Babylon

Babylon

2022 ‧ Commedia/Drammatico ‧ 3h 9m

Babylon di Damien Chazelle è un’opera cinematografica che definirei audace, poichè capace di immergere lo spettatore nel caos e nella decadenza dell’età d’oro hollywoodiana. Un’esperienza sensoriale travolgente, che mescola il lirismo cinematografico con una rappresentazione cruda e spesso scioccante della vita dietro le quinte dell’industria cinematografica degli anni ’20. Chazelle dimostra ancora una volta la sua maestria nel gestire narrazioni complesse e ritmi incalzanti. La sua regia è di fatti caratterizzata da una combinazione di movimenti di macchina fluidi ed una costruzione visiva spavalda. La sceneggiatura, pur essendo ambiziosa e ricca di dialoghi incisivi, a tratti risulta eccessiva, con un ritmo che alterna momenti di straordinaria brillantezza a sequenze che sembrano perdersi nella propria grandiosità. Tuttavia, questa è una scelta stilistica consapevole, che riflette il mondo eccessivo e caotico che il film vuole rappresentare. La fotografia di Linus Sandgren è straordinaria: ogni inquadratura è curata nei minimi dettagli, con un uso sapiente della luce e del colore che riesce a catturare tanto la bellezza quanto la decadenza del periodo. Le scene di massa e le riprese in movimento trasmettono un’energia quasi frenetica, contribuendo a rendere il film un’esperienza visiva potentissima. Il montaggio di Tom Cross, collaboratore di lunga data di Chazelle, è altrettanto efficace, creando un ritmo che alterna frenesia e quiete, riflettendo i picchi e le cadute dei personaggi. Justin Hurwitz, solita anima musicale di Chazelle, firma una colonna sonora che è un vero e proprio tour de force. La musica non solo accompagna le immagini, ma spesso ne amplifica l’impatto emotivo, oscillando tra jazz travolgente e momenti più intimi e riflessivi. La colonna sonora è parte integrante della narrazione, contribuendo a creare l’atmosfera sognante ed allo stesso tempo inquietante del film. Quanto al cast, straordinario!!! Unica definizione possibile. Margot Robbie e Brad Pitt offrono interpretazioni memorabili, incarnando personaggi complessi e sfaccettati. Robbie, in particolare, brilla nel ruolo di Nellie LaRoy, portando sullo schermo una figura di irresistibile magnetismo e vulnerabilità. Diego Calva, nel ruolo di Manny Torres, offre una performance notevole, rappresentando il cuore emotivo del film. I personaggi secondari, pur avendo meno spazio, arricchiscono il quadro complessivo con interpretazioni altrettanto solide. Babylon esplora il lato oscuro della gloria e del successo, mostrando come Hollywood, con tutto il suo fascino ed il suo splendore, possa anche essere un luogo di distruzione e disillusione. Il film si interroga su cosa significhi davvero “essere una star” e sul prezzo che si paga per raggiungere e mantenere quel tipo di fama. Tuttavia, l’approccio di Chazelle è volutamente esagerato e stilizzato, rendendo il film un’esperienza che non è sempre facile da digerire. Alcuni spettatori potrebbero trovarlo eccessivo, ma è innegabile che il regista abbia creato un’opera che lascia il segno. In conclusione, Babylon è un film che divide, ma che sicuramente non passa inosservato. È un’opera visivamente e musicalmente sontuosa, che riflette tanto l’amore per il cinema quanto la consapevolezza delle sue ombre. Un tributo alla grandezza ed alla follia di Hollywood, che affascina e sconvolge al tempo stesso.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Babylon, il film diretto da Damien Chazelle, ci porta nella Los Angeles degli anni 20 del Novecento. È l’Epoca d’Oro di Hollywood, regno della sregolatezza, dell’esuberanza e delle folli ambizioni ma è anche un momento cruciale per l’industria cinematografica, con il passaggio dai film muti a quelli sonori. Una rivoluzione che segnerà l’ascesa di nuove stelle e la rovina di vecchie glorie. Seguiamo le vicende personali e professionali dei quattro protagonisti principali: Manny Torres (Diego Calva), un aspirante attore ispano-americano, che all’inizio si deve accontentare di un lavoro di assistente sul set, Jack Conrad (Brad Pitt), un famoso attore, tra i più pagati a Hollywood, noto per la sua vita privata sregolata, tra feste, divorzi e affari pochi chiari, preoccupato dall’arrivo del sonoro, che rischia di stroncargli la carriera. C’è poi la conturbante ma insicura Nellie LaRoy (Margot Robbie), destinata a diventare una stella dall’oggi all’indomani. Per lei la vita dovrebbe essere un party senza fine. Il quarto protagonista principale di questa storia è Sidney Palmer (Jovan Adepo) un giovane trombettista jazz che ha l’opportunità di iniziare una carriera nel cinema. Intorno a loro ruotano diversi personaggi, da Elinor St. John (Jean Smart), giornalista specializzata in cronaca scandalistica senza peli sulla lingua, a James McKay (Tobey Maguire) un gangster tossicodipendente in cerca di gloria, da Fay Zhu (Li Jun Li), attrice e cantante spesso protagonista delle sfavillanti serate hollywoodiane, a Irving Thalberg (Max Minghella), uno dei più noti produttori cinematografici degli anni 20 e 30, unico personaggio del film realmente esistito.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben tre nomination ai Premi Oscar del 2023:

