ErinBrockovich

Erin Brockovich – Forte come la verità

2000 ‧ Film drammatico/Dramma giudiziario ‧ 2h 12m

Un monito alla grande rapacità del capitalismo americano, in cui la giovane immuno-dotata Erin Brockovich diviene un anticorpo di questa mietitrice. Il business dei dollari è la sola cosa che conta e questa storia vera ne è l’ennesima riprova. L’insabbiamento dell’avvelenamento delle acque da parte di una grossa multinazionale, fonte vitale per gli abitanti della cittadina californiana di Hinkley, ha causato il cancro a molti di loro. Erin, appassionatasi al caso, ha combattuto e vinto questa battaglia.
Steven Soderbergh ed il suo cast eccezionale, con al timone la grande interprete Julia Roberts, è stato capace di ricostruire e portare sul grande schermo la vittoria di Davide contro il solito Golia color verde dollaro, grazie ad una regia sobria al servizio della storia e dei suoi interpreti, che gli valse la nomination. Il regista è stato capace di cucire addosso agli attori le vere emozioni dei protagonisti di questa ennesima triste storia del panorama americano: Erin, diretta ed interessata alla sostanza, Ed (Albert Finney) impacciato ed attento all’ “etichetta”. Un risultato sorprendentemente realistico e fedele agli accadimenti, fatto di commozione senza pietismi e toni brillanti, capace di trattare i fatti con una certa sottigliezza. Julia è stata capace di fondersi con Erin al punto di mostrare chiaramente tutta la sua voglia di emergere, e poi tutta la sua sensibilità, la sua sincera compassione umana per i malati che la porta a prendere coscienza dell’iniquità del sistema. Erin si erge a difesa dei diritti umani, combattendo non per il guadagno, ma per una giustizia non propriamente yankee, per un anelito “umanistico”, e non economico e “materialistico”. 5 nomination agli Oscar del 2001 e l’ambito premio di miglior attrice assegnato ad una Roberts esuberante di curve e di convinzioni etiche.


Trama – fonte: www.mymovies.it

Erin Brockovich ha tre figli avuti da due diversi mariti. È una donna ancora giovane e appariscente, ma è disoccupata e non sa come dar da mangiare ai propri figli. Ha anche, e questo conta, un profondo senso della giustizia. Riesce a imporsi come aiutante in uno studio legale e, seguendo una pratica immobiliare, a scoprire che uno stabilimento del colosso industriale Pacific Gas & Electric ha immesso nelle acque di una cittadina cromo esavalente altamente cancerogeno. Procurandosi a poco a poco la stima del proprio datore di lavoro e la fiducia degli abitanti riesce a far loro ottenere un risarcimento che sembrava impossibile ma, soprattutto, rende loro giustizia. Non è il solito film “eroico” tratto da una storia vera. Erin non ha nessuna delle caratteristiche dell’eroina. Erin è volgare (e fa di tutto per non nasconderlo) e può sembrare troppo “disponibile”. Ma è solo la facciata, un modo per trovare autostima. È invece una donna profondamente onesta, che ha sofferto e soffre e non sopporta di veder soffrire gli altri.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben cinque candidature ai Premi Oscar del 2001, portandosi a casa una statuetta:

Miglior attrice a Julia Roberts.

Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior regia a Steven Soderbergh
Nomination Miglior attore non protagonista a Albert Finney
Nomination Miglior sceneggiatura originale a Susannah Grant


Curiosità – fonte: www.corriere.it

1 – Il film. Il 17 marzo del 2000 esce negli Stati Uniti “Erin Brockovich – Forte come la verità“, pellicola di Steven Soderbergh con una strepitosa Julia Roberts. La pellicola, che l’anno successivo ottiene 5 nomination e un Oscar per la star di Hollywood, è un grande successo al botteghino: costata poco più di 52 milioni di dollari, ottiene un incasso che supera i 256 milioni. Esilaranti alcuni dialoghi e soprattutto i duetti tra Julia Roberts e Albert Finney nei panni dell’avvocato Ed Masry che guida lo studio legale.

2 – La vera Erin Brockovich. In un cameo del film compare la vera Erin Brockovich. E’ la cameriera Julia (il nome richiama quello della Roberts) che serve al tavolo di un ristorante la protagonista e i suoi figli. Alle spalle della star di Hollywood è seduto un uomo anziano intento a leggere il menù. Si tratta del vero Ed Masry, l’avvocato con il quale nella realtà ha lavorato Erin Brockovich.

