Fan di James Bond e Stanley Kubrick, Christopher Nolan è un grande narratore, un inventore di storie come non se ne vedeva da tempo nel cinema di massa. Fonde l’appetibilità commerciale con inedite soluzioni narrative, ama raccontare vicende parallele che collidono, dove si sdoppiano gatti, cappelli e persino persone. Nolan è un prestigiatore, il cui trucco maggiore, semplice quanto efficace, è la sceneggiatura. Ama i soggetti concettuali, che ruotano spesso attorno alla nozione di colpa e la rendono in trame labirintiche. Come in un gioco di prestigio i fatti sono nascosti da un intreccio mai banale. Londinese di nascita, inizia a girare corti a sette anni, con la Super 8 del padre. Studia letteratura inglese al University College di Londra, e le sue frequentazioni letterarie lo renderanno cosciente di come il cinema sia rimasto legato alla fruizione televisiva, alle storie lineari “che puoi permetterti di seguire anche andando al bagno cinque minuti“. La letteratura gli sembrava allora ben più capace di innovare le strutture narrative, superando certe rigidità delle sceneggiature classiche.Leggi tutto... Le origini
Ancora studente, nel 1989 riesce a far proiettare il suo primo corto sul canale americano PBS. Si tratta del surrealista Tarantella, girato in Super 8. Dopo aver partecipato al Cambridge Film Festival con Larceny (1996), realizza Doodlebug (1997): tre minuti su una caccia all’insetto con colpo di scena finale. Grazie alla moglie Emma Thomas, che produce, nel 1998 Nolan riesce a esordire nel lungometraggio. Following: è un noir in bianco e nero, erede della tradizione britannica degli anni ’50. La storia si basa su flashback e flashforward, definendo fin dall’esordio il carattere essenziale del Nolan autore: le sperimentazioni temporali. Following racconta di uno scrittore in crisi creativa che pedina sconosciuti nella speranza di avere nuove ispirazioni. In qualche modo, la costruzione di attese fondata su quei salti temporali finisce per far comprendere già dall’inizio dove intende arrivare la storia. Ma qualcosa d’innovativo s’intravede già, al punto che Following vince la Tigre d’oro al festival di Rotterdam nel 1999, e viene proiettato all’Hong Kong Film Festival dello stesso anno, dove Nolan chiede addirittura soldi al pubblico per finanziare il suo prossimo progetto. Memento e il successo
Si tratta di Memento (2000), il film culto che lo rende noto un po’ in tutto il mondo, suscitando opere che ne ricalcano la struttura (come Irreversible, 2002, di Gaspar Noé) e divenendo un successo soprattutto grazie al passaparola. L’idea fondamentale è quella di raccontare una storia semplice al contrario, partendo cioè dalla fine. Il colpo di scena, ancora una volta, è abbastanza prevedibile ma poco importa. L’inconsueta struttura narrativa è sufficiente a rendere il film un evento. Leonard (Guy Pearce) dopo un grave trauma cranico ha perso la memoria a breve termine ed è costretto a tatuarsi sul corpo gli eventi appena accaduti; al che si aggiunge la ricerca del presunto assassino della moglie. Il montaggio procede dunque su due binari paralleli e i flashback che portano a ritroso fino all’omicidio danno uno straordinario coinvolgimento col protagonista. Tratto da un racconto del fratello Jonathan (“Memento mori“) il film è un successo planetario, con tanto di candidatura agli Oscar per la migliore sceneggiatura.
Vista l’originalità di Memento, la Warner Bros si interessa al giovane Nolan e gli affida la regia di Insomnia (2002), remake di un film norvegese del ’97, con cast spettacolare: Al Pacino, Robin Williams e Hilary Swank. Nolan si cimenta con un thriller basato sull’atmosfera, la luce perenne dell’Alaska, e sul confronto-scontro tra poliziotto e killer, dove Robin Williams dà prova di sé nell’interpretare un personaggio oscuro ma al tempo stesso fragile, mentre Al Pacino è un investigatore tormentato dai sensi di colpa. Nolan regala climi rarefatti, come in un dormiveglia, con pochi spari che riecheggiano in grandi lande desolate. Batman e Nolan
L’abilità a dirigere grandi attori e a dilatare il tempo accrescendo la suspence non passa inosservata e la Warner Bros crede in lui, cercandolo come regista del nuovo Batman, quello che dovrebbe risollevare la serie dopo i fiaschi dei fumettistici film di Joel Schumacher. Nolan aveva in realtà altre intenzioni: un film biografico su Howard Hughes con Jim Carrey, di cui teneva già pronta la sceneggiatura.
