Guillermo del Toro

GUADALAJARA (MESSICO), 9 ottobre 1964


Carriera – fonte: it.wikipedia.org

Da giovane Del Toro studiò nell’Istituto de Ciencias, a Guadalajara, e fu cresciuto dalla nonna, molto cattolica. Ebbe il suo primo coinvolgimento con il mondo del cinema quando aveva circa 8 anni, fino a quando, nel 1986, produsse il suo primo film, all’età di 21 anni. Prima di ciò passò circa 10 anni come disegnatore di make up, e formò la sua compagnia, Necropia, nei primi anni ottanta. Inoltre, fondò assieme ad altri il Guadalajara Mexican Film Festival e successivamente formò la sua propria compagnia di produzione, la Tequila Gang. Nel 1998 il padre di Guillermo fu rapito in Messico e liberato dopo 72 giorni solo dietro il pagamento di un riscatto. L’evento convinse Del Toro e la sua famiglia ad espatriare negli Stati Uniti d’America, vivendo in California. Ha diretto film di varia natura, da alcuni fumetti al fantasy storico e al film horror, due dei quali sono ambientati in Spagna durante o appena dopo la guerra civile spagnola, sotto il governo autoritario di Francisco Franco. Questi due film, La spina del diavolo e Il labirinto del fauno, sono fra i suoi lavori più apprezzati. Essi, inoltre, hanno impostazione, protagonisti (bambini), e temi (ad esempio la relazione tra fantasy e horror e la difficoltà di vivere in un periodo di dittatura autoritaria) simili al film spagnolo del 1973 Lo spirito dell’alveare, generalmente considerato uno dei migliori film spagnoli degli anni settanta.Leggi tutto... Del Toro alla trasmissione Leonard Lopate Show, sulla WNYC, una delle maggiori radio di New York, ha fatto una lista dei suoi maggiori interessi, che sono diventati elementi caratteristici dei suoi film: “Io ho una sorta di feticismo per gli insetti, i meccanismi ad orologeria, i mostri e i luoghi oscuri “, tutte cose che possono facilmente essere ritrovate in ognuno dei suoi lavori. Specialmente i mostri sono un elemento abbastanza frequente. In alcune recenti interviste Guillermo ha dichiarato che è sempre stato “innamorato dei mostri. Il mio fascino per loro è molto antropologico […] Io li studio, li disseziono in molti dei miei film: voglio sapere come lavorano, come appaiono nel loro intimo, come è la loro sociologia“. Ha inoltre menzionato che i suoi ispiratori sono stati Arthur MachenLord DunsanyClark Ashton SmithHoward Phillips Lovecraft, e Jorge Luis Borges. In una sua intervista, Del Toro definisce se stesso “un cattolico decaduto – a cui piace il taoismo“, ma nella stessa intervista dice anche “una volta cattolico – cattolico sempre“. Del Toro è molto amico di due dei più apprezzati cineasti messicani, quali Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu. I tre spesso si influenzano tra loro sulle decisioni artistiche (Cuarón, inoltre, fu uno dei produttori de Il labirinto del fauno). Tutti e tre sono stati nominati per il premio Oscar: in particolare Del Toro per la sceneggiatura originale de Il labirinto del fauno (il film ricevette altre sei candidature, incluso miglior film straniero). Nel 2011, al Los Angeles Film Festival, intervistato in pubblico da Doug Jones ha parlato de L’arcano incantatore film del 1996 di Pupi Avati. Mentre stava lavorando a Mimic nel 1997 alcuni suoi amici gli parlarono del film gotico di Avati. Del Toro recuperò L’arcano incantatore in VHS e, dopo averlo visto, ne restò entusiasmato al punto da mostrare la pellicola all’amico Quentin Tarantino. Il suo amore per il cinema italiano non si ferma qua. Infatti, nei contenuti speciali di Blade II, commentando la scena in cui Blade (Wesley Snipes) viene presentato all’Emobranco e, più specificatamente, a Ron Perlman, dichiara di aver voluto omaggiare una scena, sostanzialmente identica di …continuavano a chiamarlo Trinità con protagonista Terence Hill. Il 25 aprile 2008 Del Toro firmò un contratto per dirigere i due film Lo Hobbit in maniera consequenziale e, annunciando, nel 2009, l’inizio delle riprese. Inoltre, avrebbe dovuto curare anche la sceneggiatura di due dei tre film, insieme a Peter Jackson (regista della trilogia Il Signore degli Anelli e produttore dei due film), Fran Walsh e Philippa Boyens. Tale progetto venne poi abbandonato ufficialmente il 31 maggio del 2010 per i continui ritardi, dichiarando:
«Alla luce dei prolungati ritardi nel decidere quando dare inizio alle riprese dello Hobbit, sono costretto a prendere la decisione più difficile della mia vita. Dopo quasi due anni passati a vivere, respirare e progettare un mondo ricco come quello della Terra di Mezzo di Tolkien, devo, con profondo disappunto, abbandonare la regia di questi due meravigliosi film. […] Le benedizioni sono state numerose, ma le pressioni crescenti e i conflitti con altri progetti già programmati hanno sommerso il tempo originariamente previsto per il film. […] Rimango un alleato dei suoi realizzatori attuali e futuri, e supporterò totalmente una transizione dolce verso un nuovo regista»
In questo modo, liberato da ogni vincolo, si dedicò alla realizzazione cinematografica de Le montagne della follia, da un romanzo di Howard Phillips Lovecraft. Il progetto, come molti altri del regista, venne annullato perché ritenuto troppo costoso e rischioso da portare sul grande schermo. Si è poi dedicato al colossal di fantascienza Pacific Rim, uscito nell’estate 2013. Nel giugno 2009, debuttò come scrittore, pubblicando il romanzo La progenie (The Strain), insieme a Chuck Hogan. Concepì The Strain nel 2006 come serie televisiva, ma lo sviluppo si fermò quando il presidente della Fox gli chiese di trasformare la serie in una serie comedy, cosa che il regista messicano non voleva assolutamente fare. Un agente del network suggerì di sviluppare il concept dello show in una serie di libri; Del Toro chiese allora a Chuck Hogan di aiutarlo a scrivere i libri, spiegando di volere dare alla serie un tono realistico e da procedural. Hogan acconsentì dopo avere letto solo una pagina e mezzo del soggetto di dodici pagine scritto da Del Toro. Il duo collaborò per il primo anno senza un contratto o un accordo con un editore. Dopo l’uscita del primo libro gli studios e i network televisivi cominciarono a fare delle offerte per ottenere i diritti cinematografici e televisivi, ma del Toro e Hogan declinarono tutte le proposte, affermando di non volere essere influenzati dalla trasposizione mentre stavano ancora scrivendo i libri. Dopo la pubblicazione del terzo libro gli autori iniziarono delle trattative con tutti i canali via cavo che avevano espresso interesse. Nel novembre 2013, FX confermò lo sviluppo della serie televisiva The Strain, che debutta nel luglio 2014 per la regia dello stesso Del Toro che ha scritto e diretto personalmente l’episodio pilota ed è stato produttore esecutivo della serie insieme a Hogan. La serie si è conclusa nel 2017.
Nel 2017 viene presentato alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il film da lui diretto, La forma dell’acqua – The Shape of Water, con protagonisti Sally Hawkins e Michael Shannon, e con cui vince il Leone d’oro. Tra i numerosi premi, ha vinto il suo primo Golden Globe al miglior regista, il Premio BAFTA al miglior regista ed è ha ricevuto due Premi Oscar, nella categoria miglior regista e miglior film, ed è stato inoltre candidato per la migliore sceneggiatura originale.
Nel 2008, Del Toro annunciò un film d’animazione in stop-motion basato su Le avventure di Pinocchio, in una versione più cupa e ambientata durante il Fascismo. Inizialmente previsto ad uscire nel 2014, il progetto rimase in development hell senza ulteriori notizie. Nel 2017 il regista tornò a parlarne, annunciando che Patrick McHale (creatore della serie Over the Garden Wall – Avventura nella Foresta dei Misteri) avrebbe collaborato alla sceneggiatura, ma successivamente il progetto fu annullato a causa della mancanza di finanziatori. Tuttavia, nel 2018 il progetto è stato riavviato dopo essere stato acquistato da Netflix. Pinocchio è previsto ad uscire sulla nota piattaforma nel 2021.


