secolo scorso, proveniente da una famiglia tutto sommato benestante, e divenuto in pochissimo tempo il punto di riferimento dei narcotrafficanti americani a cavallo tra anni ’70 e ’80. La sua smania di arricchirsi, di diventare qualcuno è dettata dalla paura di vivere nella miseria, proprio come successe a suo padre ed alla sua impresa, che fallì lasciando l’intera famiglia nella povertà.
La struttura della pellicola è pressoché semplice, dividendo la trama in due parti: l’ascesa al potere e la caduta che lo privò della libertà. In questa naturale scissione della trama e della storia documentata della vita del vero Jung, Ted Demme, il regista, si avvale dell’uso di registri differenti. La prima parte è dominata da una fotografia con colori accesi, da un’interpretazione semplice e gioviale ed in perfetto connubio con la colonna sonora, anch’essa allegra ed energica, e dall’uso di uno stile di montaggio che ricorda il videoclip. Nella seconda parte, segnata dall’entrata in scena della torbida Mirtha (Penelope Cruz), la storia diventa più intima ed introspettiva, entra nell’animo di un Jung combattuto fra la voglia di essere “pulito” per amore della figlia, e la tentazione di rimettersi in affari con i suoi ex soci. Ed il sipario del dramma cala sul film: fotografia fredda, interpretazioni fatte di rabbia, disperazione e rassegnazione, ed un montaggio lento.
Nel complesso, la storia presenta una morale fin troppo esplicita, ma gli attori riescono a mantenere vivo l’interesse dello spettatore grazie alla loro ottima interpretazione, il tutto corredato da una regia che si divide fra voci narranti e sequenze teatrali, che portano sul palcoscenico la vita dell’uomo e non di ciò che rappresenta, una vita che scorre davanti ai nostri occhi, come un soffio – blow, una vita bruciata da scelte coscienti ma avventate ed ovviamente amorali ed errate.
Degna di nota è l’interpretazione di Depp: l’umanità che riesce a trasmettere al suo personaggio, completamente immerso nella cultura hippie fatta di completini sgargianti e buffe parrucche, porta lo spettatore dalla sua parte, facendo “dimenticare” il suo lato criminale. Penelope Cruz e Ray Liotta hanno scritto pagine intense nella storia del cinema anche in questo film. La prima grazie ad un’interpretazione sensuale ed isterica da femme fatale, il secondo grazie al suo pathos intenso, specie nell’ultima parte.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Negli anni Cinquanta, George (Johnny Depp) è un bambino del Massachusetts che passa le sue giornate con l’amico Tonno (Ethan Suplee). Suo padre è un lavoratore onesto ma abbandonato dallo stato, e che perdona le periodiche fughe dell’irrequieta madre. Ormai adulti, George e Tonno decidono di trasferirsi in California dove Barbara Buckley (Franka Potente) li convincerà a lavorare per il suo amico Derek Foreal, invischiato nel traffico di marijuana. Grazie a questa nuova “professione” i due amici diventano ben presto famosi in tutta la California del Sud, ma la fama e i soldi facili non fanno altro che aumentare l’ambizione di George. Coinvolgendo nel suo giro d’affari l’amico Kevin Dulli (Max Perlich), Jung sposta la sua attività sull’East Coast.
Data la massiccia richiesta della clientela, George decide di andare in Messico per scovare un vero fornitore di marijuana. Così, gli affari subiscono un’impennata e George si gode la ricchezza, fino a quando, due anni dopo, l’uomo viene arrestato per possesso di droga. Barbara si ammala di cancro e, per accudirla, George diventa latitante. Tornato a casa, il padre lo accoglie con gioia, mentre sua madre è decisa a punirlo e lo denuncia alla polizia.
Recluso nel carcere di Danbury, George fa la conoscenza di Diego Delgado (Jordi Mollà), che lo introdurrà allo spaccio di cocaina. Violando la libertà vigilata, George si reca con Diego in Colombia ma Jung non si fida dell’uomo e contatta nuovamente Derek. Le grandi doti di George infastidiscono gli affari dei colombiani e l’uomo è condotto a forza al cospetto di Pablo Escobar. Quest’ultimo consente a George e a Diego di gestire i traffici di cocaina e Jung ritrova l’amore al fianco della bellissima Mirtha (Penélope Cruz). Ma all’apice della sua notorietà, George è tradito da Diego.
L’uomo lascia quindi i traffici illeciti per dedicarsi alla figlia Kristina (Emma Roberts). Nonostante si sia ripulito, la DEA irrompe nel bel mezzo di una cena di famiglia e lo arresta. Mirtha, stanca di vivere nella povertà, tradisce e incastra George, provocandone l’arresto. Mentre Jung arriverà a comprendere gli insegnamenti del padre, la consapevolezza di aver deluso Kristina segnerà gli anni in prigione.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: movieplayer.it
Il film ottenne una candidatura agli MTV Movie Awards del 2002:
Nomination Miglior rivelazione femminile a Penelope Cruz.