3 – Cachet record e premi in abbondanza. Julia Roberts ha ricevuto un cachet senza precedenti per il ruolo da protagonista, diventando la prima donna ad abbattere il tetto dei 20 milioni di dollari per un film. Grazie all’interpretazione, non solo ha vinto l’Oscar , ma è stata anche la prima attrice a trionfare per lo stesso ruolo agli Screen Actors Guild Award, ai BAFTA, ai Critics’ Choice Award, nonché ai Golden Globe. Peccato che durante la premiazione agli Academy Award si sia dimenticata di ringraziare la vera Erin Brockovich.

4 – Annus mirabilis. Nel 2001 Steven Soderbergh è l’autentico mattatore alla 73esima edizione degli Oscar poiché riceve una doppia candidatura come miglior regista per i film “Erin Brockovich” e “Traffic“, vincendo la statuetta per il secondo. Sempre “Traffic” vincerà altri tre Oscar, “miglior attore non protagonista” (Benicio del Toro), “migliore sceneggiatura non originale” (Stephen Gaghan) e “miglior montaggio” (Stephen Mirrione).

5 – La malattia (nascosta) di Erin. A differenza di ciò che si vede nel film, la vera Erin Brockovich è stata contaminata dalle falde acquifere di Hinkley mentre conduceva l’inchiesta. In un primo momento il regista Soderbergh aveva deciso di non nascondere questo dettaglio e ha anche girato una scena in cui Julia Roberts è in ospedale. Tuttavia ha poi tagliato la scena (il film originale durava 3 ore): “Non volevo che la gente pensasse che questo si sarebbe trasformato in uno di quei film in cui il protagonista si ammala gravemente – ha dichiarato -. È stata una scelta difficile, perché Erin si è davvero ammalata ed è stata ricoverata per un po’ di tempo“.

6 – Oscar a una mancina. Julia Roberts è diventata la prima mancina a vincere un Oscar interpretando un personaggio che usa comunemente la mano destra. L’impresa è riuscita solo a un’altra star femminile di Hollywood. Nel 2002 infatti Nicole Kidman ha vinto l’Oscar per la parte di Virginia Woolf in “The Hours“.

7 – Rifiuto e malattia. Albert Finney, che interpreta l’avvocato Ed, inizialmente rifiuta la parte. Ma Danny DeVito, che è tra i produttori della pellicola, convince la compagna di Finney a fargli cambiare idea. In una scena l’avvocato confessa a Erin di essere malato di diabete. Il 5 dicembre del 2005 il vero Ed morirà proprio per le complicazioni della malattia.

8 – Diritti e parolacce. La vera Erin Brockovich ha venduto i diritti della sua storia agli Universal Studios per un totale di 100 mila dollari. I dirigenti degli Studios temevano che il pubblico non apprezzasse il linguaggio, a volte colorito, della protagonista. Si sbagliavano di grosso e lo capirono già alle prime proiezioni quando gli spettatori accolsero con entusiasmo la naturalezza della protagonista.

9 – Le imprecisioni. Ci sono diverse imprecisioni cronologiche nel film che narra fatti di inizio anni ’90. Nella seconda scena della pellicola si vede un annuncio del sito web “www.quepasa.com“. Il dominio è stato lanciato solo nel 1998 e inoltre in quel decennio i siti web non erano pubblicizzati in tv. In un’altra scena i bambini giocano con George (il vicino di casa/motociclista, interpretato da Aaron Eckhart, che si prende cura dei ragazzi, diventando poi il compagno di Erin) a “Harley Davidson Monopoly“, ma il gioco da tavola è stato lanciato non prima del 1999. Infine in un paio di scene Erin, mentre guida sulla superstrada, incrocia alcune auto non ancora immatricolate come la Mercedes-Benz Classe E, che negli Usa è sbarcata solo nel 1996.

10 – Amore e concorsi di bellezza. Il personaggio di George è ispirato a un fidanzato biker messicano di Erin, Jorge. Erin e Jorge si sono presto lasciati, ma lui non è uscito dalla sua vita. È stato assunto per un periodo a tempo pieno come “babysitter” da Erin e pagato dallo studio legale affinché lei avesse più tempo da dedicare al lavoro. Allo stesso tempo la vera Erin sostiene di non aver mai vinto il concorso Miss Wichita, bensì di essere stata eletta Miss Pacific Coast. Nonostante queste differenze, Erin Brockovich ha dichiarato che il film è fedele alla realtà al 98%.

11 – Il look sexy. Nel film Julia Roberts sfoggia provocanti scollature e a volte usa il suo fascino per ammaliare gli interlocutori. Erin ha negato di aver puntato sulla propria bellezza per conquistare attenzione e fiducia. Quando Julia Roberts ha inviato all’allora fidanzato Benjamin Bratt le foto del suo décolleté, l’attore ha risposto ironicamente: “Non puoi uscire così!“.


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