28 giorni dopo
Molti hanno accusato il regista Danny Boyle di plagio, ma quando ci si cimenta nel narrare storie di zombie, viene difficile trovare un modo estremamente originale di raccontare le vicissitudini di pochi sopravvissuti di fronte ad un esercito di “infetti”. Ci si trova davanti ad un ramo di genere così particolare che determinati aspetti diventano organici, dunque impossibili da evitare, come cavalli e colt nei film western. La verità è che 28 giorni dopo è un omaggio rispettoso a film di genere e Boyle è un grande artista di talento capace di destreggiarsi ottimamente fra richiami ed ammodernamenti, il cui unico scopo è che l’intero aspetto grafico-narrativo sia costruito in maniera efficace al fine di provocare paura e riflessione nello spettatore. La paura è brillantemente innescata e diffusa attraverso gli infetti, che hanno una presenza scenica sempre genuinamente terrorizzante, sia per la bravura dei settori Costume e Trucco e parrucco, sia per la gestione registica e fotografica: Anthony Dod Mantle, direttore della fotografia, è estremamente abile con i tempi di otturazione usati per generare tensione, mentre Boyle gestisce la riflessione attraverso le azioni, i silenzi, gli sguardi dei protagonisti. Si torna così ad una concezione “etica” della regia, i campi lunghi o qualsiasi altro movimento di macchina non vengono fatti per puro sensazionalismo bensì corrispondono a concetti, idee, morali. Questa è la concezione di Boyle che porta ad un cinema efficace e moderno, avvalendosi di caratteristiche tecniche proprie dell’ormai lontano cinema muto. 28 giorni dopo è caratterizzato da una serie di importanti meriti che rendono la sua visione imprescindibile per qualsiasi cultore del genere horror, e per qualsiasi amante del cinema: evade dal classicismo di genere, costa poco in termini di realizzazione, non si avvale di nomi blasonati ma straordinariamente validi ed ha anche un finale controcorrente. Per tutto questo, mi sento di premiare questa pellicola, una pellicola coraggiosa e ben fatta, che mostra ai più, come non serve a volte avere a disposizione budget “illimitati” o star internazionali pluridecorate per seminare paura e terrore, ma soprattutto per portare lo spettatore ad una profonda riflessione.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
28 giorni dopo è un film 2002 diretto da Danny Boyle. Dopo che un gruppo di animalisti ha tentato di liberare degli scimpanzé infetti a Cambridge, un virus altamente contagioso, che provoca un’incontrollabile rabbia omicida, si scatena nel Regno Unito, diffondendosi rapidamente tra la popolazione e provocando il collasso della società. Esattamente ventotto giorni dopo, il corriere irlandese Jim (Cillian Murphy) si risveglia solo e confuso in un ospedale nel cuore di Londra. Vagando per la città non vede altro che desolazione, le strade sono vuote. Nella vana ricerca di capire dove siano tutti e cosa sia successo, viene attaccato da un gruppo d’infetti, ma viene salvato dai sopravvissuti Selena (Naomie Harris) e Mark. I due, dopo avergli raccontato della pandemia che ritengono si sia estesa su scala globale, si recano a casa dei genitori di Jim a Deptford. Dopo aver scoperto che i due anziani sono morti suicidi, Mark viene attaccato e morso da un infetto, costringendo Selena ad eliminarlo. Successivamente, i due sopravvissuti incontrano il tassista Frank (Brendan Gleeson) e sua figlia Hannah, dai quali apprendono che l’esercito offre protezione ai superstiti in una fortezza presso Manchester. A bordo della macchina di Frank, il gruppo si dirige verso il rifugio. Tuttavia, quando raggiungono il posto lo trovano apparentemente deserto e il tassista viene infettato accidentalmente. I soldati arrivano, uccidono Frank e portano alla fortezza i tre sopravvissuti, i quali scoprono ben presto che non è il luogo sicuro che immaginavano…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.comingsoon.it
Il film ottenne due candidature agli European Film Awards del 2003, portandosi a casa una statuetta:
Migliore fotografia a Anthony Dod Mantle
Le altre nomination furono:
Nomination Premio del pubblico: miglior regista a Danny Boyle
Curiosità – fonte: www.ilcineocchio.it
1) Tutti gli scimpanzé presenti nella scena di apertura avevano meno di 7 anni di età, a causa di alcuni vincoli legislativi inglesi.
2) Boyle prese in considerazione l’idea di riempire di cadaveri l’ospedale dove Jim (Murphy) si risveglia (un struttura esistenze e funzionante, chiusa però nei fine settimana). Alla fine, decise che le riprese della struttura deserta e abbandonata avrebbero reso meglio il tono che voleva comunicare. Si sarebbe abbinata meglio anche con la confusione del protagonista, che non ha idea di ciò che sia avvenuto intorno a lui.
3) Il budget fu così ristretto (5 milioni di sterline) che tutte le comparse che hanno interpretato i cadaveri nella scena della chiesa furono compensati solamente con una tazza di tè. Naturalmente, vantarsi si essere stato uno dei morti sul set del film è inestimabile!
