Arancia Meccanica

Arancia meccanica

1971 ‧ Giallo/Drammatico ‧ 2h 17m (VM14)

Tratto dal romanzo di Anthony Burgess, Arancia meccanica è un monumento satirico e socio-politico moderno che ha dato vita ad un nuovo genere, capace di coinvolgere gli addetti ai lavori sino ad emularlo nelle proprie opere. A firma del gran maestro, Stanley Kubrick, è la prosecuzione affatto ottimistica del suo capolavoro 2001: Odissea nello spazio, laddove la mano della scimmia, armata di un lungo osso, si scaglia contro un suo simile, dando inizio al processo di evoluzione-involuzione: ciò sottolinea la differenza fra la violenza non istituzionalizzata e quella socialmente utile, ovvero un chiaro tentativo di limitare nell’uomo la libertà di scelta. Kubrick basa le sue “visioni” su questo principio, tratto dal libro Beyond Freedom and Dignity di Burrhus Frederic Skinner, veicolate attraverso la magistrale interpretazione dello psicopatico Alex DeLarge (Malcom McDowell), un narcisista esteta che si serve di un linguaggio ricercato per esprimere tutta la sua atroce ferocia. Kubrick coglie il nucleo politico del romanzo di Anthony Burgess e si fa beffe di tutte le teorie sulle possibilità di educazione-correzione del sociopatico. Per essere il più possibile in simbiosi con lo stile letterario del romanzo e con il delirio di Alex, Kubrick si avvale di tecniche particolari, come il ralenti, le accelerazioni da film comico muto, le distorsioni ottenute con l’impiego di lenti grandangolari, scenografie ipercromatiche, impianti simil teatrali in cui porta in scena la violenza. Alex è il capo di una banda, dedita allo stupro e alla cruda violenza, che si ritrova ogni sera al Korova Milk Bar per nutrirsi di latte alla mescalina. Sullo sfondo troviamo pop art, punk, astrattismo: da Andy Warhol a Roy Lichtenstein, affiora un’arte che grida alla sovversione dell’ordine costituito. E l’arte è presa per mano anche dalla musica, dalle note della nona sinfonia di Beethoven a quelle di Singin’ in the Rain di Gene Kelly, che dà il ritmo alle bastonate ed ai calci inferti allo scrittore progressista. Un’opera post moderna non compresa ai tempi, anzi addirittura censurata, proprio come un capolavoro del Da Vinci, apprezzato e valorizzato dai posteri. Oggi infatti, spettatori ed addetti ai lavori hanno compreso come l’immaginario deviato del personaggio di Alex, la sua blasfemia nel rivisitare la via crucis in chiave pop, ad esempio, ed il suo spalancare gli occhi sugli orrori del mondo, lo trasformano da carnefice della contro-cultura a vittima di un governo reazionario. Un ministro, un poliziotto, uno scienziato, un prete, un assistente sociale non sono altro che strumenti di potere capaci di stravolgere la realtà semplicemente con ciò che rappresentano, facendoci vedere sfumature distorte e non la realtà stessa. In conclusione, Kubrick rende possibile l’associazione fra Hitler e Beethoven, proprio perchè arte ed etica non vanno di pari passo, e la trasposizione di personaggi come Alex, considerato il “cattivo selvaggio” e la cura Ludovico, il tentativo di civilizzare l’istinto, danno vita ad prodotto finale che non potrà che sfociare nella nevrosi dell’uomo medio causata da un Sistema (polizia-stato-clero) che tenta, con azioni vili, di abolire il libero arbitrio. Arancia meccanica è dunque un monolito che mette in guardia da un sistema che mira alla soppressione del desiderio ed alla strumentalizzazione della diversità.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Arancia meccanica è un film del 1971 diretto da Stanley Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess.
Ambientato in una futuristica metropoli londinese, è la storia di Alex DeLarge (Malcolm McDowell) e della sua banda criminale di fedeli drughi: un gruppo di giovani violenti e senza scrupoli che girano per la città compiendo furti, stupri e violenze di ogni genere. Vestiti di bianco, con una bombetta nera, anfibi e bastone, i membri della gang di Alex si ritrovano spesso al Korova Milk Bar, un locale dove si può bere del lattepiù, drink a base di latte con mescalina e sostanze stupefacenti.
Dopo una serie di crimini impuniti, la leadership di Alex comincia a vacillare e la banda dei drughi non ha più intenzione di accontentarsi delle sue briciole. Così, dopo una rapina andata male, in cui una donna muore colpita dallo stesso Alex, la gang abbandona il suo leader in balìa della polizia, che prima lo arresta e poi lo percuote pesantemente. Dopo un breve processo, Alex è condannato a 14 anni di carcere per omicidio.
Per cercare di ridurre la pena, il protagonista mantiene una buona condotta e decide di sottoporsi al trattamento Ludovico, un innovativo programma di rieducazione promosso dal nuovo governo salito in carica. Con la promessa di una scarcerazione immediata, una volta concluso il percorso di riabilitazione, Alex accetta tutte le condizioni senza esitare. Ma la cura, quasi più atroce della violenza stessa, si rivela fatale per il protagonista che, una volta rientrato nella società, dovrà fare i conti con le vittime del suo passato. Riuscirà a integrarsi nei nuovi panni di bravo ragazzo o sarà inghiottito da un mondo violento e vendicativo che lo vede ancora come un pericolo?