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Curiosità – fonte: www.cinematographe.it

  • All’età di otto anni, il giovanissimo Guillermo Del Toro iniziò a sperimentare con la cinepresa Super 8 di suo padre, realizzando cortometraggi con giocattoli e altri oggetti riguardanti il mondo de Il Pianeta delle scimmie. Del Toro ha realizzato circa 10 cortometraggi prima del suo primo lungometraggio (prodotto da lui stesso all’età di 21 anni), di cui uno intitolato Matilde, ma solamente gli ultimi due, Doña Lupe (1985) e Geometria (1987), sono stati resi disponibili. Il suo corto più interessante è senza dubbio quello focalizzato su una “patata serial killer” con lo scopo di conquistare il mondo intero. Durante la storia la patata uccide la madre e i fratelli di Del Toro prima di riuscire ad uscire di casa e di morire schiacciata da un’auto.
  • Da giovane Guillermo Del Toro studiò presso l’Istituto de Ciecias a Guadalajara, dopodiché studiò trucco ed effetti speciali con il famoso truccatore Dick Smith. Trascorse 10 anni come disegnatore di make up e fondò la sua compagnia, Necropia. Ha anche co-fondato il Guadalajara International Film Festival. Del Toro fu molto legato al defunto Dick Smith, per lui un vero e proprio mentore. Il leggendario truccatore fu pioniere del trucco prostetico e vinse l’Oscar per miglior trucco per Amadeus nel 1985 e un Oscar onorario nel 2012, oltre ad essere conosciuto per aver lavorato in set incredibili come quello di Taxi DriverIl PadrinoIl piccolo grande uomo e Scanners. Ma quello che conquistò il giovane Del Toro fu l’incredibile trucco del film L’esorcista (1973). Dick offrì al giovane Del Toro la possibilità di essere istruito nelle sue tecniche di trucco, le quali segnarono definitivamente la carriera del regista messicano.
  • Guillermo Del Toro è stato inserito a dicembre 2007 al 37° posto nella classica delle persone più intelligenti di Hollywood dalla rivista EW, ma probabilmente rientrerebbe nella top ten delle persone più sensibili dato che fu traumatizzato dalla visione di Non aprite quella porta (1974). Per quanto incredibile possa sembrare Del Toro fu talmente scioccato da una delle scene della pellicola da decidere di diventare vegetariano, rimanendoci per 4 lunghi anni. Ora è di nuovo tra la schiera dei carnivori.
  • Guillermo Del Toro è stato spostato con Lorenza Newton dal 1986 fino al 2017, la coppia ha avuto due figlie, Marisa Del Toro e Mariana Del Toro. Il regista ha però vissuto per molti anni in due case separate. In una con la sua famiglia e in un’altra, chiamata “The Bleak House”. La casa dalle tende rosso sangue è il luogo in cui sono custoditi i suoi libri, i suoi fumetti, le sue tavole illustrative e tutte le varie creature, collezionate durante la sua lunga carriera, provenienti dai suoi film e dai film di altri registi.
  • Non disdegnando nessun tipo di forma di arte, Guillermo Del Toro si è dedicato anche ai videogiochi. Al VGA del 2010 venne annunciato inSANE, un titolo horror diretto da Del Toro stesso. Il videogioco, prodotto da THQ e sviluppato da Volition, fu concepito come primo capitolo di una trilogia. Nonostante l’uscita fosse stata fissata al 2013, il titolo venne cancellato nell’agosto del 2012 da THQ, che restituì i diritti di proprietà intellettuale al regista messicano. Tuttavia, al Gamescom del 2014 venne annunciata una collaborazione tra Del Toro e la Kojima Production per quanto riguardava lo sviluppo di un nuovo capitolo di Silent Hills, ma il 26 aprile 2015 lo stesso regista annunciò il fallimento del progetto. Nonostante questa ennesima disavventura, Del Toro tornò a collaborare con Hideo Kojima per Death Standing (il regista compare anche in uno dei trailer), il nuovo titolo del genio di Metal Gear in uscita nel 2019.
  • Del Toro è notoriamente molto amico degli illustri colleghi e connazionali Robert Rodriguez, Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu. Insieme agli ultimi due è conosciuto con il nome de “i tre amigos del cinema” e il loro grande rapporto è testimoniato dalla produzione di Biutiful del 2010, la pellicola di Iñárritu, ai quali parteciparono, tra gli altri, proprio Del Toro e Cuarón. Il rapporto tra questi due ha radici antichissime, infatti, insieme ad un altro connazionale del calibro di Emmanuel Lubezki, parteciparono alla nota serie tv cult messicana La Hora Marcada, della quale Del Toro ha scritto quattro episodi e diretto cinque.
