A qualcuno piace caldo

A qualcuno piace caldo

1959 ‧ Commedia/Romantico ‧ 2h 12m

Era il 1959 quando l’irriverente pellicola di un sempre straordinario artista, Billy Wilder, invase le sale cinematografiche del Paese. Commedia dal meccanismo implacabile, A qualcuno piace caldo (t.o. Some like it hot), è anche un capolavoro in cui i temi dell’equivoco e della confusione dei ruoli sessuali si fanno più dirompenti, oltre ad essere parodia di molte pellicole e di tanti stereotipi della fabbrica dei sogni a stelle e strisce. Wilder è un maestro della celluloide e con questo capolavoro, forse il pezzo più pregiato del suo repertorio, offre uno spettacolo magistrale dal ritmo incalzante, fatto di battute fulminanti e dialoghi scoppiettanti, che rendono il tutto genialmente esilarante. Questo film, è anche l’epilogo di una particolare espressione artistica di Wilder: in esso riassume tutte le tematiche a lui più congeniali, come “pennellate” di humor nero utilizzate sapientemente per innescare l’azione. Ciò che spingerà Joe e Jerry a travestirsi da Josephine e Daphne, difatti, è il nascondersi da spietati gangster… una paura veicolata a puro divertimento per lo spettatore… geniale no?! Ed è qui che lo sceneggiatore Wilder sale in cattedra e mostra tutta la sua maestosa genialità, fondendo l’approccio puramente “infantile” tipico dello slapstick comedy con un tema molto caldo per l’epoca, ovvero il modo in cui tratta la sessualità. Mischiando bene gli ingredienti esce fuori un racconto leggero, narrato con estro e brio, senza però lesinare l’approccio serioso verso un tema attualissimo e decisamente scottante. Ridere e farlo di gusto è una grande conquista, ottenuta non tanto per le situazioni comico-realistiche descritte da Wilder, quanto per i conseguenti atteggiamenti che ne scaturiscono: sono essi il vero motore della costruzione comica di A qualcuno piace caldo. Una scontata nota di merito spetta ai due protagonisti maschili: Jack Lemmon e Tony Curtis disegnano una coppia scatenata ed affiatata che raramente ha trovato eguali nella storia del cinema. Ma anche l’immortale Marilyn non è da meno, grazie alla sua figura di bambola delicata dalla sensualità straripante.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

A qualcuno piace caldo è un film del 1959 diretto da Billy Wilder, ambientato nel 1929 a Chicago nell’epoca del proibizionismo, che racconta la storia di due musicisti squattrinati rimasti senza un lavoro: il sassofonista Joe (Tony Curtis) e il contrabbassista Jerry (Jack Lemmon). Diventati testimoni involontari della strage di San Valentino – condotta dalla banda del boss mafioso Al Capone – sono costretti a scappare per evitare di essere uccisi. Per far perdere le loro tracce al gangster, Joe e Jerry prendono la folle decisione di farsi assumere in un’orchestra composta da sole donne e in partenza per la Florida, travestendosi e camuffandosi sotto le mentite spoglie di due musiciste jazz, Josephine e Daphne. Durante il viaggio in treno diretto a Miami, le due musiciste in incognito fanno conoscenza con altre componenti del gruppo, in particolare con Zucchero Kandinsky (Marilyn Monroe), una bellissima suonatrice di ukulele con il vizio dell’alcool e alla disperata ricerca di un miliardario da sposare. Joe si innamora fin da subito di Zucchero, al punto tale che per conquistare la bella ragazza si finge un miliardario in vacanza a Miami, di nome Junior.
Per riuscire nel suo piano, il musicista approfitta dello yacht del vero magnate miliardario Osgood Fielding II (Joe E. Brown), che nel frattempo è impegnato a fare la corte a Daphne, alias Jerry, di cui si innamora perdutamente, ignaro del fatto che si tratti in realtà di un uomo. Ma la messa in scena architettata dalla coppia di amici non potrà andare avanti a lungo, soprattutto perché nell’hotel in cui alloggiano si trova casualmente anche la famigerata banda di Al Capone


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben sei candidature ai Premi Oscar del 1960, portandosi a casa una sola statuetta:
Migliori costumi per film in bianco e nero a Orry Kelly

Le altre nomination furono:
Nomination Miglior regia a Billy Wilder
Nomination Miglior attore a Jack Lemmon
Nomination Miglior sceneggiatura non originale a I.A.L. Diamond, Billy Wilder
Nomination Miglior fotografia in bianco e nero a Charles Lang
Nomination Miglior scenografia per film in bianco e nero a Edward G. Boyle, Ted Haworth


Curiosità – fonte: www.tag43.it

1. A qualcuno piace caldo: una pioggia di riconoscimenti
Considerata una delle migliori commedie della storia del cinema a stelle e strisce, il film vinse un Oscar e tre Golden Globe (per la migliore attrice in un film commedia o musicale, conferito a Marilyn Monroe, e per il miglior attore in un film commedia o musicale assegnato, invece, a Jack Lemmon che, per la sua interpretazione, ottenne anche un BAFTA). Ma non è tutto. Nel 1989 è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America e, un anno prima, l’American Film Institute lo ha messo al quattordicesimo posto della classifica dei cento film statunitensi di tutti i tempi. Nel 2000, si è accaparrato la medaglia d’oro con la prima posizione nel ranking delle cento migliori commedie americane e, nel 2005, l’iconica battuta ‘Beh, nessuno è perfetto’ è finita al quarantottesimo posto della lista delle cento migliori battute del cinema statunitense. Soltanto negli USA, ha incassato 25 milioni di dollari al box office e 8 milioni per i noleggi. In Italia fu il secondo film per incassi della stagione cinematografica 1959/60 dopo La dolce vita di Federico Fellini.

