Grand Budapest Hotel

Grand Budapest Hotel

2014 ‧ Commedia/Drammatico ‧ 1h 40m

Nella favolistica località di Zubriwka, in Ungheria, in mezzo alle montagne innevate vi è il lussuoso asburgico Grand Budapest Hotel. Così si intitola il capolavoro di Wes Anderson ricco di metafore socio-politiche, ad iniziare dal titolo che ne rappresenta appunto una metafora della società consumista europea, rappresentata da personaggi stravaganti e bizzarri. L’incipit di apertura è il racconto del vecchio “garzoncello” Zero Moustafa (Tony Revolori) e di come ha rilevato l’Hotel, all’epoca gestito dal brillante ed affascinante concierge Gustave (Ralph Fiennes), che amava “intrattenere” le clienti dell’Hotel, in particolare l’anziana signora Madame D. (Tilda Swinton). Alla sua morte, lascia in eredità a Gustave il suo prezioso quadro, Il ragazzo con la mela, ma il figlio Dmitri (Adrien Brody) non digerisce la scelta della madre ed accusa Gustave di essere stato il suo assassino, costringendolo così alla fuga. Una trama, dunque, che parla di un uomo e del suo lavoro, parla di un’amicizia, di un omicidio, del furto di un quadro, di una dura battaglia ereditaria e di una tenera storia d’amore. Anche il contesto storico è particolare: vi è un excursus fra le due guerre, poi un salto temporale in cui il presente dell’Hotel vede pochi clienti, tra cui il narratore (Jude Law), ma poi ci si ritrova nell’era della Belle époque, quando gli ospiti dell’Hotel appartenevano all’alta borghesia e Gustave e Zero vivevano le loro rocambolesche avventure. Tutti questi ingredienti vengono perfettamente mischiati dal regista che serve un capolavoro della settima arte, suddiviso in capitoli in cui i personaggi incarnano i vizi e le virtù dell’essere umano, rappresentati con una fotografia, a firma di Robert D. Yeoman, caratterizzata da colori sgargianti in un’aura sfavillante. Ed ancora, si può definire grottesco nelle scelte dei costumi, così come delle ambientazioni, o dei brani od anche dei personaggi stessi, ma può essere anche contestualizzato come fumettistico per la sua verve recitativa: ad ogni modo è una pellicola matura e ben costruita che ha convinto critica e pubblico ad eleggerlo come il capolavoro di Wes Anderson. La sceneggiatura, sempre a firma di Anderson, è ben scritta: ha un ritmo che va in crescendo, caratterizzato da un taglio ironico e divertente, e che accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso un mix di generi. Sì, Wes Anderson ha mostrato una certa disinvoltura, in Grand Budapest Hotel, a passare da un genere all’altro: prima ci immerge nella commedia, poi ci ripassa nel noir, ed ancora commedia corredata da una narrazione propria dell’avventura. Nel far questo, quasi neanche ci accorgiamo dei tanti personaggi che si avvicendano nella storia, i quali non sono mai di troppo, anzi attentamente inseriti nel contesto della trama.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Grand Budapest Hotel, è un film del 2014, diretto da Wes Anderson. Tra le montagne della fittizia Repubblica di Zubrowka sorge il Grand Budapest Hotel. Nel 1968 un giovane scrittore (Jude Law) fa visita all’ormai decaduto albergo e qui incontra Zero Moustafa (F. Murray Abraham) che gli racconta la storia di come è diventato proprietario dell’hotel. Nel 1932, il concierge Monsieur Gustave H. (Ralph Fiennes), uomo eccentrico che intrattiene la prestigiosa clientela dell’albergo, instaura qualche flirt amoroso. Tra le sue conquiste c’è Madame D. (Tilda Swinton) che sembra certa che tra pochi giorni incontrerà la morte. La predizione della donna si rivela sorprendentemente giusta, e GustaveZero (Tony Revolori) si recano nella casa della signora e scoprono che Madame D. ha lasciato un prestigioso quadro al suo amante. Approfittando della confusione generata dalle proteste del figlio della donna, Dmitri (Adrien Brody), i due si appropriano del quadro e tornano al Grand Budapest Hotel. Il maggiordomo della defunta, Serge X. (Mathieu Amalric), nasconde una lettera nel quadro e pochi giorni dopo sparisce. Mentre Zero si innamora di Agatha (Saoirse Ronan) e progetta di rubare il quadro, Gustave viene arrestato come sospettato per la morte di Madame D. Grazie ad un ingegnoso piano, Zero riesce a salvare Gustave e i due scoprono il nascondiglio di Serge X, che fa una rivelazione sorprendente sul testamento della sua datrice di lavoro. Gustave e Zero si trovano così tra due fuochi: Dmitri e il suo sicario Jopling (Willem Defoe) sono sulle loro tracce, mentre l’ispettore Henckles (Edward Norton) vuole riacciuffare il fuggitivo e condannarlo per un crimine mai commesso.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben nove candidature ai Premi Oscar del 2015, portandosi a casa quattro statuette:
Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
Miglior scenografia a Adam Stockhausen
Migliori costumi a Milena Canonero
Miglior trucco a Mark Coulier, Frances Hannon

Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior regia a Wes Anderson
Nomination Miglior sceneggiatura originale a Wes Anderson
Nomination Miglior fotografia a Robert D. Yeoman
Nomination Miglior montaggio a Barney Pilling


Curiosità – fonte: www.badtaste.it

1. Anderson non è abituato a gridare “azione” sul set all’inizio di una scena, ma allo stesso tempo ha negato di avere mai sparato in aria, come invece si dice era solito fare il regista Sam Fuller.

2. La scena di apertura e il film stesso sono ispirati ai libri di Stefan Zweig, così come ai film di Ernst Lubitsch. Wes Anderson aveva trovato un racconto di Zweig in una biblioteca di Parigi. Catturato dalle parole, l’aveva letto per 45 minuti di fila, e infine l’aveva comprato.

3. Per prepararsi al commento audio, Goldblum ha rivisto il film qualche giorno prima delle registrazioni. Si è detto particolarmente felice di avere potuto fermare più volte il film e immergersi in tutti i dettagli dei fotogrammi di Anderson.

4. Il personaggio di M. Gustave era stato scritto pensando solo ed esclusivamente a Ralph Fiennes. È stata una fortuna che egli abbia accettato.

5. Gran parte del cast e della troupe hanno alloggiato nello stesso hotel. Anderson si è appassionato a questa scelta di produzione trovandola molto migliore rispetto al consueto uso di roulotte e alloggi separati, dal momento che, secondo lui, è molto più divertente e produttivo.

6. Il quadro “il ragazzo con la mela” è stato dipinto da Michael Taylor e l’originale è conservato dietro a una sedia dell’ufficio londinese di Wes Anderson.

7. Roman Coppola ha ricordato di quando sua madre aveva raccolto una “enorme zucchina” per darla a Philip Kaufman perché le ricordava un alieno dal suo Terrore dallo spazio profondo (1978).

8. Anderson ha costretto tutti gli attori a farsi crescere barba e capelli nei mesi precedenti la produzione, per poi venire “aggiustati” e trasformati nel personaggio. Il regista ha ammesso: “credo che in questo film abbiamo avuto la massima fornitura possibile di baffi”.

9. Saoirse Ronan interpreta Agnes. Quando la ragazza ha chiesto al regista con che accento dovesse recitare lui ha risposto: “dunque, Ralph (Fiennes) parla come una persona inglese, Jeff parla come Jeff Goldblum, Tony (Revolori) usa l’accento di Anaheim, e abbiamo attori tedeschi che parlano con l’accento tedesco, quindi penso che dovresti parlare con inflessione irlandese”. Ronan ha confessato di non avere mai interpretato, fino a quel momento, un personaggio che avesse il suo vero accento (a breve avrebbe poi girato Brooklyn).

10. Mentre mostrava agli attori come muoversi durante la scena di fuga dalla prigione, Anderson ha messo la mano sulla bocca di un attore facendogli ingoiare per sbaglio un dente finto.

11. Il “momento James Bond” dell’inseguimento con gli sci è stato realizzato usando un paesaggio in miniatura e con sciatori animati.

12. Il simbolo “ZZ” è chiaramente un riferimento alla svastica nazista. Sul set il simbolo era chiamato “the zig zags” e Anderson ha abbozzato centinaia di variazioni durante la pre-produzione.

13. Il regista ha consegnato al cast e alla troupe numerosi accappatoi basati sullo schema di colori dell’hotel. Goldblum sostiene di utilizzarli sempre: “sono i miei accappatoi preferiti”.

14. Wes Anderson esplora spesso le possibili location in treno. Una volta lui e la produzione sono andati all’esplorazione a bordo di un treno particolarmente mal messo. Per affrontare il viaggio dovettero portare una motosega, dal momento che nevicava moltissimo e c’erano rami sui binari. Ogni tanto occorreva fermarsi e il location manager del film, Klaus, usciva dalla carrozza e liberava i binari tagliando i rami con la motosega.


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