  • La vita di Guillermo Del Toro venne bruscamente segnata da un fulmine a ciel sereno, quando, nel 1997 a Gualajara, venne rapito suo padre, Federico Del Toro, un imprenditore automobilistico. Sebbene venne liberato in sicurezza dopo 72 giorni, la famiglia Del Toro ha dovuto consegnare il doppio dell’importo inizialmente richiesto come riscatto a causa delle continue pressioni economiche dei suoi rapitori. Dopo il tragico evento la famiglia del regista decise di espatriare negli Stati Uniti, precisamente in California. In un’intervista rilasciata da Del Toro al Time dichiarò questo sulle conseguenze del rapimento del padre: “Ogni giorno, ogni settimana, succede qualcosa che mi ricorda che sono in esilio involontario dal mio Paese.
  • Del Toro ha costruito anche una proficua carriera come produttore cinematografico. Tra i titoli prodotti ci sono per esempio Splice (2009), Con gli occhi dell’assassino (2010), Non avere paura del buio (2011) e The Orphanage (2007). Oltre questi ha prodotto anche gran parte dei suoi film (tra cui La spina del diavolo e Il labirinto del fauno) e ha fondato la sua personalissima casa di produzione, The Tequila Gang, con la quale ha vinto il premio Ariel per il miglior film ed è stato candidato al Premio Goya per il miglior film.
  • Il labirinto del fauno (2006) è probabilmente il film più personale di Guillermo Del Toro. Infatti, al suo interno è possibile rintracciare molti spunti autobiografici, primo tra tutti la grande critica alla religione cattolica, la cui avversione è stata causata dalla figura della nonna del regista messicano. Da giovane Del Toro ha vissuto a stretto contatto con la donna ed ha dovuto sopportare la sua ottusa e rigida mentalità, totalmente devota alla Chiesa cattolica. In più il film testimonia la volontà dell’autore di creare una dicotomia tra una realtà crudele, cinica e ingiusta ed una fiaba fantastica. Lo scopo è quello di mettere in discussione il destino degli uomini, divisi tra un mondo violento e crudele e un regno incantato, senza dolore, nel quale si può sfuggire alla morte stessa. Infine Il labirinto del fauno è di fatto il sequel spirituale e tematico del suo film La spina del diavolo del 2001, entrambi ambientati in una realtà difficile da vivere e dalla quale non si può far altro che tentare di evadere. Del Toro vede il genere horror come intrinsecamente politico: ”Come nelle fiabe, ci sono due aspetti nell’horror. Uno è pro-istituzione, che è il tipo di fiaba più riprovevole: non vagare per i boschi e obbedire sempre ai genitori. Mentre l’altro tipo è completamente anarchico e anti-establishment.” In un’intervista del 2007 il regista messicano ha definito la sua posizione politica come “un po’ troppo liberale”. Ha infatti sottolineato come i cattivi delle sue opere, come l’industriale di Cronos, i nazisti di Hellboy e i franchisti ne Il labirinto del fauno, sono tutti uniti dalla loro natura autoritarista. Odio la struttura. Sono completamente anti-strutturale per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni. Odio qualsiasi azienda sociale, religiosa o economica che sia istituzionalizzata.
  • Come molti altri bambini, il giovane Guillermo Del Toro era terrorizzato al pensiero che alcuni esseri mostruosi potessero rapirlo. Il regista afferma di aver stretto un patto con questi esseri, in modo da essere lasciato in pace. La sua immaginazione infantile diede vita ai mostri visti nelle sue pellicole. Tra tutti gli esseri mostruosi, Del Toro ha ammesso di essere particolarmente affascinato dai fantasmi e non solo da quelli letterali. Ha confessato di essere un accanito fan di Suspense, un classico dell’horror del 1961, al quale Del Toro fa riferimento ne La spina del diavolo.  Il film si apre infatti con delle frasi misteriose e inquietanti su ciò che costituisce un fantasma, una piccola finestra sull’immaginario dell’artista: “Cos’è un fantasma? Una tragedia condannata a ripetersi più e più volte? Un momento di dolore, forse. Qualcosa di morto che sembra ancora vivo. Un’emozione sospesa nel tempo. Come una fotografia sfocata. Come un insetto intrappolato nell’ambra. “