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne quattro candidature ai Premi Oscar del 1972:

Nomination Miglior film
Nomination Miglior regia a Stanley Kubrick
Nomination Miglior sceneggiatura non originale a Stanley Kubrick
Nomination Miglior montaggio a Bill Butler

Curiosità – fonte: www.lascimmiapensa.com

1) L’improvvisazione di “Singin’ in the Rain”.
La scena della rapina a casa dello scrittore Alexander e sua moglie vede l’attore interprete di Alex, Malcolm McDowell, lanciarsi in una rivisitazione di una canzone… Poco appropriata per il contesto. Kubrick, infatti, prima di girare, aveva chiesto a McDowell di cantare durante la scena. L’attore avrebbe acconsentito, ottenendo il nulla osta dal regista sulla scelta della canzone.
McDowell cantò la prima che gli venne in mente. Ed ecco che salta fuori la scena con gli Alexander picchiati sulle note di Singin’ in the rain. Pare che, qualche anno più tardi, McDowell avrebbe incontrato Gene Kelly ad una festa, ma che quest’ultimo non volesse avere a che fare con lui. Sì, è stato proprio per via dell’utilizzo a dir poco dissacrante della celeberrima canzone in Arancia Meccanica.

2) La lingua del gulliver di Arancia Meccanica.
Mi fa male il gulliver, ma’!“. Dall’inizio, grazie al contesto delle frasi in cui viene utilizzato, capiamo che “gulliver” è la parola per cervello, e subito ci chiediamo perché, un ragazzino che palesemente vive in Inghilterra, dovrebbe parlare così. Ebbene, la lingua (o, se volete, lo slang) con cui si esprime spesso Alex è uno dei tratti distintivi del romanzo da cui è trasposto Arancia Meccanica.
L’omonima opera di Anthony Burgess vede i suoi protagonisti parlare il “nadsat“, un linguaggio inventato che prende elementi da inglese e russo. Viene utilizzato talmente di frequente nel romanzo che le edizioni hanno via via aggiunto un appendice alla fine per riuscire ad orientarsi. Kubrick temeva che il film non sarebbe stato accessibile al grande pubblico con così tanto nadsat, tant’è vero che ne ridusse la presenza ad alcune parole. “Gulliver” è una di queste.

3) Più Rossini per tutti.
E’ quasi impossibile pensare ad Arancia Meccanica senza infilarci dentro le note di Ludwig van Beethoven. Alex lo chiama persino in un modo tutto suo, riferendosi a lui come al “Ludovico van”. Arriva a diventare violento e irascibile quando qualcuno prende in giro la musica del compositore tedesco, come nella scena al Korova Milk Bar. La stessa “cura” dalla violenza ha un riferimento a Beethoven, e Alex non riesce più ad ascoltarla dopo la soffertissima terapia.
Sembra quindi che tutto faccia pensare al protagonismo assoluto della musica di Beethoven nel film, ma non è così. Ad avere più spazio nella colonna sonora di Arancia Meccanica è Rossini, con ben sei scene in cui lo troviamo di sottofondo alle immagini. Un esempio? La scena della lotta tra Alex e i suoi Drughi al fiume, accompagnata dalla celeberrima Gazza ladra.

4) Arancia Meccanica… in mano ai Rolling Stones?!
I trivia su questo film sono veramente moltissimi, e ci piace pensare che ci siano anche molte leggende tra essi. Quello che più andrebbe preso con le pinze è l’apparente vendita dei diritti del libro di Burgess… A Mick Jagger! Sì, perché la rockstar inglese a quanto sembra voleva realizzarne una versione cinematografica con i Rolling Stones come Drughi. Pazzesco, vero?
D’altronde, se i Beatles volevano interpretare gli hobbit nella loro versione del Signore degli Anelli, gli Stones dovevano rispondere in qualche modo. Purtroppo (o per fortuna?), il progetto di Jagger non ha mai visto la luce, e da lì è passato per le mani di diversi registi. Ken Russell e Tinto Brass, così sembra, sono stati potenziali registi di Arancia Meccanica, prima che arrivasse Stanley Kubrick a imporre la sua visione.