    • Nomination Miglior colonna sonora a Justin Hurwitz
    • Nomination Miglior scenografia a Anthony Carlino
    • Nomination Migliori costumi a Mary Zophres

Curiosità – fonte: www.vanityfair.it

1 – Margot Robbie al posto di Emma Stone
Definita da Chazelle «la nuova Nicole Kidman», la 32enne attrice australiana ha rimpiazzato all’ultimo momento Emma Stone, vincitrice dell’Oscar come migliore attrice protagonista per La La Land, che ha dovuto abbandonare il progetto per conflitti di programmazione.

2 – Babylon Berlin
Durante un podcast, Chazelle ha affermato che la sceneggiatura di Babylon è stata ispirata dalla serie tv tedesca del 2017.

3 – Le citazione di Fellini e Kubrick
Il film si apre con un selvaggio party all’insegna di droghe, elefanti, divismo e orge. Una magniloquente sequenza di 32 minuti che cita La Dolce Vita, e Eyes Wide Shut.

4 – L’omaggio a Singin’ in the Rain
Non sorprende che la pellicola contenga molti omaggi a Cantando sotto la pioggia, il classico di Hollywood che racconta passaggio dal cinema muto al sonoro. Il musical di Gene Kelly e Stanley Donen è stato per Chazelle una delle principali fonti di ispirazioni anche per La La Land.

5 – La vera Nellie LaRoy
L’aspirante star interpretata da Margot Robbie è influenzata da Clara Bow: la it-girl simbolo dell’«età del jazz» che scandalizzò l’America rivelando, apertamente, le sue fantasie sessuali.

6 – Il vero Jack Conrad
L’attore interpretato da Brad Pitt è ispirato a John Gilbert. Una delle principali star della MGM degli anni ’20. L’avvento del sonoro rivelò la discrepanza tra la sua voce dolce e il suo affascinante personaggio sullo schermo. Un passaggio che portò il divo al declino.

7 – Il bacio «rubato» a Brad Pitt
Sul set, Margot Robbie si è lasciata andare all’improvvisazione. A cominciare dal bacio «rubato» a Brad Pitt in quanto si sentiva di «volerlo baciare». L’attore dal canto suo, che non si è fatto troppi problemi di fronte all’improvvisazione (non comunicata) dell’infuocata collega.

8 – Quando Hollywood racconta Hollywood
Margot Robbie e Brad Pitt avevano già condiviso il set in C’era una volta a Hollywood di Tarantino (2019) incentrato sugli ultimi anni della Golden Age a Los Angeles. Nel cast di Babylon, compare anche Samara Weaving che ha recitato nella miniserie di Ryan Muphy Hollywood (2020) che racconta l’alba dello star system.

9 – La versione con l’iPhone
Il regista ha girato una prima versione del film con un iPhone nel giardino di casa sua. Chazelle si è preparato alle riprese ufficiali, filmando due ore in cortile con solo due attori: sua moglie Olivia Hamilton, che nella pellicola interpreta Ruth Adler, e Diego Calva, il protagonista Manny Torres.

10 – L’abito infuocato di Margot Robbie
Damien Chazelle ha incaricato la costumista Mary Zophres (La La Land) di creare col suo team quasi 10mila costumi per il film. L’impresa più ardita è stata disegnare il vestito rosso di Margot Robbie: un red dress «che trasmettesse dissolutezza senza rivelare troppo». Il regista ha precisato di non volere «un altro abito degli anni ’20»; quindi niente flapper e niente piume. Per Zophres è stato il progetto più difficile della sua carriera.


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