Filmografia – fonte: www.cinematografo.it

1993Cronos – Regia; Sceneggiatura
1997MIMIC – Regia; Sceneggiatura
2001La spina del diavolo – Regia; Soggetto; Sceneggiatura
2002Blade II – Regia
2004Hellboy – Regia; Soggetto; Sceneggiatura; Attore – Uomo vestito da dragone
2006Il labirinto del fauno – Sceneggiatura; Regia
2008Hellboy: The Golden Army – Sceneggiatura; Regia
2008El último truco. Emilio Ruiz del Río – Attore – Se stesso
2011Non avere paura del buio – Sceneggiatura
2012Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato – Sceneggiatura
2013Pacific Rim – Regia; Sceneggiatura
2013Lo Hobbit – La desolazione di Smaug – Sceneggiatura
2014Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate – Sceneggiatura
2015Creature Designers – The Frankenstein Complex – Attore – Se stesso
2015Crimson Peak – Regia; Sceneggiatura
2017Five Came Back – Attore – Se stesso
2017La forma dell’acqua – The Shape of WaterRegia; Sceneggiatura; Soggetto
2017The Haunted Mansion – Regia; Sceneggiatura
2018Pacific Rim – La rivolta – Soggetto
2019Scary Stories to Tell in the Dark – Sceneggiatura
2020Le streghe – Sceneggiatura
2020Nightmare Alley – Regia; Sceneggiatura
2021Pinocchio – Sceneggiatura; Regia

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