Peccato che Scorsese proprio in quegli anni inizi a girare The aviator (2004), sulla stessa biografia, costringendo Nolan ad abbandonare l’impresa e a occuparsi del pipistrello anti-crimine. Cosa che, peraltro, gli riuscirà piuttosto bene: per Batman Begins si ricostruisce una Gotham City quasi realistica con effetti speciali alla vecchia maniera. I film stanno diventando sempre “meno reali e più digitali“, secondo Nolan, e l’intenzione è di ridare a Batman uno stile noir, non fumettistico né barocco. Il cast, ancora una volta, è stellare: Micheal Caine nei panni del maggiordomo Alfred, Gary Oldman in quelli di Jim Gordon, unico poliziotto non corrotto di Gotham City, Morgan Freeman come Lucius Fox, l’inventore delle bizzarrie tecnologiche di Batman, e Liam Neeson nel ruolo del misterioso Henri Ducard. Ma la vera scoperta è Christian Bale, pienamente calato nella parte tormentata e mai così umana per un supereroe, di Batman. Bale diverrà una sorta di attore feticcio per Nolan, che lo rivuole per il seguente The Prestige (2006). Il suo Batman è più oscuro e inquieto che mai, seguendo l’idea per cui “i supereroi sopprimono un po’ alla mancanza degli dei del nostro tempo e, tra loro, Batman è l’unico a poter essere preso seriamente“. Il doverne raccontare la nascita permette inoltre a Nolan di cimentarsi nei suoi amati flashback, riuscendo a evitare la linearità persino in un film d’azione. E se proprio nelle scene d’azione forse Nolan non dà il meglio di sé, arenandosi in sequenze confusionarie, Batman Begins lo decreta maestro nel thriller introspettivo. Senza la magia pop di Tim Burton, ma con un’atmosfera cupa e noir, risolleva la serie dalla crisi. E la Warner, soddisfatta, lo vuole per la regia del quinto episodio: Il cavaliere oscuro (2008) dove ricompare la figura di Joker. Conclude la saga nel 2012 con la regia de Il cavaliere oscuro – Il ritorno. The Prestige
Ma prima di tornare sull’ombra del pipistrello, Nolan ci regala una delle più piacevoli sorprese del 2006: The Prestige. Per la sceneggiatura torna alla collaborazione col fratello Jonathan, e costruisce un vero gioco di prestigio in tre atti: con la promessa, la svolta e il prestigio. Nolan capisce subito come la magia non stia nel trucco in sé ma nel costringere lo spettatore a focalizzare l’attenzione su qualcosa di irrilevante, in modo da trascurare il punto esatto in cui si nasconde il tranello. Il film ci riesce bene, almeno fino a un certo punto (in quanto i colpi di scena nei film di Nolan, stranamente, si capiscono sempre in anticipo); ciò che indubbiamente non manca è il piacere della narrazione. David Bowie nei panni di Nikola Tesla, che realizza un improbabile quanto affascinante teletrasporto, fa il resto. La collaborazione col fratello Jonathan (così come le produzioni della moglie Emma, segno che Christopher ama le cose in famiglia) continuerà con The Exec, dramma fantascientifico ambientato nel mondo delle multinazionali. Ancora una volta Nolan racconta storie, ridando allo spettatore la voglia di narrazione, ormai spesso sommersa da montagne di effetti speciali. La consacrazione con Inception
La consacrazione come regista maturo ed affidabile arriva per Nolan nel 2010, con la produzione del thriller Inception, prodotto dalla Warner Bros e costato qualcosa come 200 milioni di dollari. La sceneggiatura, su cui lo stesso Nolan ha lavorato per quasi 12 anni, si articola su più livelli e rivela la straordinaria capacità del regista inglese di giocare con le sovrapposizioni ed i flashback. Protagonista della vicenda è Dom Cobb (intepretato da un magistrale Leonardo DiCaprio), il ladro più abile nell’arte dell’estrazione di un’idea dal subconscio delle persone. Per riuscirvi, Cobb sfrutta il sonno delle sue vittime, e cioè il momento in cui la mente funziona più velocemente ed il tempo per intervenire si dilata. Questa volta, però, Cobb è chiamato non ad estrarre ma ad innestare un’idea nella mente di un ricco e giovane industriale (Cillian Murphy), un’operazione sicuramente più complessa e pericolosa. La tenacia di Cobb, oltre che il desiderio di rivedere i suoi figli (cosa possibile solo in caso di riuscita della missione), lo porteranno a progettare – insieme a cinque compagni (Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Tom Hardy e Dileep Rao) – una discesa in tre diversi stati del subconscio del soggetto. Su questa storia – arricchita poi con decine di dettagli ed un’originale storia d’amore – Nolan confeziona un prodotto di ottima fattura che in molti cominciano a considerare non solo come il suo miglior lavoro ma anche come un degno pretendente al prossimo Premio Oscar. Interstellar e Dunkirk
Del 2014 è il film di fantascienza Interstellar, interpretato da Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain e Michael Caine, che racconta di un gruppo di astronauti che viaggiano in cerca di una nuova casa per l’umanità. Dal futuro al passato: tre anni dopo Nolan racconterà in Dunkirk la Seconda Guerra Mondiale, e in particolare l’Operazione Dynamo, la famosa evacuazione navale delle forze alleate avvenuta nella primavera del 1940.
1 – Ha scritto e diretto film estremamente celebri.
