Roma
Il film capolavoro di Alfonso Cuarón non parla di una storia avvincente, epica, piena di azione o di eventi importanti, ma si sveste di ogni lembo per parlare dei sentimenti puri del cuore, della semplicità dell’animo umano e delle piccole cose che accadono nella quotidianità, in una normale famiglia che vive una vita di stenti. A servizio della storia ci sono i dialoghi, aggettivi all’interno di una frase, capaci di rendere il racconto più umano e vicino al nostro mondo, ma la vera potenza data ai personaggi sono le immagini, capaci di mostrare la loro forza e la loro fragilità. Roma ruota principalmente intorno a due personaggi femminili, Cleo (Yalitza Aparicio) e la signora Sofia (Marina de Tavira), che mettono in secondo piano le figure maschili, descritte come esempi negativi, in quanto non rispettosi delle difficoltà che devono affrontare, con coraggio e forza d’animo, le rispettive donne. Uno scenario familiare al regista: in un’intervista ha raccontato come la sua giovinezza fosse circondata da donne forti e pronte a guardare in faccia le difficoltà della vita. Pertanto, Roma è un film drammatico a tinte biografiche, con uno stile registico che rende l’opera realistica, quasi ad essere un documentario retrò. I costanti usi di long take, che divengono a volte dei veri e propri piani sequenza, sono coadiuvati magistralmente da una sapiente scenografia aperta che ne favorisce l’utilizzo di questa suggestiva tecnica, tipica del neorealismo italiano e della nouvelle vague d’oltralpe, specie quando racconta spezzoni di vita quotidiana, capaci di narrare magnificamente i problemi delle donne messicane e della povertà di un’intera nazione. Attori sconosciuti e utilizzo del bianco e nero, costruito con una fotografia scarna e fredda, rende la regia prettamente biografica, necessaria a raccontare il difficile mondo di Cleo, caratterizzato da classi sociali, dove è netta la demarcazione fra ricchi e poveri. Cleo conduce una vita priva di una reale felicità, basata tutta su piccoli gesti, ma condotta con un’estenuante routine che non differenzia i giorni. La preoccupazione per il futuro è tangibile e gli eventi che si susseguono non fanno che peggiorare le cose. Il mondo è, per Cleo, crudele e spaventoso, difficile da affrontare per una donna che conserva un cuore innocente e puro. Accanto a sé non c’è nessuno su cui aprirsi e confidarsi, tutto ciò che prova è rinchiuso dentro di lei. E’ una donna forte che deve combattere per vivere. La saggezza del regista è accentuare la staticità delle emozioni con un uso diligente della macchina da presa, laddove ognuna delle inquadrature costruite è un piccolo quadro: mai usata a mano la macchina da presa per tutta la narrazione, dove possiamo anche contare veramente pochissimi primi piani. Tutte le attenzioni sono poste sull’ambientazione, sulle situazioni di vita e, solo dopo, sui personaggi. Non è un caso se le location vengono sempre mostrate con delle panoramiche a descrivere l’intera ambientazione. Cuarón ha dimostrato dunque, ai grandi di Hollywood e del mondo della settima arte, di essere non solo un grande regista, ma anche un eccellente sceneggiatore, un meticoloso direttore di fotografia ed un geniale e sapiente montatore, ed il mondo artistico lo ha ricambiato con 10 nomination agli Oscar del 2019, vincendo 3 prestigiosissime statuette.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Roma, il film diretto da Alfonso Cuarón, racconta un anno turbolento della vita di una famiglia borghese nella Città del Messico degli anni 70, attraverso le vicende della domestica Cleo (Yalitza Aparicio) e della sua collaboratrice Adela (Nancy García García), entrambi di discendenza mixteca, che lavorano per una piccola famiglia borghese nel quartiere Roma a Città del Messico, una famiglia guidata da Sofia (Marina de Tavira), madre di quattro figli, che deve fare i conti con l’assenza del marito, mentre Cleo affronta una notizia devastante che rischia di distrarla dal prendersi cura dei bambini di Sofia, che lei ama come se fossero i propri.
Roma è un ritratto di vita vera, intimo e toccante, raccontato attraverso le vicende di una famiglia che cerca di preservare il proprio equilibrio in un momento di lotta personale, sociale e politica.
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne ben dieci candidature ai Premi Oscar del 2019, portandosi a casa tre statuette:
Miglior regia a Alfonso Cuarón
Miglior fotografia a Alfonso Cuarón
Miglior film straniero
Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior attrice a Yalitza Aparicio
Nomination Miglior attrice non protagonista a Marina de Tavira
Nomination Miglior sceneggiatura originale a Alfonso Cuarón
Nomination Miglior scenografia a Barbara Enriquez
Nomination Miglior suono a Alejandro Avila Leyva
Nomination Miglior montaggio del suono a Steve Browell
Curiosità – fonte: popcorntv.it
1. Cuarón ha ringraziato Netflix per “avere il coraggio” di aver distribuito il film, dopo la domanda di un giornalista che gli aveva chiesto se – per lui – il gigante dello streaming stesse distruggendo il meccanismo di proiezione nelle sale cinematografiche. Ecco le sue parole:
La mia domanda per te è, quanti cinema proietterebbero un film messicano in bianco e nero, recitato in spagnolo e Mixteco, che è un dramma senza star… quanto credi che potrebbe essere estesa la sua distribuzione in un circuito convenzionale? Ho comunque avuto una distribuzione che non è affatto pro forma. Il film è uscito più di un mese fa, e lo proiettano ancora: questa è una cosa rara per un film straniero. È una cosa ingiusta da dire. Perché non prendi la lista dei film stranieri di quest’anno e provi a fare un paragone, guarda per quanto tempo sono stati proiettati.
Guarda quanti di essi vengono proiettati in 70 millimetri.
Penso che la diatriba tra le sale cinematografiche e Netflix, o le piattaforme in generale, debba finire. Penso che debbano unire le forze e rendersi conto che, qualunque cosa facciano, questa diatriba non fa bene al cinema. Possono invece lavorare insieme per elevare il cinema e, ancora più importante, creare una maggiore diversità.
2. Girato in bianco e nero, con tutti i dialoghi in spagnolo, il film è ambientato negli anni ’70 a Città del Messico e dipinge un ritratto di conflitti interni e di gerarchia sociale in mezzo a un contesto pregno di disordini politici.
3. La storia semi-autobiografica è basata sui ricordi d’infanzia del regista e si concentra su una governante e una bambinaia di nome Cleo, interpretata dall’attrice messicana Yalitza Aparicio.