4) Boyle ha dedicato gran parte del budget del film agli effetti speciali, sentendosi in dovere di competere con le offerte esplosive di Michael Bay per riuscire a colpire il pubblico americano. Alla fine ha avuto ragione, perchè negli Stati Uniti il film incassò a sorpresa 45 milioni di dollari nonostante l’uscita limitata.
5) La pellicola è stata girata in inusuale ordine cronologico, proprio come si vede nel risultato finale arrivato in sala, qualcosa che raramente viene fatto. Boyle considerava girare in questo modo un lusso, che ha aiutato non poco il cast nelle rispettive performance, in quanto tutti avevano ben chiaro tutto ciò che era avvenuto nelle riprese subito precedenti.
6) La produzione ha rischiato di essere chiusa prima del previsto, semplicemente perché erano finiti i soldi. Fortunatamente, la Fox rimase così impressionata da ciò che Boyle aveva realizzato che gli garantirono i fondi necessari per dare a 28 Giorni Dopo il finale che meritava.
7) Esiste un finale alternativo, in cui Selena non riesce a rianimare Jim in ospedale, e – insieme ad Hannah – è costretta ad abbandonarne il corpo.
8) Boyle insistette affinché la produzione gli fornisse almeno 1.000 secchi per la scena sul tetto. A quanto pare, la cosa era talmente importante per lui che “gettò un urlo improvviso”.
9) Boyle ha identificato il romanzo Il giorno dei trifidi di John Wyndham (pubblicato nel 1951) come la fonte d’ispirazione originale per la storia di Garland.
10) Per abbassare i costi di produzione, le scene nella Londra post-apocalittica non furono girate ricostruendo la città con effetti digitali o miniature, ma girando all’alba quando la capitale era ancora dormiente e priva di traffico.
11) Il video della canzone Party Rock Anthem degli LMFAO, uscito nel 2011, è la parodia di 28 Giorni Dopo.
12) Ha avuto tre sequel: uno cinematografico, 28 settimane dopo, diretto nel 2007 da Juan Carlos Fresnadillo, una graphic novel – sempre del 2007 – intitolata 28 Days Later: The Aftermath (scritta da Steve Niles) e una serie a fumetti del 2009 dal titolo omonimo.
13) Un recente sondaggio condotto tra 150 attori, registi, sceneggiatori, produttori e critici della rivista Time Out ha posizionato il film al 97° posto di Migliori film britannici della storia.
14) Per le scene ambientate nello Londra spettrale, la Polizia locale ogni mattina chiudeva le strade interessate dalle riprese alle 4.00, per riaprirle alla circolazione solamente un’ora dopo.
15) Danny Boyle e Naomie Harris svilupparono una storia per spiegare l’aspetto duro e spietatamente pragmatico di Selena. Apparentemente, la ragazza era stata costretta a uccidere sua madre e suo padre infetti per salvare il suo fratellino, per scoprire poi che anche lui era stato infettato.
16) Stephen King comprò tutti i biglietti di uno spettacolo per vedere 28 Giorni Dopo in una sala tutta per sé a New York City.
17) Vista l’importanza di questo aspetto, per interpretare molti degli infetti vennero scelti dei veri atleti.
18) La scena in cui Jim e Selena festeggiano con Frank e Hannah venne girata l’11 settembre del 2001. Danny Boyle ha dichiarato che lo fa sentire estremamente a disagio sapere di aver girato una scena di festa in quel particolare giorno.
19) L’idea di base per i sintomi della rabbia presenti in 28 Giorni Dopo si basa sul virus Ebola.
20) Ewan McGregor era stato la prima scelta per il ruolo di Jim. Dopo il suo rifiuto, la parte venne offerta a Ryan Gosling, che però dovette rinunciare per altri impegni precedentemente presi.
21) La sequenza dell’esplosione della stazione di servizio è costata 250.000 sterline.
22) Il finto filmato iniziale del telegiornale si basa su quelli realmente girati dal giornalista Sorious Samura in Sierra Leone.
23) Tutte le scene ambientate al piano superiore della villa vennero girate nelle stanze al pian terreno, perchè sopra abitava davvero il proprietario.
24) L’edificio in cui abitano Hannah e suo padre venne davvero demolito alla fine delle riprese, com’era già stato stabilito.
25) Molte delle scene più drammatiche di 28 Giorni Dopo si basano su fotografie di fatti realmente accaduti e che hanno colpito il regista quando le ha viste.
26) Il whisky single malt di cui Frank discute con Jim al supermercato proviene dalla distilleria Lagavulin.
27) Jim trascorre circa il 30% del film senza maglietta o nudo.
28) I cognomi di Jim, Selena, Mark, Frank e Hannah non vengono mai pronunciati, né appaiono nei titoli di coda.
29) La parola ‘fuck’ viene usata nelle versione originale 61 volte.
30) Qualora si volesse viaggiare davvero per 27 miglia a nord-est di Manchester, arrivereste a Huddersfield, nel West Yorkshire.