5) Kubrick, Morricone e la “bugia” di Sergio Leone.
C’è la possibilità di perfezionare un film che già di suo sarebbe un capolavoro? Probabilmente sì, specie se si considera che alle musiche Kubrick voleva un certo Ennio Morricone. Il regista di 2001: Odissea nello spazio, però, fece l’errore di chiedere a Sergio Leone se Morricone fosse disponibile. Al tempo, Leone stava lavorando a Giù la testa, ma Morricone aveva già completato le musiche, e ciononostante rispose che aveva ancora bisogno del compositore. Kubrick dovette trovare un altro compositore, e Morricone rimpianse per anni di non aver potuto lavorare con lui.

6) Alex de Large contro Darth Vader.
Alex esce dalla cura Ludovico, e si ritrova dopo una serie di peripezie nella casa dello scrittore che aveva aggredito a inizio film. Questi ha perso la moglie, e costretto in sedia a rotelle, è assistito da un ragazzo palestratissimo. E se vi dicessimo che quel palestrato… E’ il futuro Darth Vader?
Ebbene sì: il bodybuilder David Prowse, che in questo film trasporta uomini in carrozzina, poi sarà l’uomo sotto la maschera nella trilogia di Star Wars. E non finisce qui: James Earl Jones, voce immortale di Vader, fece una comparsa in un altro film di Kubrick, Il dottor Stranamore – Ovvero come ho imparato a non preoccuparmi ed amare la bomba.

7) La storia di Wendy Carlos.
Eravamo rimasti che Arancia Meccanica non aveva un compositore delle musiche originali. Dopo il rifiuto di Sergio Leone, Kubrick ripiegò su Walter Carlos, che scrisse la spettrale musica che apre l’ormai iconica scena iniziale. Carlos, però, merita una posizione nella nostra classifica per la sua particolare storia. Nel 1972, un anno dopo l’uscita di Arancia Meccanica, Walter Carlos si sottopose all’intervento per il cambio di genere, diventando Wendy Carlos. Il film di Kubrick può dunque vantare uno dei primi compositori transessuali della storia.

8) Arancia Meccanica e Barry Lyndon, fratelli di fotografia.
Squadra che vince non si cambia, così dice il proverbio. E Kubrick lo mette in pratica a partire da 2001: Odissea nello spazio, quando decide di arruolare John Alcott come direttore della fotografia. I due decidono di compiere un esperimento che darà il massimo dei suoi frutti con Barry Lyndon (1975). E’ in Arancia Meccanica, però, che ci sono le prime scene girate in luce naturale della filmografia di Kubrick. L’effetto sarà potenziato ed esteso a tutto il film in Barry Lyndon, che farà conquistare ad Alcott un Oscar alla fotografia nel 1976.

9) Il rifiuto dei Pink Floyd.
E’ incredibile, al giorno d’oggi, scoprire quanti “no” avesse ricevuto Kubrick in passato. Alla lista, si aggiunge anche la leggendaria band progressive dei Pink Floyd. Infatti, il regista aveva intenzione di utilizzare la loro Atom Heart Mother Suite proprio in Arancia Meccanica. La band rifiutò, a causa del desiderio del regista di usare le parti che preferiva della canzone e in più scene. Almeno, questa è una versione della storia. Nick Mason, batterista del gruppo britannico, ha svelato in un’intervista che i Pink Floyd si erano proposti per le musiche di 2001: Odissea nello spazio, ma Kubrick non accettò l’offerta. Quando la situazione si è ribaltata, sono stati loro a rifiutare. In entrambi i casi, un gran peccato.

10) Il primo film di fantascienza candidato come Miglior Film.
E’ veramente difficile da credere, considerando il film di Kubrick precedente a questo. Però è veramente così. 2001: Odissea nello spazio, agli Oscar 1969, fu candidato per la regia e vinse il premio agli effetti speciali, ma non come miglior film. Il primissimo film di fantascienza ad essere candidato come miglior film agli Oscar è proprio Arancia Meccanica, all’edizione del 1972. Per il calibro dei temi trattati, le performance attoriali, la potenza delle immagini, non poteva che essere così. Non vinse il premio, ma fu, anche in questo caso, un pioniere nel cinema occidentale.
Le curiosità sulla lavorazione di questo film e sulla sua eredità sarebbero moltissime, ma intanto vogliamo lasciarvi con questo assaggio. Arancia Meccanica è uno di quei film che va assolutamente visto una volta nella vita, non soltanto per l’impegno artistico di Kubrick, ma anche per gli enormi spunti di riflessione che lascia ai suoi spettatori. Cosa faremmo noi, al posto di quei personaggi?


2 commenti su “Arancia meccanica

    1. Di un grandissimo Maestro che ho avuto la fortuna di conoscere ed avere l’onore di stringergli la mano!!! <3 <3 <3

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