Autore delle sceneggiatura di tutti i suoi film, Nolan debutta alla regia di un lungometraggio con Following (1998), seguito poi dall’acclamato Memento (2000), con Guy Pearce. Successivamente, acquista sempre maggior prestigio grazie a film come Insomnia (2002), con Al Pacino e Robin Williams, Batman Begins (2005), con Christian Bale, The Prestige (2006), con Hugh Jackman, Il cavaliere oscuro (2008), Inception (2010), con Leonardo DiCaprio, Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Interstellar (2014), con Matthew McConaughey, e Dunkirk (2017), con Tom Hardy. Nel 2020 esce il suo nuovo film, Tenet, con protagonisti John David Washington e Robert Pattinson.
2 – Ha prodotto anche film altrui. Nolan è noto per aver prodotto tutti i suoi film, ma anche per aver ricoperto tale ruolo per opere dirette da altri registi. Tra queste vi sono i film DC ComicsL’uomo d’acciaio (2013), con Henry Cavill, Batman v Superman: Dawn of Justice (2016), con Ben Affleck, e Justice League (2017). Ha inoltre partecipato in qualità di produttore esecutivo del film Transcendence (2014), esordio alla regia del suo abituale direttore della fotografia.
3 – Ha diverse nomination al celebre premio.
Ad oggi Nolan vanta cinque nomination al premio Oscar, ma incredibilmente non ha ancora mai vinto la prestigiosa statuetta. Tra le candidature ricevute si annoverano quella per la sceneggiatura originale di Memento e Inception, quelle per il miglior film a Inception e Dunkirk, e quella per il miglior regista sempre per Dunkirk. Ad oggi questa è la sua unica nomination come regista.
4 – Aveva un’idea chiara su come voleva rappresentare il personaggio.
Tra i motivi che più si citano nei pregi della trilogia su Batman diretta da Nolan vi è il grande realismo della sua rappresentazione. Il regista, infatti, accettò di fare il film soltanto se avesse potuto inserire Batman in un contesto moderno, libero dalle ambientazioni colorate e futuristiche delle precedenti versioni. Fortunatamente, la Warner Bros. ebbe fiducia nella sua idea, lasciandogli carta bianca per il film.
5 – Si è ispirato ad un celebre film di fantascienza.
Prima di iniziare le riprese di Batman Begins, Nolan invitò l’intero cast e la troupe ad una visione privata del film Blade Runner, di Ridley Scott. Terminata la proiezione, Nolan annunciò che quello era il film a cui si sarebbero dovuti ispirare per la rappresentazione di Batman e di Gotham City. L’ambiente cupo e i grandi edifici metropolitani giocano infatti un ruolo centrale nel film e nella trilogia da lui poi realizzata.
6 – Ha basato i personaggi su un mondo a lui noto.
Nell’ideare i personaggi principali del film Inception, Nolan ha affermato di essersi ispirato al team creativo di un’opera cinematografica, poiché conoscendone i ruoli e i segreti avrebbe potuto ottenere maggior verità per i suoi protagonisti. Cobb è infatti il regista, Arthur il produttore, Arianna la scenografa, Eames l’attore, Saito lo studios e Fischer lo spettatore.
7 – Ha rifiutato di girare il film in 3D.
Inizialmente la Warner Bros. propose a Nolan di realizzare il film con la tecnica del 3D, in quegli anni particolarmente in voga e portata all’estremo dal film Avatar. Il regista, tuttavia, si rifiutò categoricamente, affermando che il 3D avrebbe soltanto distratto gli spettatori dalla storia. In diverse interviste ha poi affermato di non essere intenzionato ad utilizzare tale tecnologia, poiché la considera più adatta ai videogiochi che ai film.
8 – Ha richiesto un elevatissimo livello di segretezza sul progetto.
Nonostante i trailer e le teorie su Tenet, ad oggi nessuno a parte Nolan sembra sapere di cosa parli realmente il film. Il regista, notoriamente impegnato nel rivelare quanto meno possibile sui suoi film, ha infatti richiesto misure di sicurezza come mai prima. L’attore John David Washington è stato infatti costretto a leggere la sceneggiatura nell’ufficio privato di Nolan, senza alcuna possibilità di contatto esterno.
9 – Non ha utilizzato CGI.
Un’altra delle caratteristiche tipiche di Nolan è il suo ricorrere il meno possibile alla computer grafica. I budget dei suoi film sono spesso elevati proprio perché egli tende a far ricostruire le complesse scenografie di cui ha bisogno. Per Tenet, ad esempio, è riuscito ad ottenere un vero aeroplano Boeing 747 da poter far esplodere. Per quanto incredibile la scena possa apparire, è stato più volte confermato che nessun effetto di post-produzione è stato utilizzato per essa.
10 – È uno dei registi più redditizi di oggi.
Con “soli” undici lungometraggi ad oggi diretti, Nolan è uno dei registi dai maggiori riscontri al box office. Complessivamente, i suoi film, considerati dei veri e propri eventi cinematografici, hanno incassato circa 4,7 miliardi di dollari, facendo di lui un vero e proprio re mida. Il suo patrimonio è ad oggi stimato intorno ai 200 milioni di dollari.
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