2. A qualcuno piace caldo: i dubbi sul casting
Nei piani originari del regista, i ruoli di Josephine, Daphne e Zucchero non spettavano a Tony Curtis, Jack Lemmon e Marilyn Monroe. Per il primo, infatti, era stato considerato Bob Hope. Per il secondo, invece, la scelta era caduta su Frank Sinatra, Danny Kaye, Anthony Perkins e Jerry Lewis (che rifiutò perché non gli andava di travestirsi da donna). Mentre, per la parte della provocante Zucchero, Wilder avrebbe tanto voluto l’attrice Mitzi Gaynor. Quando Lemmon ottenne la nomination all’Oscar per quel ruolo che Lewis aveva rimandato indietro al mittente, iniziò a mandargli ogni anno una scatola di cioccolatini per ringraziarlo di quel gesto che, inconsapevolmente, gli aveva cambiato la vita.

3. A qualcuno piace caldo: Daphne e Josephine, due donne invidiabili
Prima dell’inizio delle riprese, Curtis e Lemmon provarono gli abiti di Daphne e Josephine per capire se fossero credibili in costumi femminili. Decisero, dunque, di fare un tour degli studios ed entrarono addirittura nel bagno delle signore per sistemare il trucco. L’esperimento riuscì alla perfezione: nessuno si accorse che non si trattava davvero di due donne. La preparazione al ruolo fu intensa: un ballerino di cabaret, abituato a travestirsi per i suoi spettacoli, fu incaricato di insegnare ai due come camminare sui tacchi alti. Un training che, ben presto, si rivelò inutile: Lemmon rifiutò di prestarsi all’esercizio perché pensava sarebbe stato molto più efficace camminare come un uomo che tenta di imitare movenze femminili e non perfezionare il movimento al punto da renderlo eccessivamente realistico.

4. A qualcuno piace caldo: Marilyn, diva impenitente
Durante la lavorazione, non furono pochi i problemi causati dall’atteggiamento di Marilyn Monroe. Secondo quanto dichiarato da Curtis, l’attrice si presentava regolarmente in ritardo di due o tre ore e, spesso, si rifiutava di uscire dal camerino. E non finisce qui. Perché, ad aggravare ulteriormente la situazione, ci pensavano anche i suoi gravi problemi di memoria, che la portavano a dimenticare le battute e a leggerle su una lavagnetta (famosi gli aneddoti sulle battute ‘It’s me, Sugar’ e ‘Where’s the bourbon’, ripetute rispettivamente 47 e 30 volte fino al ciak perfetto). Le scene ambientate in albergo furono girate tutte all’Hotel Del Coronado di San Diego, perché Marilyn non voleva spostarsi e aveva preteso di soggiornare poco lontano dal set. Alla fine delle riprese, si dice che Wilder fosse così arrabbiato con lei che non la invitò neppure al party della première.

5. A qualcuno piace caldo: Marilyn come Hitler?
Durante la proiezione del girato delle scene del bacio sullo yacht, Tony Curtis disse che baciare Marilyn Monroe era stato come baciare Hitler. Due anni dopo, l’attrice rispose alla provocazione, sostenendo si fosse trattato di un problema del collega, non suo. L’attore, colto in fallo, ha poi negato di aver pronunciato quella frase, dichiarando anzi che lui e la biondissima diva avevano avuto un breve flirt durante le riprese.

6. A qualcuno piace caldo: bavaglio in Kansas e in Italia
Quando uscì nelle sale, lo stato del Kansas si rifiutò di proiettarlo perché reputava il travestitismo ‘un elemento eccessivamente disturbante’. Nella prima edizione italiana, invece, vennero censurate alcune parti del dialogo tra Curtis e Monroe sullo yacht. Le battute sono poi state recuperate e doppiate ex novo nella versione proposta negli ultimi anni in tivù.

7. A qualcuno piace caldo: viva il bianco e nero
Mentre Monroe voleva che la pellicola fosse girata a colori, come previsto dal suo contratto, Billy Wilder riuscì a convincerla a girare A qualcuno piace caldo in bianco e nero perché gli screen test avevano dimostrato come il make up di Curtis e Lemmon desse al loro viso una sfumatura verde che, eliminando i colori, non si sarebbe in alcun modo notata.

8. A qualcuno piace caldo: tanti titoli per un solo cult
Il titolo provvisorio del film era Non stanotte, Josephine. Mentre quello italiano non è altro che una traduzione dell’originale inglese, in Russia è stata adottata una soluzione alternativa, intitolandolo Il jazz è permesso solo alle ragazze.


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