Curiosità – fonte: nospoiler.it
1 – Johnny Depp interpreta il controverso protagonista.
A dare volto a George Jung è l’attore Johnny Depp, all’epoca all’apice della sua carriera. Per prepararsi al ruolo, Johnny Depp decise di incontrare e intervistare il vero trafficante, in quegli anni ancora detenuto in prigione. Attraverso le conversazioni con lui, l’attore ha potuto acquisire una serie di dettagli che gli hanno permesso di rendere più credibile la sua interpretazione.
2 – Depp ha improvvisato molti dialoghi.
All’interprete protagonista del film fu data grande libertà di improvvisazione, ed egli rielaborò a proprio piacimento alcuni dei dialoghi principali, pur mantenendone il senso generale. Per Johnny Depp, avere tale libertà fu una grande opportunità, perché gli consentì di trovare personalmente le parole e le frasi che sentiva più adeguate al personaggio.
3 – Nel film recita anche una celebre attrice spagnola.
Ad interpretare la compagna di Jung, Mirtha, fu chiamata l’attrice Penelope Cruz, dichiaratasi entusiasta all’idea di dar vita ad un personaggio così complesso. Il ruolo, in realtà, le procurò una nomination ai Razzie Awards come peggior attrice, che per sua fortuna non si concretizzò poi in una vittoria.
4 – L’attrice fu soggetta a molti scherzi da parte di un collega.
Ricordando l’esperienza sul set del film, la Cruz ha affermato che in diverse occasioni Johnny Depp la prese di mira per alcuni scherzi. Questi erano in realtà innocenti e divertenti, e l’attrice ha affermato che lavorare con Johnny Depp è stata una delle esperienze più entusiasmanti e formative della sua carriera.
5 – Ray Liotta ha interpretato il padre del protagonista.
Altra figura chiave del film è quella del padre del protagonista, George. Per interpretalo fu chiamato l’attore Ray Liotta. Questi è uno dei pochi personaggi positivi del film, che nonostante la povertà economica insegna al figlio a non lasciarsi scoraggiare. Pur interpretando padre e figlio, Liotta e Johnny Depp hanno soltanto otto anni di differenza l’uno dall’altro.
6 – La nota attrice ha debuttato con questo film.
Tra i personaggi ricorrenti nel film vi è quello di Kristina Jung, figlia del protagonista. Questa appare sia in versione bambina che adulta. Nella prima delle due è interpretata dall’attrice Emma Roberts, che compiva lì il suo debutto cinematografico, mentre oggi è nota per la serie American Horror Story. Poiché ancora troppo piccola, alla Roberts fu proibito di vedere il film, e poté farlo soltanto sei anni dopo la sua realizzazione.
7 – Fa parte di un ricco genere di film.
Negli anni, numerose sono le opere dedicate ad alcuni dei più grandi criminali o narcotrafficanti della storia degli Stati Uniti o del Sud America. Tra i più celebri, e simili a Blow, si possono annoverare Scarface (1983) con Al Pacino, Loving Pablo (2017) con Javier Bardem, Escobar (2014) con Benicio Del Toro, Cocaine – La vera storia di White Boy Rick (2018) e The Infiltrator (2016) con Bryan Cranston.
8 – Il trailer attirò molti spettatori.
Elemento fondamentale per la promozione di un film, il trailer ne anticipa atmosfera e temi. Per Blow, il trailer ebbe l’effetto di attirare l’attenzione di numerosi spettatori, promettendo una storia ricca di passioni e criminalità, vite eccessive e sogni proibiti. Il risultato fu vincente, consentendo al film di guadagnare all’incirca 83 milioni di dollari in tutto il mondo.
9 – È ricco di frasi divenute cult.
Uno degli elementi più affascinati del film sono i suoi dialoghi e alcune precise battute, le quali non solo dimostrano la brillantezza della scrittura ma racchiudono in sé alcuni valori universali. Ecco alcune delle frasi più belle del film:
– “Che tu possa avere, sempre, il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle” (George Jung)
– “Molti fanno grandi progetti e intanto la vita gli sfugge dalle mani. Nel corso della mia esistenza ho lasciato brandelli di cuore qui e là. E ormai quasi non me ne è rimasto abbastanza per tenermi in vita, ma mi sforzo di sorridere sapendo che la mia ambizione ha superato di gran lunga il mio talento. Ormai non trovo più cavalli bianchi o belle donne alla mia porta.” (George Jung)
– “E tu sei il mio cuore… potrei vivere senza il mio cuore?” (George Jung)
– ” La cocaina esplose nella cultura americana come una bomba atomica: partì da Hollywood e si estese fino all’east-coast in un attimo; si facevano tutti, ma dico proprio tutti. Inventammo noi il mercato, praticamente se sniffavi coca alla fine degli anni settanta o nei primi anni ottanta c’era un’85% di probabilità che provenisse da noi.” (George Jung)