Ladri di biciclette

Ladri di biciclette

1948 ‧ Drammatico ‧ 1h 33m

L’Italia del dopoguerra, l’Italia piegata dalle bombe del nemico, l’Italia di quella società impassibile che tende ad isolare l’individuo, è lo sfondo morale che dipinge la storia del capolavoro neorelista di Vittorio De Sica. Tratto dall’omonimo romanzo del 1946 a firma di Luigi Bartolini, Ladri di biciclette è puro melodrammatico pathos. Era il 24 novembre del 1948 quando venne proiettata per la prima volta, nelle sale cinematografiche dell’intero Paese, la storia di Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani), un attacchino che cerca di barcamenarsi in un’Italia devastata e ridotta alla miseria. Antonio, insieme al suo figlioletto Bruno (Enzo Staiola) è alla disperata ricerca della sua bici, rubata da un ladruncolo di strada. I due ben presto entrano nell’immaginario collettivo cinefilo e non: l’indimenticabile maschera d’angoscia dell’uomo affiancata dalla ciondolante sagoma del ragazzino lungo le vie di una Roma devastata, è ancora oggi simbolo di quel genere cinematografico che ha commosso il mondo, che ha riempito le sale ed ottenuto pregiatissimi riconoscimenti internazionali. Definito da De Sica…un pedinamento di destini infami…“, non è solo il manifesto del neorealismo italiano, bensì il fondamentale documento di un periodo storico cruciale per la nostra nazione: la ricostruzione di un’epoca fatta di atmosfere, riti e mitologie come l’ossessione per il calcio, le riunioni nei circoli comunisti, l’onnipresenza del clero ed il fascino del cinema stesso. In questo film c’è molto di De Sica, dell’uomo e della vita, dalla vicinanza alle sofferenze patite, all’amara attenzione al divario fra le classi sociali. E se la vita di quegli anni era difficile e si trascinava molto lentamente verso una ripresa, anche il capolavoro di De Sica ebbe vita difficile in Italia: la critica gli era ostile, per lo più di stampo cattolico, così anche la sinistra che lo accusò di aver attaccato ferocemente la solidarietà di classe, raccontando la menzogna della sua totale assenza. Ben altra fu invece l’accoglienza oltre oceano e nel resto del mondo. Basti per tutti il celebre giudizio di Bazìn: “Ladri di Biciclette è uno dei primi esempi di cinema puro. Con questo film De Sica e Zavattini hanno definitivamente condotto il neorealismo dalla Resistenza alla Rivoluzione.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Ladri di biciclette è un film drammatico del 1948, basato sull’omonimo romanzo del 1946 scritto da Luigi Bartolini. Il film segue la storia di un povero padre, Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani), che va alla ricerca della sua bicicletta rubata nella Roma del dopoguerra. La bici, è di fondamentale importanza per il suo lavoro e perderla significherebbe mettere a repentaglio il suo lavoro che dà da mangiare alla moglie Maria (Lianella Carell) e ai due figli, di cui il maggiore è Bruno (Enzo Staiola). Quando gli viene offerto un lavoro come attacchino comunale, Antonio dice alla moglie Maria che non può accettare poiché non possiede una bicicletta. Così, la donna vende le lenzuola del suo corredo nuziale al banco dei pegni per riscattare la bicicletta di Antonio. Durante il suo primo giorno di lavoro, Antonio è in cima a una scala quando un giovane (Vittorio Antonucci) gli ruba la bicicletta. Antonio gli dà la caccia inutilmente.
Anche le forze dell’ordine, alle quali il povero padre di famiglia si rivolge, possono fare ben poco per aiutarlo, così Antonio inizia lui stesso a cercare la bicicletta rubata, insieme con alcuni amici netturbini e al figlio Bruno. Dapprima si recano a Piazza Vittorio e successivamente a Porta Portese, dove solitamente vengono rivenduti gli oggetti rubati. Purtroppo, però, la tanto agognata bicicletta non si trova. Tuttavia, Antonio e Bruno vedono il ladro in compagnia di un vecchio barbone, ma questi gli sfugge. Padre e figlio partono all’inseguimento del ladro, addentrandosi persino in un quartiere malfamato, dove vengono minacciati dagli abitanti, che prendono le difese del ladro. Bruno chiede aiuto a un carabiniere, che perquisisce l’appartamento del ladro, ma, non trovando prove, non può aiutarli. Antonio, portato all’esasperazione, tenta un gesto estremo per uscire dalla tragica situazione…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne due candidature ai Premi Oscar del 1950, portandosi a casa una statuetta:

Miglior film straniero

Le altre nomination furono:
Miglior sceneggiatura non originale a Cesare Zavattini


Curiosità – fonte: www.cineblog.it

1. Il film è basato sull’omonimo romanzo (1946) di Luigi Bartolini, poi sceneggiato per il cinema da Cesare Zavattini.

2. La maggior parte degli attori del film erano tutti dilettanti. Vittorio De Sica ha deciso di non utilizzare i professionisti.

3. Moltissime scene sono state improvvisate.

4. Il film è uno dei capisaldi del Neorealismo Italiano, il movimento culturale (specialmente cinematografico) nato in Italia durante la seconda guerra mondiale.

5. Quattro anni dopo la sua uscita è stato ritenuto il più grande film di tutti i tempi dalla rivista Sight & Sound nel sondaggio di cineasti e critici nel 1952.

6. Ladri di biciclette è stato poi inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.

7. E’ nella quarta posizione della classifica “I 100 migliori film del cinema mondiale” secondo la rivista Empire.

8. In Italia i poster sono stati dipinti dal pittore Ercole Brini, con acquarelli e tempere.

9. Ladri di saponette (1989) di Maurizio Nichetti è una citazione affettuosa del film di De Sica.

10. Vittorio De Sica ha scelto un operaio di fabbrica che aveva portato il figlio insieme per un provino come il suo protagonista maschile.

11. Come attrice protagonista sceglie una giornalista, Lianella Carell, che lo aveva contattato per un colloquio

12. Il bambino è stato scelto tra la folla che guardava le riprese.

13. Il regista Sergio Leone ha lavorato come assistente di Vittorio De Sica. Ha anche una breve apparizione come uno dei sacerdoti che sono in piedi accanto a Bruno e Antonio durante la tempesta.

14. Le riprese si sono svolte dal Giugno 1948 all’Agosto 1948.

15. La sceneggiatura è stata scritta da Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi d’Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci, Gerardo Guerrieri e Gherardo Gherardi.

16. Il film è al numero 91 della top 250 di Imdb.

17. Premi Oscar:

    • 1950 Oscar Onorario “Votato dal consiglio di amministrazione dell’Academy come il film più rilevante in lingua straniera uscito negli Stati Uniti nel 1949”. La categoria Miglior Film Straniero inizia ad essere regolare solo nel 1957.
    • Nomination Miglior sceneggiatura a Cesare Zavattini. Vinse: Joseph L. MankiewiczLettera a tre mogli. Gli altri candidati erano: Robert RossenTutti gli uomini del re, Carl ForemanIl grande campione e Graham GreeneIdolo infranto.

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